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Le colpe dei veneziani e dei ‘venezianassi’. Lettere

In merito alla "lettera al giornale":  “Venezia è destinata a diventare un museo, fatevene una ragione”

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Il problema è complesso e serve fare chiarezza:

1) ci sono veneziani, che nulla guadagnano dal turismo e si salvano per miracolo nel vivere qui, e quelli che definisco “venezianassi” che hanno prostituito Venezia, evaso il fisco (e continuano a farlo, come certe note categorie), e l’hanno svenduta per i soldi.

Poi ci sono i non veneziani (multinazionali, albergatori, stranieri) che hanno comprato e sfruttato.

Infine ci sono farabutti di politici che hanno consentito tutto questo, e qui non c’entra destra o sinistra: nessuno ha salvato Venezia! Solo promesse, voti e parole!

2) è il mercato selvaggio del turismo e le leggi sulle locazioni affitti che porta alle attuali conseguenze:

se un veneziano che ha dei figli e stenta a vivere a Venezia perde i genitori e li lasciano una casa, cosa ne può fare?

a) affittarla, come sarebbe auspicabile, a dei residenti. Ma in questo caso guadagnerà meno, e se ne avrà bisogno per i figli, dovrà attendere anni prima di rientrarne in possesso, sempreché non gli capiti un farabutto che non gli paga l’affitto per anni, o, peggio, gliela occupa…

b) affittarla a turisti con affitti brevi, guadagnando di più, e senza problemi di rientrarne in possesso in caso di bisogno per i figli o necessità di venderla.

Ma è chi deve fare il “papà” (Comune, Regione, Stato) della città che deve stroncare questi “vizi” che rovinano la sua “famiglia” (i veneziani), che deve emanare norme, anche con la Legge Speciale, affinché queste storture che rovinano la città non siano più possibili.

E questo lo può fare sia aumentando il patrimonio edilizio pubblico, sia penalizzando gli affitti turistici e detassando quelli residenziali, sia garantendo il rientro in possesso degli immobili locati a residenti in caso di necessità, sia limitando i turisti, bloccando l’apertura di nuovi alberghi e la vendita di appartamenti per diventare “dependance” degli stessi affittacamere!

E invece i nostri “cari” politici:

– hanno promesso per decenni, ma mai realizzato, il blocco dei cambi di destinazione d’uso degli appartamenti e il blocco delle trasformazioni a scopo turistico,

– per liberare alloggi pubblici, anziché farne/acquisirne di nuovi, hanno modificato la legge che regola le locazioni pubbliche (L.R.39/2017) mandando in strada gente che aveva una decina di migliaia di euro in banca (magari dalla liquidazione, per garantirsi le spese della vecchiaia) perché “ricchi” (Isee maggiore di 35 mila euro),

-non hanno limitato il turismo, anzi, l’hanno incentivato agevolando così la trasformazione di alloggi residenziali in strutture ricettive,

– hanno regalato soldi della legge speciale (che erano una goccia nell’oceano dei prezzi) per l’acquisto (che pochi potevano permettersi) di una casa che dopo 20 anni avrebbero potuto vendere e magari diventava locazione turistica;

– hanno regalato soldi ai proprietari attraverso il fondo sostegno affitto agli inquilini, che magari poi sono pure stati sfrattati,

– non hanno stanziato finanziamenti adeguati consistenti per acquisire alloggi da destinare ai residenti (unico modo, nell’attuale mercato, per garantire la possibilità di un alloggio a Venezia a chi non è milionario).

– hanno fatto una legge regionale proprio per consentire l’apertura di affittacamere (B&B) che ha dato il colpo di grazia alla città!

 

IN POCHE PAROLE, UNA CITTÀ DOVE ARRIVANO MILIARDI DAI 30 MILIONI DI TURISTI ANNUI, NON È RIUSCITA A STANZIARE SOMME ADEGUATE E DECENTI PER SALVARE I SUOI ABITANTI…! PEGGIO DI COSI’…!

3) la colpa dei veneziani (puri, non “venezianassi”) è solo quella di avere un brutto vizio: mugugnare, “ciacolare”, ma non fare nulla. E infatti non hanno manifestato platealmente tutti assieme, non si sono arrabbiati davvero, non hanno presentato candidati politici affidabili scelti tra di loro. Mentre io vedo fare il putiferio, rischiando anche la galera, per una partita di calcio, ma nulla per la loro città…! A quando “gli ultrà” per Venezia…?

Spero prima che non sia troppo tardi: siamo quasi una “riserva indiana” (50 mila abitanti) e non vedo nessuno agire… Questa è la vera e unica colpa dei veneziani!

