Sono uno dei centomila addetti al settore della Vigilanza Privata e dei Servizi Integrati alla Sicurezza.
Ogni giorno lavoro per assicurare la vigilanza e la tutela dei beni privati e pubblici: banche, uffici pubblici, tribunali, stazioni ferroviarie, porti, aeroporti e tanti altri luoghi sono sorvegliati da tutti noi.
Un lavoro faticoso: 365 giorni, feriali e festivi, giorno e notte.
Un lavoro rischioso per affrontare, insieme alle Forze dell’Ordine, la criminalità organizzata, la micro-delinquenza, il terrorismo.
Purtroppo, lo Stato e i privati si avvalgono del mio lavoro ma nei fatti non ne riconoscono minimamente
l’importanza:
a) la mia attività viene assegnata in gare di appalto indette da Enti Pubblici e da Istituzioni in cui il prezzo del servizio è persino inferiore al costo del nostro salario;
b) Enti Pubblici, Istituzioni e privati consentono ad aziende che applicano contratti nazionali di lavoro “pirata”, stipulati da soggetti sconosciuti o privi della minima rappresentatività dei lavoratori, di operare negli appalti imponendoci così condizioni peggiori, salari inferiori, minori tutele;
c) in molti appalti, per risparmiare, si riduce il numero delle guardie giurate (con decreto e porto d’arma) e si
aumenta il numero degli addetti generici (senza decreto e disarmati).
Eppure alcune norme per contrastare questi fenomeni esistono, ma vengono disattese nella più totale incuranza:
•il Decreto n. 269/2010 ha stabilito i requisiti necessari per lo svolgimento delle attività di sicurezza, con particolare riferimento al possesso del decreto di guardia particolare giurata, ivi compresi i cd. “siti sensibili”, alla certificazione dei requisiti delle imprese;
•le Prefetture hanno precisi compiti in materia di vigilanza delle norme esistenti, compreso il potere di revoca
della licenza alle aziende irregolari;
•presso il Ministero del Lavoro sono depositate le tabelle per la determinazione del costo del lavoro da utilizzare nelle gare di appalto per la determinazione dell’offerta congrua: se venissero rispettate, le aziende irregolari sarebbero estromesse e il “mercato” sarebbe “ripulito”;
•le Associazioni Datoriali e CGIL-CISL-UIL hanno stipulato accordi per la misurazione della rappresentatività,
affinché la validità del contratto collettivo sia fondata su precisi pre-requisiti. Se questa regola fosse utilizzata dal Ministero del Lavoro e dal CNEL, si porterebbe ordine nella “giungla” contrattuale che si è creata.
Da tre anni e mezzo il contratto collettivo nazionale di lavoro non viene rinnovato per l’intransigenza delle
Associazioni Datoriali.
La mia retribuzione è ferma da quattro anni, spesso devo lavorare 50/60 ore alla settimana per far fronte alle
carenze di organico, saltando riposi e cambiando turno.
Caro cittadino, continuando a lavorare in queste condizioni,
come posso garantire la tua e la mia sicurezza?
Un operatore della Vigilanza Privata
Le organizzazioni sindacali di Venezia saranno presenti sul piazzale davanti alla stazione di Venezia Santa Lucia a sostegno del rinnovo del CCNL vigilanza il giorno 17/12/2019 dalle ore 9 alle ore 13 con un gazebo e distribuzione di volantini.
(per approfondire: guardie giurate)