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Lettere. Approfittando dell’acqua alta i maleducati si liberano dagli ingombri. Non va bene così

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Lettere al giornale.

Nel fine settimana lo scenario aperto su Rio terà del Forner non mostrava certo uno spettacolo edificante.
Nella giornata di sabato, alcuni valorosi volontari avevano conferito alcuni sacchi neri, posizionandoli al riparo da eventuali future acque alte e pronti per essere raccolti da Veritas.

Purtroppo, ignoravano che quell’azione si sarebbe trasformata, in un tacito “via libera” a scaricare nell’area ogni sorta di rifiuto, liberandosi di vecchi armadi, elettrodomestici, tavole in legno, calcinacci, l’immancabile rifiuto organico merce preziosa per topi e gabbiani, nonché svariata ferraglia tra cui una vecchia bicicletta arrugginita.

In barba alle prescrizioni (chissà se trascureranno i messaggi quando ci sarà da ritirare i 5000 € …), i maleducati attendevano solo l’alibi perfetto! Fregandosene dello stato di grave crisi emergenziale che sta vivendo la città che in ogni suo angolo deve far fronte a guasti di ogni natura con le sole risorse dello stato di normalità.

Chiediamoci se costoro sul piano morale siano diversi dagli ingordi, incompetenti, corrotti e vergognosi amministratori che non perdono occasione di offendere Venezia. Gli uni e gli altri non meritano di fregiarsi del titolo di “veneziano” o “veneziana”. Sporchi sciacalli!

Serve qualcosa di più dei proclami. E’ fondamentale partire dall’ascolto e di conseguenza agire. Ecco allora alcune proposte.

Veritas pianifica il ritiro dei rifiuti predisponendo specifici ormeggi in alcune aree della città; sono queste che diventano prontamente discariche temporanee (oltre al già citato Rio terà del Forner, nelle vicinanze troviamo la Fondamenta de la Tana a due passi dalla scuola elementare e S.Elena in prossimità della scuola materna!).

Se queste zone divengono inaccessibili alle barche di Veritas che non riescono a passare sotto i ponti con l’alta marea, è necessario individuare nuove aree di recupero rifiuti. Tra l’altro, queste aree sono ben mappate e quindi si fatica a comprendere cosa impedisca agli agenti di Polizia Locale di presidiare e gestire le situazioni prima che si inneschino scurrili guerriglie tra esasperati a colpi di insulti e minacce.

Stanno smarrendo la loro missione: il servizio di prossimità. Ai legislatori di ogni ordine e grado, agli amministratori, prima che alle forze dell’ordine si chiede di chiarire, inequivocabilmente, se fotografare/filmare le persone che lordano la città si configuri come violazione della privacy o rappresenti invece un comportamento virtuoso a tutela della città e dei residenti. A queste e ad altre cose sarebbe il caso di provvedere, ben prima che il MoSE entri in funzione.

Abbiamo difficoltà a porci in ascolto della sapienza dei luoghi. Ci stiamo privando di “genius loci”, la capacità di individuare, comprendere e creare un’abitudine al luogo che si traduce in attenzione spontanea e profonda alla sua specificità.

Il desiderio malevolo è che il vigoroso ricambio d’acqua in atto i questi giorni, si porti via qualcuno che non è degno di abitare Venezia. Ma lo so, è solo un sogno!

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