Prof. Fabio Mozzatto – Veneziano d.o.c.
(che si è sempre battuto, anche da solo…)

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37 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Rispondo alla giusta osservazione di Franco, che apre un capitolo lungo e dolente:
    “Mi sembra vi dimentichiate delle proprietà della Curia e del relativo utilizzo a fin di (bene)”:
    Io dico:
    ..chi se le dimentica quelle proprietà! baste vedere quelle i Calle dei Fabbri: negozi e decine di appartamenti!
    Ma quando ero studente e cercavo casa, le Nove Congregazioni mi dicevano che non ne avevano….
    Poi che dovevo restaurargliele e poi pagare un affitto… quasi di mercato.
    Poi alla fine ero certo che una si era liberata, ma mi dicevano sempre che non ne avevano, e poi invece l’hanno affittata ad uno, che già aveva la sua casa altrove, e che aveva un negozio di pizze (forse perché pagava un affitto “profumato!”).
    Monsignor B. ricordo mi aveva quasi spinto giù dalle scale col suo pancione, non certo da francescano denutrito, perché insistevo per avere una casa dove fare famiglia…
    La cosa più vergognosa (ma in chiesa non ti insegnano a non dire bugie?) è stata quando don S. di mi aveva confermato che non aveva alcuna nuova casa, ma invece da poco era appena morta una persona che conoscevo e abitava alla Bragora…! Forse ho sbagliato sistema: doveva fare qualche lauta “offerta” come mi aveva suggerito lo stesso inquilino di una delle loro case…!
    Queste cose dovrò scriverle al Papa, che questo mi pare l’unico che sta facendo pulizia in quel marcio fatto di soldi e pedofili!
    Nn che i padri A. siano di meglio: a mia madre, che aveva chiesto loro di affittarmi la casa rimasta libera per far famiglia, hanno risposto che dovevo sposarmi ….con la chiesa e allora avrei avuto la casa…!
    Sarebbe ora cha anche la Curia di Venezia e il Patriarca adottasse la trasparenza a dessero il loro contributo offrendo le loro abitazioni ai giovani veneziani a condizioni “da Chiesa, non… da Banca”, visti quelli che hanno ricevuto, anche sotto forma di lasciti, proprio da vecchi veneziani che ci credevano…

  2. Rispondo a Luca: in questo caso non sposso che farle i miei complimenti!!!
    Fare nuove imprese a Venezia che non siano dipendenti dal turismo è difficilissimo.
    Servirebbero finanziamenti e progetti mirati, finanziati dalla Legge Speciale e da fondi europei.
    Purtroppo tutto ciò manca, e qui le do ragione.
    Ho visto fallire il tentativo con gli Incubatori d’impresa Ex-Cnomv ed Ex-Herion alla Giudecca…
    Non sono un esperto e non ne conosco i motivi, però vedo che è tutto difficile.
    E non lo dovrebbe essere: ci dovrebbero davvero essere assistenza, opportunità, incentivi, guida, finanziamenti e progetti credibili fatti da esperti.
    Le faccio allora i miei migliori auguri sperando che altri seguano il suo esempio cn successo.
    Cordialità

  3. Ma se c’è gente che aspetta condoni edilizi da 35 anni , per risanare zone degradate e dare lavoro e nobiltà alla città , la risposta della burocrazia per il cittadino è sempre NO! ma per le grandi società sarà sempre un Si! intanto i topi sguazzano e i cittadini se ne vanno alle Canarie per sempre !

  4. Venezia è patrimonio del mondo e non appartiene ai soli veneziani di adesso che non l’hanno davvero fondata – tanto sbraitano contro il turismo /petrolio della città, ma in fondo di cos’altro sarebbero capaci di fare se non di camparci? Venezia ha un porto alternativo per le grandi navi da crociera – è utilizzato? Venezia AVEVA un grande complesso petrolchimico che opportunamente adeguato potrebbe ancor essere fonte di lavoro per molti – Venezia AVEVA le Officine Aeronavali a Tessera, apprezzate da grandi operatori aerei di livello mondiale – Insomma Venezia aveva e non ha più niente di alternativo – è un villaggio turistico e niente di più – almeno che lo facciano funzionare bene in maniera decente, perché a forza di spremere i turisti va a finire che anche questi si stufano e non ci mettono più piede a Venezia – la Biennale ed altri eventi culturali attirano un certo numero di visitatori ma non si può far conto solo su quelli – far pagare l’ingresso ai turisti dà ancor più l’impressione di pagare il biglietto del Luna Park – direi ai Veneziani non sputate sul piatto dove mangiate

  5. A gavi rason de lamentarve par che i siori i sarà i paroni de venesia che i la usara solo quando che ghe fa comodo e voialtri che ghe si nati e la tigne in vita sare come le pantegane che sarà manda a vivere nee tane.

