Giorgio Napolitano, nei giorni della presunta trattativa dello Stato con la mafia, all’epoca presidente della Camera, non seppe mai nulla. E gli «indicibili accordi», dei quali parla il suo consigliere giuridico Loris D’Ambrosio nella famosa lettera, erano una «mera ipotesi priva di basi oggettive».
Si è così conclusa la deposizione del capo dello Stato nel processo di Palermo, durata tre ore. Il Quirinale ha subito diramato una nota ad evidenziare che il presidente ha risposto a tutte le domande poste e anche ad alcune non ammesse dalla Corte.
Soddisfazione da parte dei magistrati: «Da parte del capo dello Stato c’è stata una grande collaborazione. Napolitano ha risposto a tutto in modo molto ampio» a cui fa da contraltare un enigmatico avvocato di Totò Riina, Luca Cianferoni: «Se resta viva un po’ di gente questa vicenda del ‘93 alla fine darà molte sorprese».
Napolitano, in abito blu, seduto al suo scrittoio nella sala del Bronzino ha risposto alle domande poste dai pm e degli avvocati. Nessuno ha chiesto a Napolitano in maniera diretta se avesse mai saputo di una presunta «trattativa» Stato-mafia. La parola stessa non è mai stata pronunciata.
Infine, una domanda sul famoso «io non ci sto» di Oscar Luigi Scalfaro è stata esclusa dalla lista.
Mario Nascimbeni
29/10/2014
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la mafia?
non esiste
la corruzione?
non esiste
la crisi?
non esiste
la casta?
non esiste
ma ………. te e i servizi segreti che ti passano le informazioni che tu neghi alla magistratura, alla democrazia, alla costituzione e alla opinione pubblica.
……… o ………, o ambedue le cose
Pena?
Fucilazione alle spalle in pubblica piazza e in diretta televisiva
Te la do io la democrazia di cosa vostra:
questa è res publica, non casa vostra!
Questa è casa nostra, è cosa nostra e non avete nessun diritto di rendere private le udienze di un processo sul malfunzionamento del potere pubblico che incarnate molto, ma molto male.
Avete paura?
Siete vili e codardi?
usate il potere pubblcio come scudo per difendervi dalle conseguenze delle vostre irresponsabilità?
Lo sappiamo benissimo, visto che la vostra massima difesa è appunto il vilipendio, oltre l’abuso del potere pubblico che avete in funzione di un giuramento che infrangete quotidianamente.