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Assessore senza Green Pass messo alla porta a San Marco

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Assessore senza Green Pass messo alla porta al Florian di Piazza San marco.
Sebastiano Costalonga è il protagonista involontario della vicenda che viene raccontata dal Corriere in edicola oggi.
Costalonga, diciamolo subito, non è vaccinato, ma non per appartenenza alla schiera No Vax, bensì per motivi medici precauzionali che vanno sempre tenuti in considerazione in caso di possibili controindicazioni.
E’ accaduto così che ieri al Caffè Florian di Piazza San Marco vi fosse una conferenza stampa a cui l’assessore doveva partecipare.
Al momento di entrare, però, la persona che controllava gli ingressi ha estratto l’app per controllare il pass.
“Non ce l’ho…” la risposta.

“Ok, certificato di vaccinazione?”.
“Non ce l’ho…”.
“Allora mi spiace, non posso farla entrare”.
Nessun atteggiamento di disobbedienza civile, comunque, Costalonga ha spiegato che, vista la giornata estiva riteneva che l’incontro si tenesse all’aperto.
Ovviamente, in mancanza di ciò, avrebbe eseguito il tampone canonico.
Il problema si è risolto tenendo l’assessore vicino alla porta (aperta) e avvicinando i tavoli in modo che potesse sentire.
Sebastiano Costalonga, assessore al Commercio per il Comune di Venezia, partecipava ad un incontro teso alla rivitalizzazione di piazza San Marco.

Storie e aneddoti dei giorni nostri, in tempi di Green Pass. Come quelli che stanno affollando la rete in questi giorni.
Da segnalare, tra gli altri, la parodia di uno spezzone dal film Fantozzi dove Paolo Villaggio (ridoppiato) salito sul palco, urla fiero alla platea:
“Il Green Pass è una cag*ta pazzesca. 53 minuti di applausi…”.
Redazione – 30/09/2021

– O –

Dello stesso argomento:
Alessandra Schilirò, vice Questore della Polizia di Stato: la No Green Pass che dal palco cita Gandhi
alessandra schilirò vice questore no vax
La critica alla Certificazione Verde, questa volta è emersa a gran voce dal microfono del palco di Piazza san Giovanni a Roma e a dare celebrità e unicità all’intervento è stata la dirigente della Polizia di Stato, Nunzia Alessandra Schilirò, 43 anni, per la gioia dei suoi sostenitori e lo stupore e le perplessità dei suoi colleghi.
C’erano circa 100 mila persone in piazza. E sul palco di “Contro il green pass, per la Libertà e il futuro” a dire no, è salita anche Nunzia Schilirò, che è intervenuta come “cittadina privata”, affermando il suo diritto di parola, di manifestare il suo pensiero che rivendica l’illegittimità della tessera verde, definita ‘marchio discriminatorio’.
E con l’oratoria solenne che si assegna alle grandi cause, ha citato Mahatma Gandhi, invocato “la disobbedienza civile”, come “dovere sacro quando lo Stato diventa dispotico”.
E poi ancora: “Il male nella storia non ha mai vinto”, ricordando le figure anche dei magistrati assassinati dalla mafia, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
“Se il male avesse vinto, noi non saremmo qui”. “Noi poliziotti abbiamo giurato sulla Costituzione, per questo sono qui”.

>> vedi anche: Muore a Mestre per il Covid nonostante le due dosi e il Green Pass

“Il green pass italiano è illegittimo”. “Dobbiamo unire le nostre energie per indicare una via migliore”.
L’impatto sociale è stato certamente forte e alimentato dalle conseguenze che la Dirigente potrebbe subire in ambito disciplinare: la questura ha avviato un’indagine nei suoi confronti, l’esito si saprà nei prossimi giorni.
“Riguardo alle gravissime dichiarazioni rese dal vicequestore Schilirò, durante la manifestazione No Vax, sto seguendo la vicenda personalmente con il capo della polizia, Lamberto Giannini, affinché vengano accertate, con assoluta celerità, le responsabilità sotto ogni profilo giuridicamente rilevante a carico dell’interessata”, ha affermato la Ministra degli Interni Luciana Lamorgese.
Le si potrebbe contestare in primo luogo la “deplorazione”, ovvero la violazione dell’articolo 5 del Dpr 25 ottobre 1981, che regola le sanzioni disciplinari per il personale della Pubblica Sicurezza. La deplorazione comporta “il ritardo di un anno nell’aumento periodico dello stipendio o nell’attribuzione della classe di stipendio superiore”.
Nunzia Schilirò, catanese di nascita, vice questore nella Squadra Mobile di Roma e da un anno assegnata alla Direzione centrale della Polizia criminale, è molto apprezzata nell’ambito lavorativo e non solo.
Ha diretto, con riconosciuta efficacia, la quarta sezione della squadra mobile di Roma occupandosi di reati come la pedofilia e di reati sessuali contro le donne.
Le sue capacità d’indagine e la sua competenza le hanno fornito grande credibilità e rispetto non solo all’interno della stessa Polizia, ma anche all’esterno, nella società civile, diventando un riferimento nella lotta contro le violenze e nella difesa dei diritti. Quest’unanime riconoscimento rende ancora più delicato il giudizio conseguente alle sue dichiarazioni.


