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Auto piena di bombole di gas vicino a Notre Dame. Mistero su nuovo episodio di terrorismo

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Nuovo attentato in Germania: terrorista islamico con esplosivo al concerto
Lei voleva andare in Siria e combattere a fianco dell’Isis. Forse questo nuovo attacco (fallito) al cuore di Parigi poteva spianarle la strada per coronare il suo sogno di ragazza di 19 anni. Invece è stata costretta a fuggire e di lei si sono perse le tracce.

La polizia francese la sta cercando: ritiene fortemente probabile sia la persona, già schedata come radicalizzata, ad aver abbandonato sabato scorso nel cuore di Parigi, a un passo da Notre Dame, la Peugeut 607 del padre piena di bombole a gas. Sette per l’esattezza.
L’attentato era però ancora incompleto, le bombole non avevano l’innesco necessario per farle esplodere. Forse un controllo delle forze dell’ordine ha fatto fallire il piano, forse qualcosa non ha funzionato, forse chi doveva provvedere non è mai arrivato a completare l’ “opera”.

IL nuovo atto di terrorismo con cui Parigi si sveglia questa mattina: un’auto con sette bombole di gas anche se senza miccia per farle esplodere. Un’auto parcheggiata da una ragazza di 19 anni, poi fuggita, e adesso ricercata da tutta la polizia.

Era schedata come jihadista a rischio, il padre – che ne aveva denunciato la scomparsa insieme con l’auto – conferma che aveva più volte detto di voler partire per la Siria.

I fatti – l’inchiesta è stata affidata all’antiterrorismo – sono ancora avvolti dal mistero, ma con l’allerta sempre altissima a Parigi nulla viene preso sottogamba dagli inquirenti. Tanto più che la dinamica mette in luce soprattutto un ennesimo “buco”, una voragine, nella sicurezza francese: con la città controllata e percorsa in lungo e in largo da militari, gendarmi mobili e fissi, spiata dalle telecamere, è possibile di sabato sera lasciare un’auto in sosta vietata fra la cattedrale di Notre Dame e il principale commissariato di polizia, sul quai Montebello? Con le quattro frecce lampeggianti accese e una bombola di gas (vuota) in bella vista nell’abitacolo?

Per due ore l’auto è rimasta così, un tempo abbondantemente sufficiente per pensare di farla esplodere. Poi il gestore di un locale vicino ha chiamato la polizia che ha aperto il veicolo e ha trovato, nel portabagagli, altre sei bombole, queste piene di gas. Sul sedile posteriore, fogli scritti in arabo, in corso di traduzione.

La dinamica dei fatti è ancora oscura. La polizia ha rintracciato dopo qualche ora il proprietario dell’auto, nonostante dalla vettura fosse stata asportata la targa. E’ un residente a Saint-Denis, che è stato subito fermato e poi rilasciato. Aveva denunciato la scomparsa della figlia, la quale gli aveva raccontato di voler trascorrere il week-end con un’amica ma se ne era poi andata con l’auto del genitore, la Peugeot 607 poi ritrovata a Notre Dame.

A riecheggiare in queste ore nella capitale francese insanguinata dal terrorismo negli ultimi mesi sono le parole del capo dei servizi di sicurezza interni (DGSI) Patrick Calvar, che ad inizio maggio parlò della possibilità che i jihadisti a Parigi possano passare alle autobombe o agli ordigni esplosivi.

Un uomo di 34 anni e la sua compagna di 29 sono stati fermati, e al momento sembrano la chiave di volta dell’inchiesta. Li hanno bloccati ieri in un’area di sosta sull’autostrada, nel sud della Francia, diretti in Spagna, probabilmente in fuga. Conoscono la ragazza e sono sotto interrogatorio. L’uomo è segnalato negli archivi di polizia, ma non per fatti recenti. Secondo la tv BFM, sarebbero adepti delle tesi dell’Isis ma non si sa che legame abbiano avuto con la ragazza.

Mario Nascimbeni | 08/09/2016 | (Photo d’archive) | [cod notreda]

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