Addio caro e vecchio messaggio: se è vero che di fine degli sms si parla da tempo, il 2014 potrebbe passare alla storia come l’anno del tramonto effettivo del «short message system» via cellulare.
L’ sms va in pensione, ce lo manderemo tutti noi scrivendo gli ultimi quest’anno. La conferma arriva dai dati diffusi ieri dall’Osservatorio Trimestrale dell’Agcom, che registrano in Italia una riduzione degli sms nel 2013 superiore al 20%. Cio’ significa un’accelerazione rispetto a settembre, quando il calo si aggirava intorno al 15%.
Gli sms sono destinati a sparire o a diventare una quota marginale di telecomunicazione a causa della messaggistica istantanea di rete, che è gratis e permette di condividere in tempo reale foto, video, link e tutto il materiale extra-testo di cui si compongono i messaggi tra amici, amanti e colleghi nell’era di Internet.
Secondo Agcom, mentre gli sms precipitano, il traffico dati — quello che riguarda Internet, applicazioni e chat — è cresciuto del 33%. Non a caso Mark Zuckerberg ha sborsato per WhatsApp 16 miliardi di dollari e ne ha offerti 3 a Evan Spiegel per Snapchat, l’applicazione per foto che si autodistruggono in pochi secondi amatissima dagli adolescenti e dal marketing.
I primi ad aver capito l’importanza della messaggistica istantanea nel lontano 1999 furono quelli della Research in Motion (RIM), azienda produttrice dei BlackBerry, che introdussero i BBM (BlackBerry messenger) tra i servizi di base del telefono. Ora la compagnia canadese naviga in brutte acque, mentre WhatsApp ha 1 milione di utenti nuovi ogni giorno e una crescita del 100% annua.
Paolo Pradolin
[26/03/2014]
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