  6. Sto scrivendo da dorsoduro , Venezia.
    Tutti piangono e va sempre bene così.
    Oggi sciopero ACTV. Anche loro sono privilegiati e non va mai bene niente. Ignoranti e schiavi dei sindacalisti.
    È solo esempio di OGGI. parliamone

  7. Non vedo alternative se non per azione pubblica. Mettere lì uffici, tanti, scuole, tante, ospedali, etc etc. Creare un flusso enorme di gente che ci lavora. I turisti un passo indietro, gestiti con la massima serietà. Sì può fare

  8. E’ già stato scritto ma ritengo utile riaffermarlo. Venezia deve essere amministrata da Veneziani e non da mestrini. Sono due entità profondamente diverse. Anche i mestrini, che sono più numerosi, dovrebbero capirlo. Invece, tra loro, prevalgono quelli che sfruttano il nome di Venezia sfruttandola. Il sindaco recentemente ha ottenuto circa 65 milioni dall’Europa. 63 per Mestre e 2 per Venezia. Tanto i voti li prende a Mestre.
    Marino Chiozzotto

  9. La demente conduzione dell’urbanistica nel centro storico ha causato l’esodo! Volevano farne una fotocopia del suo assetto “preottocentesco” (sic! leggetevi le relazioni al Piano Regolatore!) e questo è il risultato: un museo che tutti vogliono andare a visitare (si chiama turismo)! Per un frainteso senso della sua ‘conservazione fisica’ (sbattendosene di quella socio-economica) hanno impedito tutto quello che poteva creare lavoro e, di conseguenza ma non solo, residenzialità: niente uffici quando vi era richiesta di “direzionale”, niente frazionamenti quando la divisione di un fatiscente appartamento avrebbe trattenuto un residente che avrebbe restaurato la sua parte con il ricavato di un nuovo acquirente, niente riuso/ampliamento delle soffitte, difficoltà mostruose ad adeguarsi agli standard di vita attuali, norme igienico-edilizie uguali a quelle di Milano o di Palermo, piani terra preclusi ad attività per questioni di altezza (a Venezia!! I piani terra!!), attività negate per la presenza di uno scalino (in una città con 430 ponti), etc. potrei continuare a lungo! In una economia che era fatta di piccoli nuclei autosufficienti, quando vengono a meno tre/quattro residenti vanno in affanno i negozietti lì intorno che chiudono e mettono in moto il penoso circolo vizioso di cause ed effetti che ha svuotato la città! (continua)

  10. Concordo pienamente con.le osservazioni del professor Mozzato e della signora Marina emigrata in terraferma. Io appartengo alla categoria dei resilienti che cominciano ad essere un po’ stanchi ed arrabbiati in una città , la mia città,svenduta a multinazionali e ad arraffoni ( commercianti che si lamentano sempre, gondolieri e tassisti mai contenti, ristoratori che ormai come plateatico hanno i campi, le calli dove ormai si deve chiedere permesso per fare slalom giganti tra i tavolini ecc..)spesso pure evasori fiscali in barba dei poveri residenti che pagano le tasse e si ritrovano ormai a vivere in un luogo quasi estraneo
    E l’Amministrazione dov’è? E un Assessore non è forse socio di bar? E quali interessi stanno strenuamente proteggendo? A voi la risposta io me la sono già data.

  11. Una gran parte della colpa dello spopolamento di Venezia è proprio dell’ avidità di tanti veneziani che ha portato e continua a portare al suicidio la mia città .Storicamente l’ esodo si è attuato in più fasi.
    La prima con” l’ acqua granda” del 1966 con la scomparsa delle abitazioni al “piano terra” e la fuga a Mestre attirati come specchio per le allodole dalle case moderne dotate di maggiori confort rispetto alle veneziane;
    la seconda ,vissuta in prima persona dal ssottoscritto,con l’introduzione dell’equo canone che ha fatto scomparire praticamente del tutto il mercato delle locazioni.In quel periodo inoltre con il parallelo aumento dei prezzi delle abitazioni c’è stata da parte di tanti veneziani una vera e propria gara a vendere al rialzo la propria casa per poi trasferirsi in terraferma .
    La terza con la ripresa a fine anni 70 del Carnevale fino allora praticamente assente nato all’origine da noi veneziani residenti e poi prostituito al turismo;
    infine la quarta con la nascita delle locazioni turistiche vera e propria lebbra di questa città.
    Il sottoscritto è ritornato ad abitare a Venezia dopo 30 anni di “esilio “a Mestre, per la morte purtroppo dei genitori che per di più mi hanno lasciato i soldi per ristrutturare la casa ereditata come figlio unico e me la tengo stretta .
    In tutti questi anni le giunte succedutesi non hanno fatto nulla se non peggiorare la situazione .
    Purtroppo invece di una luce in fondo al tunnel vedo sempre di più il fondo sempre più vicino di un orrido pozzo.