 

La passione, strumento di lotta le fa affermare dal suo canale Telegram: “Sono molto serena. Se l’amministrazione non gradisce la mia fedeltà alla Costituzione e al popolo italiano, mi dispiace, andrò avanti lo stesso. Ho scelto il mio mestiere, perché credevo che non ci fosse niente di più nobile del garantire la sicurezza di ogni cittadino, in modo che chiunque fosse libero di esprimere il proprio vero sé. Se questo mi viene negato, il mio mestiere non ha più senso. Andrò avanti sempre, con o senza divisa, per amore del mio Paese”.
Non è la prima volta che la poliziotta esterna le sue posizioni. E` stata presentata sul palco come autrice di Byoblu (sul sito on line è pubblicato anche un video dell`intervento e una sua intervista), la “tv dei cittadini” che ospita personaggi controversi, dichiaratamente no vax.
Schilirò è autrice di un romanzo definito “di successo”: La ragazza con la rotella in più, ovvero “il racconto di persone arrabbiate col mondo, emarginate, sole, ma che non si sono arrese”.
Evidentemente il suo lavoro accanto alle persone più deboli, la vicinanza con un mondo violento e pieno d’ingiustizie che ha colpito le donne e i bambini, ha acceso e potenziato il sentimento di radicalità, ma il certificato verde non assomiglia a quelle violenze.
Nel suo discorso, dove cita anche Gesù, dice che “il momento storico che stiamo vivendo è di una gravità senza precedenti e manifestare è come denunciare un delitto” e che “disobbedire è un dovere”.

>> vedi anche: Medico anestesista di Mestre ha curato tanti pazienti col Covid, ora è no vax

Oltre l’80% dei colleghi della Dirigente di polizia, sono vaccinati e forniti del green pass.
Si potrebbe dedurre che se “il male non ha vinto”, come ha scritto Schilirò nei Social, è anche perché, vaccinandosi, le persone si sono tutelate, non hanno trasmesso l’infezione ad altri, evitando ricoveri in terapia intensiva e decessi.
E hanno contribuito a una precaria pace sociale, più che mai necessaria, senza ledere al pensiero di nessuno.
Andreina Corso – 27/07/2021

– O –

Dello stesso argomento:
“No al vaccino perché…”. Parla l’infermiere di Rianimazione: “Ecco le mie ragioni”
Coronavirus nel veneziano, altri sei decessi
Troppo spesso si entra nel merito dei giudizi sul perché una percentuale di operatori sanitari rifiuti il vaccino anti-covid (non tutti i vaccini, si badi bene, essi non sono no-vax).
Ecco le loro motivazioni espresse da un ‘addetto ai lavori’.
Gli si deve, quantomeno, l’opportuna libertà di parola, che tutti gli altri dovrebbero quantomeno fronteggiare con disponibilità all’ascolto.
Questo significa essere informati.


 

Posso spiegarle io, da infermiere di rianimazione covid mai vaccinato.
Le ragioni sono diverse.
Innanzitutto l’obbligatorietà per il personale sanitario introdotta dal DL 44 parte dal presupposto della necessità per ragioni di tutela dei pazienti, lo stato attuale della letteratura scientifica però, non dimostra che il vaccino (qualsiasi tipo) protegga dall’infezione, ma solo dallo sviluppo della malattia, ovvero, si può contrarre, incubare e trasmettere il virus ma non si sviluppano sintomi.
Inoltre i DPI che utilizziamo proteggono i pazienti al 100% contro la trasmissione eventuale da parte dell’operatore sanitario (questo invece è dimostrato da letteratura scientifica).
Ciò già di per sé renderebbe nullo il provvedimento, anche a fronte di una palese violazione dell’articolo 32 della Costituzione, trattato di Oviedo, e diverse leggi internazionali tra cui il secco No all’obbligatorietà introdotto recentemente dal consiglio d’Europa e di cui nessun giornalista italiano parla.
Ulteriore dissenso deriva dal fatto che, lo studio per determinare efficacia e sicurezza del vaccino Pfizer (parlo di quello somministrato a noi sanitari) è designato per la durata di tre anni, il vaccino è stato approvato per uso emergenziale, dopo due soli mesi di sperimentazione umana.
Per cui molti degli effetti potenziali a lungo termine sono effettivamente ancora ignoti, ragione per la quale è richiesto dalle case produttrici, la firma di una liberatoria (di fatto non è un consenso informato ma una vera liberatoria), e ragione per la quale il DL 44 ha inserito scudo penale per i somministratori.


 

Altro motivo sta nel fatto che la somministrazione massiva non consente una adeguata valutazione prevaccinale, che tenga conto dello stato immunitario del singolo individuo.
Mancano i protocolli vaccinali.
A causa di interessi politici ci stiamo anche inventando protocolli basati su nessuna evidenza (e sconsigliati dalle stesse case produttrici), come la famosa somministrazione di Pfizer a intervallo raddoppiato (42 giorni anziché 21) ecc…
Detto questo, crediamo che questi vaccini saranno utili nel combattere gli effetti devastanti del covid-19.
Solo crediamo che il rischio/beneficio vada soppesato sul singolo, come per ogni terapia medica, in questo caso a maggior ragione perché sperimentale.
Inoltre, questo accanimento su soggetti non a rischio, sottrae vaccini a chi davvero ne ha necessità e distoglie l’attenzione da quello che dovrebbe essere il vero obiettivo della campagna vaccinale, ovvero immunizzare quella fascia di popolazione a rischio di complicanze e per cui il vaccino sicuramente non rappresenta più un potenziale svantaggio che non una profilassi potenzialmente salva vita.
lettera firmata – 25/05/2021

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