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The Big Wedding, quando un grande cast non può salvare un’esile sceneggiatura

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Quando ci si trova davanti ad un cast stellare che vanta nomi di Diane Keaton, Robert De Niro, Susan Sarandon e Robin Williams, ma anche delle più giovani star come Ben Barnes (Il Principe Caspian di Narnia), Topher Grace, Amanda Seyfried e Katherine Heigl (la Izzie di Grey’s Anatomy), è lecito pensare che il film sia uno di quelli per cui valga la pena comprare il biglietto.

Purtroppo questa ‘regola’ non vale per The Big Wedding diretto da Justin Zackham, che ci aveva deliziato nel 2007 con la sceneggiatura del bellissimo Non è mai troppo tardi, ma che qui non riesce mai a convincere o a coinvolgere pienamente.

Ellie (Diane Keaton) e Don (Robert De Niro) sono una coppia scoppiata e divorziata ormai da anni, rimasta però in ottimi rapporti nonostante Don conviva con la sua nuova compagna Bebe (Susan Sarandon), ex migliore amica della stessa Ellie. I tre si riuniscono al momento del matrimonio di Alejandro (Ben Barnes), figlio adottivo di Don ed Ellie. Quando ormai manca poco alle nozze, Alejandro rivela ai genitori che non ha mai detto alla sua vera madre, Madonna, che loro due sono divorziati, perché la sua madre biologica è una rigorosa cattolica verso la quale il ragazzo ha sempre avuto il timore di darle una delusione. Così Don ed Ellie dovranno fingere di essere ancora sposati.

The Big Wedding, rivisitazione in chiave americana del francese Mio fratello si sposa, è principalmente un film composto da siparietti che si poggiano sulla bravura degli attori che, però, non sembrano convinti nemmeno loro di quello che stanno facendo. La sceneggiatura della pellicola è, infatti, troppo esile per riuscire a proseguire in maniera divertente o originale, in una commedia che di vera commedia ha ben poco.

Le risate, se mai riuscisse a strapparvene qualcuna, sono a denti stretti, in una farsa che trasforma le divinità attoriali hollywoodiane più che in comici, in grottesche figurine. L’esile struttura narrativa continua a girare completamente a vuoto in attesa del grande matrimonio dove il bianco degli abiti e della scenografia fa da padrone, sparando, non poco, negli occhi dello spettatore.

Il film, inoltre, è intriso di luoghi comuni fastidiosi che raggiungono il loro picco di banalità nel momento in cui Zackham mette in scena la contrapposizione tra americani e latini. Qui una serie di convenzioni e stereotipi non aiutano una sceneggiatura che fa acqua da tutte le parti.

Ed è così che il regista riesce a non esaltare le qualità di un cast di grandissimi attori, facendoli nuotare in uno script pieno di lacune ed errori, con scene al limite del paradossale, dove gli stessi De Niro, Keaton o Heigl non sembrano sentirsi, come detto, a loro agio per esprimere tutta la loro bravura e il loro carisma.

The Big Wedding non riesce a svecchiare o a rendere originale l’ormai abusata tematica della famiglia disfunzionale e la stessa fine la fa la classica formula delle wedding comedy, che non riesce a portare niente di nuovo in questa pellicola slegata e banale, dove non basta un grande cast, qualche battuta e poche pretese per sfornare un prodotto di vera qualità.

Sara Prian

[27/06/2014]

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