  12. anch’io sono una veneziana doc ma purtroppo per quanto si protesti contro la mercificazione di Venezia (ultima ciliegina sulla torta i plateatici assurdi che sono stati permessi e che sono sicura ci saranno tanti che riusciranno a mantenerli anche se mai avuto nei decenni passati) il potere a Venezia è in mano ai commercianti ed alle categorie che lavorano con turismo alla faccia dei pochi veneziani doc ed ai danni che fanno alla città che è senza alcun controllo

  13. Esiste un solo sistema per salvare VENEZIA, staccarla dalla terraferma che diventi una città gestita e governata da una autorità internazionale e NON TALIANA , dove gli abitanti non pagano tasse fino a 50mila €uri, ed esenti da TASSE per le manutenzioni della abitazione. Rendere poi zona Franca per per i grandi gruppi che faranno uffici e servizi con prestatori d’opera(lavoratori) con scolarizzazione medio alta. Turismo da fuori con flussi controllati ed interni con una popolazione turistica non superiore al 40% dei residenti

  14. Vedo, purtroppo, che ancora una volta si punta il dito contro questo mostro delle locazioni turistiche senza mai vedere tutto l’insieme. Chiedo al prof. Mozzatto che faccia meglio i compiti prima di scrivere cose inesatte, oltre ad aver più coraggio nel scrivere le quali sono le citate categorie che continuano ad evadere il fisco…ha forse paura di scrivere gondolieri e tassisti? Quelle categorie che prendono anche 200.00€ ma il nostro grande governo ha permesso che non emettessero ricevuta fiscale quindi questi “simboli” di Venezia dichiarano 15.000€ all’anno e percepiscono tutta una serie di aiuti, come case Ater e bonus vari sottraendo la casa a chi veramente ne ha bisogno.. Si parla tanto dello spopolamento di Venezia ma se avete un minimo di decenza nel fare una ricerca, che non sia tramite le voci da bar, vedrete che negli ultimi 20 anni la città ha perso *solo* 15.000 abitanti, in proporzione meno di prima. La città si spopola dall’ 800. La vera accelerazione è stata l’acqua granda. Se vogliamo il vero problema è stato che Venezia, anche per ragioni di struttura urbanistica, non crea postI di lavoro se non nel turismo, tutti hanno investito solo in ristoranti e accoglienza senza diversificare, in primis gli albergatori (che nel 2008 tentarono addirittura di anticipare il fenomeno degli affitti brevi) e per quanto anche il turismo crei indotto, lo fa con minore diversità da una economia realmente diversificata. I turisti hanno bisogno di cose turistiche e gli operatori solo di qualche avvocato, geometra, architetto o personale di bassa manovalanza. Mancando il lavoro e le opportunità chi non vuole lavorare nel turismo va via. Gli uffici pubblici e i servizi che spariscono sono una conseguenza.1951 Città storica 174.808 Terraferma 96.966
    1961 Città storica 137.150 Terraferma 161.036
    1971 Città storica 108.426 Terraferma 205.829
    1981 Città storica 93.598 Terraferma 206.707
    1991 Città storica 76.644 Terraferma 190.136
    2001 Città storica 65.695 Terraferma 176.290
    2011 Città storica 58.991 Terraferma 181.905

    2013 Città storica 57.539 Terraferma 179-149

    2014 Città storica 56.356 Terraferma 179.761
    …di cosa stiamo parlando professore????
    Le chiedo di aver più coraggio e di fare meglio le sue ricerche prima di dare l’impressione di scrivere articoli “da bar”.

