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Conte e calcioscommesse, il Gup: contribuivano all’alterazione del risultato

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Conte e calcioscommesse, il Gup: contribuivano all'alterazione del risultato

Antonio Conte apparirà davanti al gup Pierpaolo Beluzzi il prossimo 18 febbraio.
Processo Calcioscommesse: a Cremona è stata fissata la data per l’udienza preliminare, cioè il primo atto del processo penale del filone relativo.

Conte, c.t. azzurro, si presenterà davanti al giudice con altri 103 tra cui l’ex capitano dell’Atalanta Cristiano Doni, il laziale Stefano Mauri, il presidente del Siena Massimo Mezzaroma, il tecnico dell’Udinese Stefano Colantuono, imputati diventati tali (si va dall’associazione a delinquere transnazionale alla frode sportiva) per la sessantina di combine raccolte in 80 file dopo la scrematura delle 200 partite indagate dal procuratore Roberto Di Martino.

Nella richiesta di rinvio a giudizio allegata all’avviso di fissazione dell’udienza preliminare per il ct della Nazionale Antonio Conte e altri 103 imputati per il calcioscommesse, il procuratore di Cremona Roberto di Martino spiega, in relazione all’incontro Albinoleffe-Siena (unico episodio di frode sportiva contestato al tecnico) che Conte e il vice allenatore del Siena Angelo Alessio “contribuivano all’alterazione del risultato della partita non impedendo l’evento illecito, nonostante il dovere di sorvegliare la condotta morale e sportiva dei calciatori”.

Dovere dei due tecnici sarebbe stato anche quello, per la Procura di Cremona, di “mantenere una condotta conforme ai principi della lealtà, della correttezza e della probità”, nonché di “fornire esempi di disciplina e di correttezza civile e sportiva”, previsti dagli accordi collettivi in vigore all’epoca tra allenatori professionisti e società sportiva.

Altro dovere a cui Conte e Alessio sarebbero venuti meno quello di essere “esempio di disciplina e correttezza sportiva” previsto nei confronti dei tecnici dal Regolamento del settore tecnico approvato dalla Figc il 27 luglio 2005.

Per quanto riguarda Conte, infine, “la sua stessa posizione di preminenza derivante dalla sua funzione di organizzare la squadra a lui affidata, condizionandone il comportamento”, imponeva all’allora allenatore del Siena di “impedire la manipolazione della partita” mentre, secondo l’accusa, avrebbe dato il “benestare” di lasciare la vittoria all’Albinoleffe.

21/10/2015

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