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Posso fare un’operazione alle Poste di via Garibaldi? Decidono gli impiegati. Lettere

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Desidero rendere pubblico quanto avvenuto all’ufficio Postale di Venezia via Garibaldi come ultimo esempio di come ormai regni l’anarchia in un ambiente evidentemente senza alcun controllo.
Venerdì mio marito si è fatto un’ora di coda per strada (come noto bisogna stare fuori ed entrare solo quando è arrivato il proprio turno) per dopo sentirsi dire che non avrebbe concluso nulla perché per l’operazione era necessaria la mia presenza.
Restava quindi d’accordo con la direttrice che il giorno seguente – sabato – mi sarei presentata io di persona.
E infatti sabato (unica mia giornata di riposo) mi presentavo all’ufficio postale poco dopo le 11 mettendomi in coda: davanti a me 8 persone.
Stare per strada con la bora che tirava non era per niente confortevole, ma

non potevo fare altrimenti perché era un’operazione da fare allo sportello per me importante (con una scadenza).
La coda si muoveva con una lentezza tale che alle 12.25 eravamo ancora in quattro per strada davanti alle Poste ed è stato quando è uscito l’impiegato si è affacciato alla porta ed ha detto: “Ancora due e poi basta” lasciandomi fuori come prima delle due persone escluse.
Dico: “Guardi, faccia una cortesia, sono qua da quasi un’ora e mezza e non posso andar via senza fare questa operazione”.
Mi chiede cosa devo fare allora spiego che il giorno prima mio marito ha parlato con la direttrice che le ha dato uno stampato che però dovevo compilare io (che avevo in mano già compilato)…
Lui dice: “Chiedo alla direttrice” e mette la testa dentro ma fa solo il gesto perché riesce immediatamente un secondo dopo dicendo: “La direttrice ha detto di no”.
Oltre al danno, anche presa per il c… .
Provo ad insistere vista l’importanza della cosa e faccio presente che in tutte le file è sempre stato che 10-15 minuti prima della fine chi gestisce gli uffici avvisa la coda dicendo fino a dove sarebbe arrivato.
La risposta con fare beffardo:

“Signora se mi tiene qua a parlare non facciamo neanche le ultime due persone che sono entrate, io sono contento ma ciò… per carità… se ghe va ben a ea… ciò, no so…” e altre amenità del genere.
“E poi non c’è niente da fare: tra due minuti la centrale ci toglie la linea”.
Io vorrei proprio sapere da qualche responsabile di Poste Italiane:
1 se non ci sono dei tempi medi previsti per calcolare un minimo di clienti che si possono/devono servire in un giorno;
2 se è normale che gli impiegati decidano quanti utenti di Poste Italiane possano essere soddisfatti in una giornata secondo i loro umori;
3 se è vero, con un orario di chiusura previsto di sabato alle 12.40, che la “Centrale toglie la linea alle 12.30”.
Ora io andrò incontro ad altri problemi per non aver rispettato una scadenza per indolenza di impiegati pubblici e questo non è giusto e non è un’opinione.
Calcolando le persone entrate: in un’ora e mezzo sono state servite 6 persone più le ultime 2 entrate.
Otto persone in un’ora e mezzo per due impiegati agli sportelli: 4 persone a testa.
Possibile che tutti avessero operazioni di complessità tale per cui ci voleva quasi mezz’ora per ogni utente?
Dove sono finiti quegli utenti che hanno da pagare una semplice bolletta impiegando 2-3 minuti?
Statisticamente quante probabilità ci sono che siano TUTTI casi da quasi mezz’ora l’uno?
La risposta l’ha data qualcuno in coda mentre aspettavamo e ora dico che aveva senz’altro ragione viste anche le maniere che hanno con il pubblico: “Lo fanno apposta, vanno piano e perdono tempo apposta…”.

lettera firmata

Aggiornamento 06/03/2021: Poste Italiane ha replicato a questa lettera di una lettrice con la nota pubblicata a questa pagina.

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3 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Buon giorno mi chiamo Comin Patrizia volevo segnalare anche io che se esiste un posto dove non vorrei mai entrare sono le Poste ed io parlo per quelle della Giudecca e quelle di San Basilio perché a parte le code causa Covid gli operatori sono talmente maleducati ed indisponenti che ancora non sono riuscita a fare lo SPID dato che per fortuna le bollette le ho domiciliate in banca.

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