    • Caro il mio… locatore (tale penso Lei sia visti i toni e i contenuti),
      il mio articolo, se leggeva bene, non condannava chi locava ai turisti, ancor meno se era un veneziano che ereditava una casa, ed erano anche ben spiegati i motivi di tale scelta, nonostante i danni alla residenzialità…
      Ne’ lo considerava primario evasore fiscale (specie ora che affittacamere e B& B sono tutti registrati i Comune e spesso prenotati tramite siti…)

      Poi, le categorie che hanno evaso il fisco a Venezia non serve “il coraggio di elencarle” (l’ho fatto più volte in diverse occasioni…), dato che, da quanto leggo, le conoscere bene anche Le come tutti… Basta solo aggiungere qualche bar, ristorante, “Dependance” o appartamento locato non regolarmente (che mi pare siano stati trovati parecchi proprio recentemente…!)
      Lei dice inoltre che Venezia si è spopolata DOPO l’ “Acqua Granda” del ‘66, ma forse non proprio PER COLPA di quella marea eccezionale…
      In realtà, se legge bene quello che ha scritto, (anche se non al bar come ha scritto di me…) dal ’61 al ’71 gli abitanti sono diminuiti molto meno che nel decennio precedente (dopoguerra) ’51-’61….
      Contemporaneamente però è proprio negli anni dal 61 al ’71 che si sono accentuati gli sfratti per dar posto al turismo, e a Mestre!
      Personalmente, nel 1969 i miei nonni vennero sfrattati dalla Fondamenta delle Burchielle e furono costretti all’esodo a Mestre NON CERTO per l’Acqua Granda, ma proprio perché c’era il devastante progetto di demolire tutto fino a Rio Terà dei Pensieri e far un grande albergo per turisti che partiva da Piazzale Roma…! (per fortuna poi non realizzato).

      Nel 1970 furono sfrattati pure i miei genitori, che fortunatamente sono riusciti a rimanere comunque a Venezia, diversamente agli altri numerosi parenti, tutti costretti ad andare in terraferma non per l’Acqua Granda, ma per gli sfratti e l’invasione del turismo che ha causato la mancanza di appartamenti in affitto. Queste cose non le ho sentite al bar, ma ho sentito il dolore delle loro lacrime nel dover abbandonare la loro città natia dove vivevano da generazioni…!
      Tra l’altro, proprio nei dati che indica (anche in modo frammentario e fermandosi al 2014…), nell’ultimo anno indicato (2013-2014) si son persi in un anno 1183 abitanti, che rapportati a in 20 anni con tale tendenza sarebbero 23.660 abitanti! Non certo, quindi, i 15 mila che indica Lei…
      E ciò, guarda caso, SUBITO DOPO L’APPROVAZIONE DELLA LEGGE REGIONALE 11/2013 CHE AUTORIZZAVA L’APERTURA DEI BED & BREAKFAST A VENEZIA tramite semplice “S.C.I.A.” (segnalazione Certificata di Inizio Attività), e dalla successiva DGR (Delibera di Giunta Regionale) 419 del 25 aprile 2015…!

      I “compiti”, e pure i conti, come vede, forse non li faccio poi così male come scrive, e ora anch’io potei dirle “allora di cosa stiamo parlando, sig. Francesco…?”…

      Comunque non dico che su certe cose abbia anche ragione, ma assolvere il turismo e gli affittacamere in toto, e dare la colpa dell’esodo solo all’acqua alta di 55 anni fa mi sembrano davvero, queste, considerazioni sentite in osteria…

      Invece condivido pienamente la vergogna di certi redditi ridicoli dichiarati da anni e pure i benefici che ne derivano, come pure le do ragione nel fatto che l’esodo sia concausato anche dalla mancanza di attività lavorative che non siano manovalanza turistica, tra l’altro ormai in mano agli stranieri a causa della gravosità del lavoro e delle retribuzioni inadeguate…
      Cordialità.
      Prof. Fabio Mozzatto.
      Venezia.

      dati:
      1951 Città storica 174.808 Terraferma 96.966
      1961 Città storica 137.150 Terraferma 161.036 -37658 in 10 anni,
      1971 Città storica 108.426 Terraferma 205.829 -28724 in 10 anni, (+44793 in Terraferma )

      1981 Città storica 93.598 Terraferma 206.707
      1991 Città storica 76.644 Terraferma 190.136
      2001 Città storica 65.695 Terraferma 176.290
      2011 Città storica 58.991 Terraferma 181.905

      2013 Città storica 57.539 Terraferma 179.149
      2014 Città storica 56.356 Terraferma 179.761 = -1183 in 1 anno (-11.830 in 10 anni, in 20 anni -23.660! E non 15.000 come scritto…!)

  15. Io sono assai vecchia e malaticcia.Soffro indicibilmente nel leggere le parole del professor Mozzato,che giudico ahimè vere e vorrei ancora,se possibile,aiutare ad emendare una situazione diventata a mio parere insostenibile ma stabile.E’impossibile,o quasi,tornare indietro.Alzerei ancora la mia voce,se potessi!Certo che gli Amministratorti,comunali,regionali,nazionali ne sono i maggiori responsabili..e pecunia non olet.Le Università,le Fondazioni,prima fra tutte la Cini,le associazioni culturali non bastano.Sarebbe sufficiente che noi tutti cinquantamila insieme gridassimo al mondo intero,perché è al mondo che Venezia appartiene,che rivogliamo indietro LA NOSTRA CITTÀ’!!!

