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“Venezia è patrimonio del mondo e non appartiene ai veneziani di adesso”. Lettere

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In risposta alla lettera: “Le colpe dei veneziani e dei ‘venezianassi’.

Venezia è patrimonio del mondo e non appartiene ai soli veneziani, specialmente quelli di adesso che non l’hanno davvero fondata.
Tanto sbraitano contro il turismo /petrolio della città, ma in fondo cos’altro sarebbero capaci di fare se non di camparci?

Venezia ha un porto alternativo per le grandi navi da crociera – è utilizzato?
Venezia AVEVA un grande complesso petrolchimico che opportunamente adeguato potrebbe ancor essere fonte di lavoro per molti:
Venezia AVEVA le Officine Aeronavali a Tessera, apprezzate da grandi operatori aerei di livello mondiale…

Insomma Venezia aveva e non ha più niente di alternativo, è un villaggio turistico e niente di più.
Almeno che lo facciano funzionare bene in maniera decente, perché a forza di spremere i turisti va a finire che anche questi si stufano e non ci mettono più piede.

La Biennale ed altri eventi culturali attirano un certo numero di visitatori ma non si può far conto solo su quelli.
Far pagare l’ingresso ai turisti dà ancor più l’impressione di pagare il biglietto del Luna Park.
E comunque direi ai Veneziani: non sputate sul piatto dove mangiate.

R.R.
(lettera firmata)

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31 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Mi piange il cuore vedere nel tempo come in questo paese Venezia, come tutte le altre città di un certo spessore culturale sia ancora una volta la mucca da mungere per trarne profitto spicciolo anche da parte di molti veneziani che in questi anni l’hanno svenduta. Ai negozi storici degli artigiani locali si stanno sempre più imponendo le catene commerciali che stanno uniformando tutte le città e gli innumerevoli negozi di souvenir (spesso di cianfrusaglie prodotte in Cina) che io mi domando come possono arrivare a fine mese; di che cosa campano questi? Possibile che ci sia un mercato così florido di cianfrusaglie così da invadere la città perfino con oscene bancarelle che infestano Piazza San Marco e il Lungomare degli Schiavoni? Venezia ha bisogno di essere ripulita di questo becero mercato, ha bisogno di non essere svenduta ai Cinesi, ha bisogno di uno Statuto Speciale che permetta il reinvestimento di ogni fonte di reddito nella salvaguardia della città e nel far rifiorire le attività artigianali più nobili di un tempo. O.tre ai sovvenzionamenti necessari al restauro dei Palazzi e delle Piazze della città. Piazza San Marco la sera è sepolcrale, senza illuminazione, con tutte le finestre dei palazzi che si affacciano sulla piazza chiuse e spente. Possibile che nessuno sappia far vivere la città valorizzandone i dettagli? Non serve ristabilire un polo chimico che negli anni passati ha compromesso il precario equilibrio della Laguna ma semmai riconvertirlo al servizio della innovazione tecnologica puntando sulla ricerca sulle tecnologie pulite di cui Venezia si dovrebbe fare portavoce proprio per la sua precario stato d’essere.
    Venezia deve essere trattata al di sopra di ogni altra città al mondo e per questo ha assolutamente bisogno di uno Statuto Speciale con regole ben precise se non la vogliamo vedere morire!
    Giovanni Panarotto

  2. Non capisco tutto questo odio da dove provenga. Parli di un “villaggio turistico”? Sciacquati gli occhi, in questa splendida città c’è gente che ci mette tutto il cuore per mantenere vive le proprie tradizioni. Ma poi che discorsi sono? Cosa ti aspetti, che rimanga in vita la gente che l’ha fondata? Non è solo dei Veneziani “il problema” della perdita degli antenati. Tutto il mondo, dico purtroppo, sta retrocedendo in campo paesaggistico-culturale a causa dell’evoluzione tecnologica. Noi giovani di oggi mandiamo tutto a quel paese a causa della soddisfazione di cui tendiamo a godere facilmente, senza creare arte. A causa del tempo di cui ci privano i cellulari. Tempo per soffermarci sulla vita e modificarla a piacere nostro, senza subire modifiche da parte della tecnologia. IO volevo davvero essere vissuta in un’altra epoca… ma tornando al discorso di prima. Vivo a Verona, amo Venezia con tutta me stessa, vivo per proteggerla dall’inquinamento e dall’ignoranza delle persone, da quando sono a conoscenza di entrambe le presenze. Non normalizziamo il continuo criticare, non è normale. Se vuoi cambiare perchè credi qualcosa sia sbagliato, agisci. Non star dietro ad uno schermo, apatico, successivamente fiero di aver reso pubblico un tuo ridicolo e banale pensiero. Fa’ qualcosa. “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”, come diceva Gandhi.

  3. Perchè non pensare di mettere in vendita gli immobili chiusi a prezzo politico? Un modo per rivivacizzare la vita della città che si sta spegnendo in un museo? Per esempio prezzi di vendita con corsia privilegiata per i… veneti. Vuoi vedere che non succederebbe niente?

  4. Io sono padovana, sono venuta per anni e anni a Venezia per gustare il sapore di una città senza auto. Purtroppo ho notato anche un cambiamento che non la valorizza anzi la lascia andare al suo destino di città museo.
    Ho solo una grande nostalgia

  5. Venezia puo’vivere di lavoro , oltre al porto e polo industriale che quest’ultimo potrebbe servire per produrre Hidrogeno , abbiamo un Arsenale per la produzione di imbarcazioni di tutti i tipi. Ma finché si voterà degli incapaci o persone che non sono nate a Venezia e non ne conoscono la storia, è chiaro che la città viene mortificata.

