Zaia, presidente della Regione Veneto, ha così parlato sulle aperture, “basta giocare ai guelfi e ai ghibellini. Con responsabilità, Matteo ha spiegato che si riapre solo se ci sono le condizioni sanitarie”.
“In pratica, se gli ospedali sono più vuoti che pieni. Nell’ultimo Dpcm di Draghi è scritto che saremo in zona rossa fino al 30 aprile, salvo la verifica dei parametri”.
“E’ esattamente quel che dice Salvini”.
Luca Zaia si pronuncia così intervistato da ‘La Stampa’ e sul fatto di che cosa riaprire prima, osserva: “Devono dirlo i tecnici. Dobbiamo usare il buon senso fra aperture e regole evitando che passi il concetto che il virus non esista più”.
“Però ora i vaccini ci sono, il che vuole dire che prima combattevamo all’arma bianca, adesso con le armi intelligenti”.
per vincere questa battaglia, però: “Ci vorrebbero più vaccini. In Israele, nel Regno Unito e in Usa ne sono arrivati abbastanza, da noi no” e la colpa è “dell’Europa. Mi sembra chiaro che chi ha preso gli accordi con i produttori non è mai andato a comprare il pane e il latte. Bisognava mandare a trattare qualcuno come Marchionne, non dei burocrati”.
Zaia conferma che comprerebbe lo Sputnik, “se fosse autorizzato dall’Ema”. “Siamo vittime di un retaggio culturale per cui se qualcosa arriva da Est e non da Ovest è una fregatura”, osserva. E a chi dice che le Regioni hanno fallito, replica: “Se questa vicenda fosse stata gestita senza le Regioni, avremmo vissuto un disastro peggiore”.
E aggiunge: “La vaccinazione è un processo industriale che si gestisce sul campo, non mandando email dal ministero. Chi vuole centralizzare ha una visione anacronistica, medievale dello Stato”.
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