  16. Vorrei rimarcare una cosa rispetto le scelte sbagliate dei politici responsabili di non fare gli interessi dei residenti in centro storico: finché a votarli sarà la gran maggioranza di chi in centro storico non ci vive, e non ha la più pallida idea dei problemi che ciò comporta, la cosa non cambierà. Due comuni diversi poteva essere la soluzione ma la miopia di molti residenti e il menefreghismo di chi vive in terraferma hanno affossato anche l’ultimo referendum.

  17. A mio avviso, si analizza un problema reale nella sua rappresentazione di comportanenti e responsabilita’ da parte di governati e governanti, ma non se ne valuta il contesto. La “turistizzazione” di Venezia non e’ fenomeno esclusivo di Venezia, benche’ ne costituisca un simbolo emblematico. E’ infatti il “destino” di tutte le citta’ d’arte che hanno scoperto il loro petrolio e si sono buttate a capofitto per spremerlo, fino al punto di distruggerne la fonte, esattamente come fanno le cellule cancerogene. La causa va ricercata nella deindustrializzazione del nostro Paese, e piu’ in generale dell’Occidente. La perdita di diversita’ produttuva, al pari della biodiversita’, ha orientato verso la cultura piu’ redditizia nell’immediato, nel solco della logica che porta alla distruzione del Pianeta. Il problema e’ quindi la monocultura. Nessun comparto produttivo, se sbilanciato dagli altri, rappresenta una soluzione sostenibile, ne’ per l’ambiente naturale, ne’ per la citta’. La correzione dovrebbe quindi partire dal ristabilire un equilibrio delle attivita’, adottando quindi politiche che incentivino quelle che sono andate perdute e che risultino ovvianente compatibili con l’essere citta’ d’arte.

    • Sono di Barcelona e anche noi abbiamo questi problemi. Tutti le anni vado a Venecia. 15anni fa. Perché la amo, perché sogno tutto il resto del anno a paseggiarmi per le Sue calle, a sedere davanti il mare, a rivedere le chiese, Chorus e non Chorus, a “rimangiare” la pasta, il pesce, a bere il mío Spritz Campari nel”mio” Campiello a “revisitare i musei. Penso come lei, come Voi tutte. Ma per favore, lasciateme “ritornare”. Non mi private di ogni Biennale, di ogni museo, che conosco e visito ogni anno. Perche mi lasciate senza la speranza, la gioia del “rivedere”, senza il pensiero che la città mi aspetta, che bisogna anche il mío sguardo, turístico, ma innamorato.grazie pero lasciarmi parlare qui, e scusatemi pero il mio italiano. Lo farò meglio un altra volta. Ciao.

  18. Il vero problema dei venesianassi, proprio come ammette implicitamente la sua, è che lavorano pochetto e si lamentano tanto. Non c’è nessuna menzione di una categoria di imprenditori sani, che pagano le tasse, che producono posti di lavoro e guadagnano senza speculare ma creando valore. La sua lettera peraltro, mancando di citare la sopradescritta categoria, la scrivo direttamente nella categoria dei venesianassi che lavorano poco (o per nulla) e si lamentano tanto. Continuo a ricordare. Che le civiltà non si costruiscono con le chiacchiere o per decreto. I veneziani hanno costruito una delle più grandi civiltà della storia umana partendo da quattro mucchi di melma. Ci vuole visione, passione e tanta tanta voglia di fare. Altro che dare la colpa al Brugnaro della situazione.

    • Se ho ben inteso, Lei arriva ad assegnare il titolo di venesianasso anche all’autore della lettera/articolo, è così? Lo trovo un gesto scortese e qualunquista, anche leggendo il resto delle Sue considerazioni, come se soltanto il lavoro (prezioso, onesto, che crea posti di lavoro, per carità, niente da dire su questo) di imprenditori operosi e zelanti fosse importante per la città, e non anche il lavoro intellettuale e, secondo Lei, mi par di capire, da sfaccendati, di chi esercita professioni che non generano ricchezza materiale ma progresso civile, culturale, direi morale. E i sindaci di turno hanno colpe colossali, nell’avallare e anzi sfruttare la situazione senza provare a cambiarla, facendo lo slalom tra una quantità di conflitti di interesse francamente imbarazzante.

