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Actv, sindacati, dipendenti: l’accordo si allontana. E lunedì nuovo sciopero. Di Andreina Corso

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Vertenza Actv – lavoratori: l’accordo è lontano.
Eppure questa vertenza dovrà pur uscire dal buio che ha incastrato la trattativa tra Actv-Avm, sindacati e la cittadinanza che giorno dopo giorno legge i giornali, ascolta la radio, segue la televisione per capire se qualche schiarita può apparire in un orizzonte per il momento impenetrabile.
I veneziani si lamentano della riduzione delle corse, con l’estate che avanza e i turisti che arrivano a frotte: a vivere le situazioni più lacunose è chi vive nelle isole, i pendolari, che rischiano di non arrivare in orario al lavoro e che sono naturalmente i più spazientiti con i cittadini che si devono spostare e sono costretti ad assembramenti e lunghe attese. La dice lunga anche la presenza delle guardie giurate e i vigili nei pontili, dopo gli episodi di esasperazione degli ultimi tempi che sono arrivati allo scontro fisico e al dover ricorrere alle cure del Pronto Soccorso. Qualcuno dovrà pure occuparsi di questa esasperazione e di prevenirne le conseguenze.

Lo hanno chiamato tavolo e per associazione ci si immagina un luogo dove ci si parla, ci si ascolta e ci si confronta sui problemi del trasporto di mare e di terra. Il muro contro muro non faciliterà la contrattazione.
A tutti dovrebbe essere chiaro che il braccio di ferro deve essere allentato dopo dieci giorni di trattative andate in fumo.
Il segretario provinciale della Filt CGIL Valter Novembrini, lamenta la scarsa considerazione in cui sono state prese le proposte del sindacato, giudicate dall’Azienda irricevibili e facendo saltare il senso dell’essersi seduti intorno a un tavolo per cercare le opportune soluzioni al disagio che si sta espandendo a macchia d’olio.
Forse, domani ci riproveranno e il clima già lo si può immaginare dopo che il Comune ha giudicato, per voce dell’assessore al Bilancio e Società Partecipate, Michele Zuin,’ provocatorio’ e avvertito che se non cambieranno le bozze, il Comune di Venezia procederà per conto suo.

Non sembra un buon inizio, ma non si sa mai; di tanto in tanto la ragionevolezza porta i contraenti a ripensare a quell’accordo che la città attende, auspicato anche dal Sindaco Luigi Brugnaro e che nessuno può permettersi di ignorare.
I sindacalisti interrogano quella che ormai è una controparte per sapere cosa vieti all’ Azienda di reintegrare la soglia ai passaggi sul ponte della Libertà, ripristinando i cinque per senso di marcia a turno, come nel contratto decentrato disdetto a gennaio.
Sempre aperta e irrisolta la questione di poter cambiare linee in cui si presta servizio sempre durante la stessa giornata, l’assunzione di personale, il contratto integrativo…

L’ azienda risponde positivamente sulle soste di servizio del personale, e sugli stagionali, ma di assunzioni, per ora e alla luce delle difficoltà economiche, dovute agli scarsi introiti nella vendita dei biglietti, non se ne parla.  
Riportiamo, per chiarezza di esposizione, la lettera aperta dei Sindacati sulle ragioni della vertenza:


 

 
“In questi giorni attraverso comunicati ACTV spiega che l’obiettivo della riorganizzazione è aumentare complessivamente il servizio.
Purtroppo tale rivoluzione prevede la rivisitazione dei servizi urbani di Mestre con l’istituzione di punti di rottura di carico e conseguenti scambi di linee automobilistiche e Tram, riducendo di fatto in alcune zone della città i collegamenti essenziali.
Un Servizio di Trasporto Pubblico locale di linea per essere tale deve avere le caratteristiche di essere certo nel percorso con inizio e destinazione date, il più veloce possibile (le rotture di carico costituiscono un rallentamento), ed infine capillare collegando i punti nevralgici costituiti dai centri urbani d’attrazione e le porte della città, favorendo al contempo l’intermodalità vettoriale.
Pertanto questa riorganizzazione del servizio non solo non agevola i cittadini utenti ma lede il loro Diritto alla Mobilità nell’avere un servizio efficiente ed efficace.
Si sarebbero dovute evitare le rotture di carico, ed eventualmente aggiungere nuovi servizi assicurando l’attuale standard dei servizi in tutte le zone della città che non si è voluto fare per ragioni di economia”.

A queste e altre ragioni sono dovuti gli scioperi degli ultimi tempi, anche quelli bianchi (applicazione rigida dei limiti di velocità che farebbe saltare gli orari programmati), che non hanno portato a risultati apprezzabili nella lotta contro i tagli di stipendio dell’accordo integrativo, così il braccio di ferro si sarebbe elevato al livello superiore con ulteriore inasprimento tra le parti.
E lunedì nuovo sciopero.

» leggi anche: “Guardie giurate ai pontili contro le resse

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2 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. PRIVATO E’: Alilaguna, sabato ore 18.30: SAN Basilio: mezzo alilaguna fa servizio di linea 6, ma a bordo il gel igienizzante non c’era:
    l’ho chiesto, mi hanno risposto che ALilaguna non lo fornisce! E allora come fa a fare servizio pubblico se no9no rispetta el norme anti covid? Devo chiamare le forze dell’ordine e fermare i mezzi come fatto coi bus, ed pure sono stato minacciato di denuncia?
    Ecco cosa succede nel privato…: risparmio dapperttutto, dal personale sottopagato al gel nono fornito!
    Per non parlare del trasporto turisti: avevo notizie di barche private in servizio col timone legato con una corda… e di dipendenti costretti a turni di 12 – 14 ore, e nessuno ovviamente controllava!
    Altro che sciopero ci vuole: ricordiamo che gli scioperi sono anche per tutelare i residenti nell’utilizzo dei mezzi pubblici.
    E’ inaccettabile che, pur pagando un abbonamento annuale, si venga lasciati a terra! Che restino i turisti della Biennale a terra! Tanto loro tempo da perdere ne hanno…!
    Prof. Fabio Mozzatto

  2. Si arriva alla privatizzazione tanto cercata. Molti pensano ancora che privato è meglio, l’opinione la cambieranno dopo. Mi rincuora che anche i sindacati subiranno, specialmente quelli di base che sono peggio dei confederati e i loro pessimi avvocati. Luca Zaia convoca scienziati per studiare una nuova economia. Non so se ridere o piangere. L’Italia è diventata potenza economica grazie ai nostri nonni e genitori che forse neanche con la quinta elementare hanno fatto diventare l’Italia una potenza economica, dato lavoro e conquistato diritti, mentre quelli come Luca Zaia e Luigi Brugnaro decurtano stipendi, aprono agenzie interinali, partecipano a Leggi come la Biagi e aiutano le imprese italiane ad emigrare. Siamo in povertà assoluta e inchiniamo ancora la testa davanti a gente che ci prende in giro dal pulpito della loro posizione. Grazie a loro i nostri ragazzi non avranno mai la sicurezza economica che abbiamo avuto noi, il TFR per un vecchiaia senza problemi e la pensione INPS. Ringrazio chi bene conosce il mio nome per avermi rovinato la vita.

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