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Germania, via il burqa da tutti i servizi pubblici

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Il no della Germania al burqa fa un passo avanti: la cancelliera Angela Merkel l’ha appena definito “un ostacolo all’integrazione” dei musulmani in Germania e ora i ministri dell’Interno regionali del suo partito cristiano-democratico e sociale (Cdu-Csu) hanno scolpito in una “Dichiarazione di Berlino” che vogliono proibirlo e sanzionarlo come una “contravvenzione” in tutti gli uffici pubblici, dalle scuole ai tribunali, senza dimenticare la guida dell’auto.

Per ora è un divieto sulla carta chiesto dai ministri di otto delle 16 regioni tedesche che andrà tradotto in leggi e ordinanze sfidando remore costituzionali.

In Francia invece, nel culmine della stagione balneare, anche il comune di Nizza ha vietato sulle sue spiagge il burkini, il costume che copre integralmente il corpo usato dalle musulmane osservanti.

La città colpita dalla strage col camion del 14 luglio segue in questa decisione altri comuni, tra cui quello di Cannes, dove già sono state fatte delle multe.

Come la Merkel per il burqa, anche il premier francese Manuel Valls ha appena preso posizione sulla questione del burkini definendolo “incompatibile con i valori della Francia.

A Berlino, è stato il ministro dell’Interno federale, Thomas de Maizière, a sottolineare che il divieto di burqa dovrà valere fra l’altro “in tutto il servizio pubblico” (asili, scuole, università, tribunali, l’anagrafe) ma anche nei controlli alla guida e dei passaporti, nei cortei, come del resto già imposto da una norma pensata negli anni Settanta contro gli estremisti di sinistra.

Il ministro ha giudicato “costituzionali” queste richieste che evitano un divieto generalizzato che, come venne sottolineato già nel 2010 sulla base di una perizia degli esperti del parlamento, sarebbe incompatibile con la Carta fondamentale tedesca.

“Rifiutiamo l’occultamento completo” del volto, ha sottolineato de Maizière: mostrarlo “è costitutivo per la nostra comunicazione, convivenza e coesione della nostra società”.

Il burqa “alimenta società parallele” e deve essere “trattato come una contravvenzione”, ha detto nella conferenza stampa di presentazione del documento Lorenz Caffier, dell’Interno del Meclemburgo.

Questo è il Land dove, assieme a quello di Berlino, si vota il mese prossimo in elezioni regionali in cui la Cdu è sotto pressione da parte dell’estrema destra xenofoba che fa leva sul nesso fra stranieri e terrorismo e paventa un’islamizzazione della Germania.

De Maizière ha negato che il divieto venga chiesto sotto la pressione della nuova formazione della destra populista Afd accreditata quasi al 20% proprio in Meclemburgo.

Un altro attacco a tradizioni in qualche modo legate all’Islam è stato l’annuncio che i ministri dell’Interno Cdu
hanno chiesto a quelli della Giustizia di attivarsi per porre fine al fenomeno delle spose-bambine in Germania.

20/08/2016

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