      • No. Le categorie intellettuali hanno dignità anche più alta di quelle imprenditoriali. Ma se si fa un elenco di categorie di veneziani e si omette di indicare quella che più gravemente oggi è assente in città, e quella la cui assenza genera i danni più drammatici, si commette il peccato originale di essere complice degli speculatori (desertificatori li definirei) nel non comprendere la realtà del problema Venezia.
        VENEZIA, come tutte le civiltà, è nata sull’impresa. Non esiste, non è mai esistita e forse non esisterà mai una società sana senza le fondamenta di un tessuto imprenditoriale sano.

    • Caro Lei,
      mi perdoni, ma cosa c’entra la quantità di lavoro?A dire il vero, anche chi lavora col turismo lavora parecchie ore, a cominciare dai tassisti…
      E poi, come può giudicare quanto lavoro io se non sa cosa faccio? A parte la musica e l’attività lavorativa in ambito culturale, sarebbe già un lavoro il tempo che dedico ai problemi della città (quindi mi “lamento”, ovvero segnalo e denuncio, ma pure agisco!), dall’inquinamento, all’analisi ora per ora dei Dati Arpav, dalla difesa contro gli sfratti derivanti dalla Legge Regionale 39/2016, dalle decine di istanze a Comune, Regione Ministeri e Unesco, al seguire il procedimento giudiziario contro chi non fa nulla contro lo smog, a scrivere articoli, studiare leggi ed ordinanze e incontrare persone.
      Giusto che ci sono categorie che producono, danno lavoro e pagano le tasse, ed infatti non sono citate perché non sfruttano il turismo e la città…
      CI sono infatti molti negozietti, artigiani e simili che lavorano parecchio, e sui quali non ha scritto ovviamente nulla di negativo.
      E’ vero: I veneziani hanno costruito una Repubblica (che era pure essa regolata da “decreti” , ovvero da atti di governo…!) sulla melma, ma ora sciacalli e “venezianassi” nella melma dell’affarismo turistico la stanno affondando!
      Se leggesse bene, poi, capirebbe che non ho dato la colpa solo ad un sindaco (che però secondo me la sta distruggendo più di altri…!), ma evidentemente, essendo, da quanto leggo, un suo tifoso, è rimasto abbagliato nel difenderlo a spada tratta…

      Certo, è più conveniente e redditizio fare il “venezianasso”, piuttosto che il veneziano…
      Devo pure ringraziare il sig. Francesco per la pronta e decisa replica.

      Cordialità

      • Mi perdoni,
        ma il problema che rilevo è implicito in questa sua risposta. Non mi riferivo a negozietti o artigiani di qualità. Certo quelli fanno parte di una città. Ma ciò che genera occupazione (a tutti i livelli professionali), innovazione, sviluppo è ben altro. Non possiamo sperare di prosperare sui negozietti. Non si costruiscono le civiltà sui negozietti. Tanto per dire mia figlia non lavorerà in un negoziato, molto probabilmente. E come lei molti dei giovani veneziani ce studiano nelle nsostre università o all’estero.Non può nascere una società civile degna di questo nome sul piccolo commercio. Ci vogliono grandi personalità, del business e della cultura. Non dimentichiamo che lo sviluppo economico è la base su cui far crescere il mondo artistico e culturale.
        Se non prendiamo consapevolezza di questa gravissima assenza non risolleveremo mai venezia. La decadenza sarà inarrestabile. D’altra parte, le civiltà nascono, prosperano e muoiono. Da che mondo è mondo.

        • E questa “occupazione, innovazione, sviluppo” in che luoghi dovrebbe prender vita e realizzarsi? Non è polemica, è curiosità! E mi riferisco a luoghi fisici, a spazi reali, accessibili, fruibili, considerati “compatibili” dalle norme e dal PRG e sue Varianti e dalla pletora di norme calate sul Centro Storico sotto l’egida della ‘salvaguardia dell’irripetibile gioiello’ ma di fatto precludendone la salvezza economica, sua e dei suoi abitanti.

