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Natale di delinquenza giovanile a Mestre: 3 casi in 3 giorni

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Natale di delinquenza a Mestre con protagonisti giovani e adolescenti.
Tre casi in tre giorni, quelli delle feste natalizie: Vigilia, Natale, Santo Stefano.
L’ultimo episodio è quello di ieri notte, tra il 26 e il 27 dicembre, in via Rubicone: due ladri ventenni hanno colpito in uno studio medico, ma si sono trovati davanti gli agenti della polizia all’uscita del palazzo e sono stati arrestati. E’ il terzo episodio consecutivo di criminalità nella terraferma veneziana che ha per protagonisti dei giovani, ragazzi dai 17 ai 26 anni.

Sono le tre del mattino di oggi, 27 dicembre, quando alla sala operativa della Questura di Venezia arriva la segnalazione di un furto, ancora in atto, in uno studio medico di via Rubicone a Mestre.
I due malviventi, dopo aver forzato la porta d’ingresso, sono entrati nello studio per portarsi via l’incasso. E ci sarebbero riusciti, se una volta fuori dal palazzo non avessero trovato gli agenti della Squadra Volanti ad attenderli. I due giovani, colti in castagna, nascondevano 300 euro in contanti e oggetti da scasso tra i vestiti.

Ciò che colpisce però, è la giovane età dei ladri: M.K. ha 20 anni, è veneziano, e B.M. ne ha 26 anni, tunisino. Due ragazzi poco più che ventenni che la notte di Santo Stefano, durante le festività natalizie, invece che festeggiare con la famiglia o andare al cinema con gli amici, decidono di ripulire uno studio medico.

Entrambi arrestati in flagranza per tentato furto aggravato in concorso, sono stati processati oggi per direttissima: M.K. è stato condannato a 6 mesi di reclusione con pena sospesa e 300 euro di multa. Il complice tunisino, B.M., a 6 mesi di reclusione con pena sospesa e 200 euro di multa. Per entrambi, la misura cautelare dell’obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria 3 volte alla settimana.

Se pur con reati diversi, si tratta dell’ennesimo episodio di criminalità che ha protagonisti giovani ragazzi a Mestre, nonché il terzo consecutivo in tre giorni di feste natalizie.
C’è stata infatti la tentata rapina ad una ragazza in via Piave da parte di 21enne nigeriano, la notte di Natale, e prima l’ennesima scorribanda giovanile che ha rischiato di trasformarsi in tragedia in Piazza Barche, il pomeriggio della Vigilia di Natale. La ragazza rapinata in via Piave è stata scaraventata a terra e presa per il collo dal 21enne che voleva rubarle il cellulare, mentre in Piazza Barche un commerciante cinese stanco di angherie e piccoli furti da parte di ragazzini ha reagito rincorrendo un gruppetto, ma è stato accerchiato dal “branco” finché non ha reagito nel peggiore dei modi, accoltellando alle gambe un 17enne e un 19enne romeni.

Un problema culturale, educativo? Possibile, anche se non tutte le “bravate” sono riconducibili ad atteggiamenti di natura violenta, cioè da baby bulli o baby gang, come ad esempio quest’ultimo caso. Semmai, quello che riscontrano le forze dell’ordine in questi giorni, quando si trovano davanti giovani e giovanissimi (molti ancora in età scolastica) che hanno appena commesso reati, è un senso di impunità diffusa, di scarsa presa di coscienza per il reato appena compiuto.

Il pensiero che guida questi ragazzi sono i soldi facili da inseguire, da avere in tasca, anche rubando. E le feste di Natale sono giornate come tante altre, o peggio, occasioni in cui colpire.

Giorgia Pradolin

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