Veronica Panarello, la mamma di Loris, avrebbe ucciso il figlio – per usare le parole del giudice delle indagini preliminari Claudio Maggioni – con «inusitata brutalità». Il magistrato descrive la donna con un’ «indole malvagia e priva del più elementare senso di umana pietà», le contesta una «condotta incredibilmente cinica».
La donna avrebbe ucciso il figlio, secondo i risultati dell’indagine, fra le 8.48 e le 9.23.
Ma Veronica, mamma di Loris, con la sua macchina percorse due volte quella strada che porta al mulino. Che cosa ci è andata a fare in quella strada alle 8.33 di quella stessa mattina? Perché dirigersi verso quel luogo mentre Loris (sempre secondo la ricostruzione dei magistrati) era a casa sicuramente vivo?
La telecamera aveva inquadrato il bambino pochi minuti prima mentre rientrava nel portone dopo essere sceso in strada assieme a sua madre e al fratellino più piccolo. Lui tornava indietro, sua mamma saliva in macchina e partiva in direzione del Vecchio Mulino.
La telecamera vede la sua Volkswagen Polo prima infilarsi nella stradina e poi, alle 8.35 uscirne. Due minuti di percorrenza, proprio il tempo che ci si impiegherebbe per arrivare al punto dov’è stato trovato il corpo di Loris. Era un sopralluogo?
Ma ipotizzare questo significa pensare che Veronica sia salita in macchina avendo già deciso di uccidere Loris, e poi, tornata a casa, avere ancora la lucida ferocia di farlo.
Veronica Panarello continua a giurare di non essere mai passata, quella mattina, nella stradina poderale che porta dov’era il corpo di Loris, né a quell’ora né più tardi. Dice invece di essere andata in quella direzione per buttar via la spazzatura.
Gli inquirenti però, sarebbero sicuri: l’auto che Veronica parcheggia nel garage di casa, riconoscibile da segni particolari come una specie di grossa macchia sul tettuccio causata dalla vernice «screpolata e scolorita», è andata due volte alla via che porta al mulino vecchio, alle 8.33 e alle 9.25.
Mario Nascimbeni