        • Scusi ma, come dice Alex, non focalizzo:
          Venezia è stata grande grazie al commercio via mare, e molti veneziani, specie nelle isole, vivevano anche con la pesca.
          I tempi son cambiati: attività imprenditoriali in un’isola sono poco competitive (lo sono anche quelle in Italia dato la concorrenza conseguente alla globalizzazione), ed è rimasto solo il turismo, che porta, più che lavoro, sfruttamento:
          https://www.lavocedivenezia.it/francesca-e-il-lavoro-delle-pulizie-questo-turismo-a-venezia-ha-riportato-la-schiavitu/

          https://www.lavocedivenezia.it/venezia-nessuno-tocchi-il-dio-turismo-e-il-prezioso-lavoro-in-nero-che-porta/.
          Resterebbe l’economia immateriale: informatica, centri di studi e ricerca, ecc., ma nessuno investe in questo, e in questo caso Le darei ragione.
          Quanto alle grandi personalità, cosa deve venire, …Berlusconi a fare una Fininvest a Venezia? No, son sicuro che invertirebbe in redditizi alberghi!
          Comunque Venezia in passato, prima dell’invasione turistica, è sempre vissuta della sua economia autosufficiente, fatta proprio di piccoli negozi, artigiani, uffici, scuole, banche, ecc. Affiancati dall’attività dell’Arsenale, da un turismo moderato e dall’attività portuale (non croceristi, ma commercio su navi. E si viveva meglio perché si trovavano case, il costo della vita non era alterato dal turismo. Insomma, quello che succede in una normale città non industriale.
          Se ha qualche idea valida, che non sia la cultura per i turisti (stanziati 170 milioni si euro per la Biennale e non un centesimo per le case ai residenti…!:
          https://www.lavocedivenezia.it/170-milioni-biennale-venezia-si-spopola/ )
          è ben accetta.
          Cordialità

          • Buongiorno,
            vent’anni fa ho fondato un’impresa culturale che si chiama lineadacqua. Diamo lavoro a una ventina di persone dirette. Non sono persone che fanno le pulizie ai piani, senza nulla togliere a chi le deve fare. Lineadacqua è il primo cliente di una tipografia che si chiama grafiche veneziane. Una delle poche realtà industriali rimaste in città (ma ci sarebbe assolutamente mercato per altre tipografie) che a sua volta da lavoro a una trentina di persone. Attorno a noi poi vivono (nel senso che dipendono da noi) almeno tre artigiani (di quelli di cui tutti piangono la scomparsa), diversi artisti, e professionisti esterni di vario genere, aziende che ci forniscono innumerevoli servizi. Tutta gente che vive e fa business sani a Venezia. Questo intendo per economia virtuosa. Questo crea società civile. Certo è difficilissimo. Quando ho fondato lineadacqua molti mi davano del pazzo. Ma non sono stati forse pazzi i veneziani nostri antenati? e comunque dietro la nascita di un’impresa c”è quasi sempre un po’ di follia. Ovviamente non dietro la nascita di un b&b. Ci sono infinite possibilità. Ma ci vuole know how, conoscenza del mondo, creatività, qualità che nelle società decadenti sono tipicamente scarse.

  19. Sono assolutamente d’accordo sul fatto che la colpa si debba addebitare sia alle varie amministrazioni comunali che si sono avvicendate negli anni,compresa quella attuale, che dei veneziani che esercitano un qualche commercio ( si legga negozianti di paccotiglia, bar, osterie, venditori di pizze decongelate, gondolieri, taxi acquei, albergatori) che vogliono ricavare da Venezia tutto il lucro possibile senza fare nulla per questa città, che patisce l’arrivo giornaliero di orde barbariche che ben poco capiranno di cosa é Venezia. Basta vedere l’usura dei masegni, la sporcizia di certe calli. Vengono e se ne vanno lasciando solo sporco. Ci mancava la pandemia e la possibilità di avere e/o estendere il plateatico gratuitamente: la città è diventata una grande osteria all’aperto.
    Ogni tanto fa eco il bla bla del politico di turno che sembra preoccuparsi delle sorti di Venezia inventandosi qualche balzello per i turisti o il cosiddetto numero chiuso. Ma intanto nulla viene fatto per la città.

    • 22 anni or sono, per sopravvivere a Venezia, ho individuato un palazzo, disabitato da anni perchè fatiscente e privo di servizi, per il quale il Piano Regolatore consentiva (se non auspicava) la trasformazione, ritenendolo di una tipologia oramai scarsamente adatta all’utilizzo abitativo ( cfr Relazione al PRG). Ci ho impegnato sopra circa 5 milioni (che sono tutti andati a imprese, artigiani e manodopera veneziani) recuperando un rudere, trasformandolo in albergo e restituendolo restaurato al delicato tessuto edilizio del Centro Storico. In 20 anni ho pagato affitti ai proprietari per circa 10 milioni, stipendi a lavoratori per circa 12 milioni, forniture per 4 milioni, tasse di soggiorno per centinaia di migliaia di euro, luce acqua gas telefono etc, tutti soldi che sono ricaduti sull’economia della città e.. non ho ancora finito di amortizzare l’investimento!! È sicura che “non abbia fatto nulla per questa città”?

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