Si è trattato per molti versi di un’udienza drammatica, che ha richiesto venti ore per la requisitoria, con alla fine la richiesta di una condanna esemplare.
Francesco Schettino deve essere condannato a 26 anni e tre mesi di carcere, con la richiesta di arresto immediato, in quanto il comandante della Costa Concordia viene ritenuto capace di fuggire.
Francesco Schettino ieri era assente, ha atteso l’esito nella sua casa di Meta di Sorrento, dove si è concretizzato lo spettro di una condanna sempre più probabile.
26 anni e tre mesi di carcere, indubbiamente una richiesta di pena severa, che non perdona niente all’ex comandante: nove anni per il naufragio della Costa Concordia, quattordici anni per omicidio colposo e lesioni colpose per le vittime e i feriti che ci sono stati, tre anni per abbandono della nave e di persone incapaci con l’aggravante di essere stato il comandante, tre mesi di arresto per omesse comunicazioni alle autorità marittime.
Ma a sorprendere, se vogliamo, è l’ultima richiesta, quella che non era attesa: arresto immediato dell’unico imputato al processo per la concreta possibilità di fuga.
“Schettino ha molto navigato, conosce Paesi stranieri e potrebbe scappare”, sottolinea l’accusa.
L’avvocato Donato Laino, uno degli avvocati di Schettino, ha parlato di «requisitoria da ergastolo, come se il mio assistito fosse Pacciani» e giudica inapplicabile l’arresto immediato per il suo assistito.
Mario Nascimbeni
[27/01/2015]
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