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No Vax : festa per contagiarsi “Così saremo immunizzati” ma finiscono in terapia intensiva

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Una “festa” chiamata “Covid Party” fatta per contagiarsi di proposito.
Inutile dire che assieme a musica e bibite non c’erano mascherine, disinfettanti e distanziamento.
Il piano esplicitamente dichiarato sui social era quello di contagiarsi, contrarre l’infezione da Covid con l’obiettivo di superarla acquisendo il bagaglio immunitario senza bisogno di vaccinarsi.
Ma non è stata una grande idea.
Molti dei partecipanti alla grande festa dei no vax canadesi sono finiti in ospedale col Covid.
Non solo, una buona parte di essi è oggi in terapia intensiva e ora lotta tra la vita e la morte.
La notizia del “Covid Party” è stato ripresa dai media di tutto il mondo e c’è stata una ribellione del mondo accademico-scientifico per l’ottusità di buttare al vento risultati ottenuti fino a qua.
La festa ha avuto luogo nella città di Edson, in Canada, ma secondo il mondo dei social l’iniziativa era in procinto di essere ripresa da diversi altri gruppi nel mondo.

Il gruppo no vax organizzatore del Covid party che ha ideato questa “festa del contagio” aveva l’obiettivo dichiarato di aggirare la necessità di ricevere il vaccino per avere comunque il pass per accedere a ristoranti e ambienti pubblici.
Ma sembra non esser stata minimamente considerata la pericolosità del virus che invece ha colpito molti di loro.
Inoltre è stata trascurata l’eventualità del long Covid che avrebbe potuto far superare la malattia come cercato, lasciando però strascichi con notevoli disturbi anche a distanza di mesi dall’infezione.
Infine, come i virologi spiegano, l’idea di avere un’immunità naturale non va equiparata all’efficacia del vaccino.
La capacità di immunizzazione non sembra sia paragonabile alla capacità protettiva fornita dal vaccino.
«Non ci sono prove che l’immunità naturale sia migliore dell’immunità generata dal vaccino mentre è provato che l’immunità generata dal vaccino sia più robusta e duratura. Ottenere il vaccino è molto più sicuro che prendere il virus», ha spiegato il dottor Schwartz.

Dello stesso argomento:
Manifestazione no vax: migliaia di persone bloccano Padova

manifestazione no vax
Una manifestazione contro il vaccino andata in scena in una delle tante piazze nei giorni scorsi.

Manifestazione e corteo no-vax a Padova, almeno 4.000 persone in strada paralizzano il traffico.
E sono stati notevoli i disagi creati al traffico, con alcune strade del centro semi-paralizzate.
Tutto causato dalla discesa in piazza ieri sera di un corteo di circa 4.000 no-vax che ha sfilato a Padova.
Si tratta dell’ennesima manifestazione del popolo contrario alle misure sanitarie anti-Covid che questa volta si è fatto notare di più.
Viene riportato che sono giunte lamentele di commercianti, per il disagio che queste iniziative provocano nel giorno, il sabato, maggiormente dedicato agli acquisti.
Lunghe file di auto si sono formate in particolare in viale Codalunga, a ridosso del centro storico.
Dal corteo sono partiti i consueti slogan contro il green pass e le misure decise dal Governo.
Di nuovo si sono uditi gli spiacevoli accostamenti tra la vaccinazione di massa e le persecuzioni naziste verso il popolo ebraico.

Dello stesso argomento:
Medico anestesista di Mestre ha curato tanti pazienti col Covid, ora è no vax
medico dottore stanco appoggiato al muro ns 1240
Perché un medico, un anestesista che si è prodigato con cuore e impegno e a curare i pazienti colpiti da Covid 19 ricoverati in Terapia intensiva a Padova, sceglie di non vaccinarsi?
La notizia, riportata da La Nuova Venezia, narra la storia di un uomo, di un professionista serio e competente, che l’Azienda ospedaliera padovana ha sospeso sino al 31 dicembre, riproponendo ‘la questione’ in queste giornate lungamente dibattuta dell’obbligo a vaccinarsi, che va letta evitando, possibilmente, toni forti e imperativi categorici.
Il medico mestrino, quarantacinquenne, iscritto all’Ordine dei Medici, ha assistito con abnegazione i suoi pazienti, li ha visti guarire, morire, seguendo con dedizione le loro sorti e spendendosi al massimo con i suoi colleghi, per restituire la speranza ai pazienti.
Chi gli è stato vicino in questo difficile anno e mezzo ha osservato la volontà, la forza, la determinazione nell’esercizio della sua professione.
Ultimamente il medico era molto provato dall’esperienza professionale e umana che il coronavirus ha impresso nelle nostre vite. L’ ha visto stanco, ma anche positivo e fiducioso delle cure mediche che di volta in volta rinforzavano la speranza di poter superare l’emergenza.

>> vedi anche: “No al vaccino perché…”. Parla l’infermiere di Rianimazione: “Ecco le mie ragioni”

Ultimamente, pur continuando a dare il massimo di sé in corsia e in terapia intensiva, l’anestesista aveva rivelato qualche segno di paura, d’incertezza, tanto da indurlo a non sottoporsi al vaccino.
Forse la quotidiana vicinanza alla malattia e alla morte, forse il sentimento di pietà per quelle vite che se ne sono andate, forse lo stress, inevitabile, in situazioni estreme, lo hanno portato a questa scelta.
La sospensione dell’anestesista si aggiunge ad altri ottantacinque operatori sanitari che non si sono vaccinati, solo nell’Azienda Ospedaliera di Padova, e 162 sono i sospesi (fra medici e operatori) dall’Usl 3 veneziana.
Non si possono conoscere i motivi per i quali un medico, un infermiere, decidono di non vaccinarsi.
Ogni persona, nel suo ‘sentire’ riconosce il perché della scelta e la esprime nel modo che le è più consono.

In base alle dichiarazioni dei Lavoratori della Sanità, contrari al vaccino si comprende che sono due gli elementi preminenti delle loro argomentazioni: la libertà individuale e la paura: “Non è una battaglia no vax, ma una battaglia democratica perché qui si obbliga una persona a correre un rischio e se non lo corre gli viene impedito di svolgere la professione”, spiega un medico.
E ancora un’argomentazione “Si rivendica la libertà di scelta della cura e la libertà della ricerca scientifica sancite dalla Costituzione, diritti inviolabili e parte integrante del patrimonio costituzionale comune dei paesi dell’Unione Europea”.


“Non sono ancora note le potenzialità dei vaccini sotto il profilo della loro capacità di impedire la trasmissione del virus, la capacità di impedire la contrazione della malattia e la durata temporale dell’efficacia preventiva, dall’altro, che non sono ancora note le conseguenze, soprattutto a lungo termine, derivanti dalla somministrazione dei vaccini”.

Forse nessuna di queste ragioni ha spinto il medico mestrino alla sua scelta, alcune riflessioni sono inesplorabili e molto personali. Nonostante gli ultimi dati mostrino che i vaccini non solo proteggono i soggetti vaccinati ma riducono anche la probabilità che questi trasmettano il virus ad altri, si rileva da queste e altre esperienze, che le rassicurazioni non convincono, così come imbarazzano le sospensioni, che certamente umiliano chi le riceve e che insieme rivelano che la strada della coesione è ancora lunga e tortuosa.
Andreina Corso – 26/09/2021

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