Ponte della libertà bloccato per ore, calli e portici usati come vespasiani, e persino spazzatura lanciata dentro a negozi aperti: è questo il tanto “lodato” (dalla Lega di Zaia) e “virtuoso” popolo del Veneto, dato che solo dalla regione potevano venire?
D’altra parte ne avevamo avuto già un assaggio di incoscienza nelle città del veneto con gli aperitivi serali trasformati in caos ed assembramenti.
In città Taxi ad alta velocità nei rii, moto ondoso, rumori già dal primo mattino la rendono nuovamente invivibile: tutto è ritornato come prima. Alla grande.
La Venezia vivibile, quella “da sogno”, è durata poco. Eppure è proprio quella che pure i turisti vorrebbero vedere, dato che in tanti si son riversati in città convinti di poterla ammirare “come ai tempi di Goldoni”, ma invece son rimasti delusi: il caos già regnava proprio perché erano troppi.
Di motori elettrici ovviamente non se ne parla, del GPS o controllo della velocità con telecamere nella nuova “smart control room” nemmeno.
Ma noi a Venezia, come visto nella lodevole manifestazione contro pontili per “granturismo” a Fondamente Nove, NON CI STIAMO: il passato resti passato, e ora provvedimenti seri e concreti.
Quale candidato sindaco si offre a garantirli?
Lo attendiamo a braccia aperte, ma non senza con un impegno scritto e un deposito a garanzia: di candidati “furbetti” dalle promesse mai mantenute ce ne sono stati molti!
Una domanda: la “tassa di sbarco” a Venezia, promessa pure all’Unesco, che fine ha fatto?
Rabbrividisco a pensare che in Regione qualcuno voleva esentare proprio i Veneti dal pagamento, che son proprio, e solo quelli, che hanno prodotto tutto il caos dei giorni scorsi! E qualcuno a Roma voleva esentare persino tutti gli italiani!
Comunque la “tassa” non la pagherebbero nemmeno le migliaia di ospiti dei nuovi ostelli a basso costo da circa 9.000 posti letto, appena costruiti a Mestre, zona stazione, e autorizzati proprio da quel Comune di Venezia che… vuol combattere il pendolarismo!
Ma allora, chi la dovrebbe pagare? Chi viene…dall’Australia, in giornata, come…”pendolare”?
Veneziani, forza, è tempo di agire subito per fermare subito l’invasione della città e pure per tenerci quei pochi posti (limitati al 50 %) nei vaporetti per andare al lavoro, o torneremo presto e subire, e magari pure la quarantena se i milioni di turisti da tutto il mondo assembrati nuovamente tra calli e vaporetti come formiche ci riporteranno il micidiale virus Covid 19 (pure esso “Made in China”…!)
In quel caso allora il turismo senza freni che molti rivolevano, porterà Venezia alla rovina e i veneziani alla fame.
Una lezione in questi tre mesi l’avevamo avuta, ma forse non è bastata…
Io la penso così. Non aspettiamo sia troppo tardi…
Prof. Fabio Mozzatto
Venezia.
Come le sardine,finirete sott’olio. Non servono tante parole per descrivere le cassandre. Distinti saluti.
Ha perfettamente ragione Fabio. La città è distrutta.
Poteva essere l’occasione per ridisegnare un percorso di qualità,
invece il sindaco va sempre in televisione per dire che la città
è aperta e che vengano tutti, e ovviamente chi ci guadagna non vede l’ora
che tutto turni come prima.
Gli unici veri veneziani residenti subiscono e basta, ma ormai siamo pochi.
Tiziana Giudecca
Che rompimento di scatole, ma vada in convento.
Gentile sig. Pasquino,
nessuno la obbliga a leggere i miei articoli o lettere, dato che “le rompono tanto le scatole”.
Mi permetta, ma anziché proporre qualcosa, i suoi commenti li vedo purtroppo ridotti sempre più ormai a qualche parola, che per lo più potrebbe essere giudicata anche offensiva, come già segnalatole, dato che un suo commento è stato pure tolto per questo motivo.
Sabato 13 ci sarà buona parte di Venezia “rompiscatole” a manifestare alle Zattere (per una Venezia “fu-turistica”) proprio per quello che avevo scritto più volte prima della pandemia, che era rimasto inascoltato, ma si è poi avverato.
Spiace per lei, ma, come vede, i rompiscatole quando hanno ragione si moltiplicano e si diffondono…
Io mi limito solo a dire, anche nel suo interesse, che se non si sta attenti a non essere infettati dai turisti provenienti dall’intero mondo mentre si è accecati dai loro soldi, più che al convento, molti residenti di questa città, come mi pare sia anche lei, finiranno al cimitero, non senza aver prima passato un calvario che non auguro a nessuno in rianimazione.
Distinti saluti.
Prof. Fabio Mozzatto