  6. Il problema principale di Venezia consiste nel fatto che non è abitata da Veneziani. Il 99,9 per cento degli attuali suoi residenti , che hanno quasi tutti superato gli 80 anni, provengono da altre regioni e hanno visto nella città solo un modo per sopravvivere.

  7. Di G.A. & D. Pugiotto

    La marsaria

    Quela matina del febraro sesantaoto
    Xe ga Liga la barca del Mario in fondamenta, e col careto del osto, che spussa de vin
    Go’ porta’ via co i mobili vinti ani de Zuecca.
    Pioveva quela matina,
    L’aqua se insembrava a le lagrime
    Fin che i brazzi forti dei amici
    Caricava el topo
    Mi me vardavo in giro,
    Cercavo no so cosa,
    Forse na parola,
    Forse n’anema che me dasse la man.
    E La vecia me diseva,
    Par un Zuecchin che va’
    Cossa ti vol che sia,
    A Mestre ti ga’ el termo,
    No ghe xe umidita’,
    Ti xe arente lavoro,
    Ti ga’ manco da far.
    E la rabia dentro magnava le buele
    E la vogia de Cigar, de spacar tuto,
    Col topo se ga ‘ mola’,
    Go’ cala’ la zucca e so’ NDA via,
    Lassando la me zente
    E na tera che sento ancora mia.

    E da qui partiva la morte de Venezia
    Politica
    Magna schei
    Fioi de baldracche
    Cialtroni ciarlatani sindaci che El so serveo sta su un coriandolo e vanza spazio, se ga venduo a lobby associazioni a delinquere.
    Ga’ fatto e fa de Venezia “Gardaland”
    Lagrime amare

  8. Buongiorno,
    innanzitutto il tempo delle banalita’ e’ finito.
    Venezia e’ stata svenduta, e’ vero, per interesse di pochi potenti e per la disperazione della maggioranza dei Veneziani, la maggior parte costretti ad emigrare. Venezia Luna Park lo sento dire da almeno 30 anni, ma vivacchiare di monocultura turistica e’ molto molto facile e non serve nessuna competenza e rischio imprenditoriale.
    Cosa fare: ritornare a quello che sappiamo fare da sempre, gli ARTIGIANI, sfruttando le nuove tecnologie. Incentivare la cantieristica, la produzione di tessuti, profumi, vetro, ceramica, ecc., sfruttando spazi inutilizzati come l’Arsenale, l’ex Umberto I e tantissimi altri luoghi chiusi da decenni. Ricordo che abbiamo due delle piu’ famose universita’ italiane che dovrebbero contribuire allo sviluppo della citta’ grazie alle idee dei giovani con l’aiuto delle nuove tecnologie. Creare sinergie con la citta’ di terraferma e non vedere Mestre come un mostro da combattere (ormai i Veneziani stanno quasi tutti li’).
    In poche righe ho tracciato una strada e non sono nessuno. E’ necessaria, pero’, la volonta’ di tutti. Venezia e Noi Veneziani risorgeremo se la smettiamo di piangerci addosso e se cominciamo ad aprire le nostre menti come hanno fatto i nostri avi
    Buon Natale a Tutti
    Duri i Banchi

  9. Io vengo da vari anni con turisti della Svizzera italiana per l’immacolata per 3 giorni. Venezia incanta sempre e i miei clienti sono quasi tutti gli stessi e sono sempre entusiasti. Ogni volta la città ci offre meraviglie d’arte diverse e non ci stanchiamo mai. I concerti poi sono meravigliosi e ci riempiono di gioia. Unica Venezia.

  10. Io amo Venezia, e una città fantastica,
    Credo che i veneziani doc, ne siano rimasti
    Pochi e vanno rispettati perché infondo
    La città e la loro, come Napoli è dei napoletani, Roma dei romani….

  11. R.R. vacci tu a lavorare al petrolchimico! Il turismo riempie le tasche di pochi, l’altro inquina (e uccide), Venezia deve diversificarsi offrendo lavori nel settore dei servizi basta turisti, solo a numero chiuso!

  12. Venezia è unica. Vi vivo 15/20 giorni al mese . Certo quando ti allontani ritrovi alcune delizie di cui ti privi vivendola. Anche la socialità sta andando a scemare complice il perdurare del virus. Oramai la città è votata al santo Graal del turismo e questo è a detrimento della vivibilità. Non vi sono quasi più locali per residenti e anche le vecchie osterie e bar sono sempre meno e si perde l’humus in cui si perpetuavano le confidenze e le amicizie

  13. Da veneziana che ama la sua città e non vive di turismo volentieri sottoscrivo e ribadisco quanto scritto da Francesco:
    I veneziani hanno il sacrosanto diritto di avere più diritti sulla loro città di chi Veneziano non è. Venezia potrebbe benissimo ricreare un tessuto urbano a uso e consumo dei suoi abitanti, con un turismo ben calibrato e ben pensato. Ben vengano anche nuovi abitanti da fuori, non sarebbe difficile trovare 100 mila persone desiderose di venire a vivere a Venezia, su 7 miliardi di terrestri. E allora rifiorirebbero negozi di vicinato, sale cinematografiche, librerie, campi sportivi, ecc. Ma manca la volontà politica di farlo. Checchè lei ne dica, è una esigua minoranza, ma potentissima economicamente, a decidere le sorti della città. Sono più quelli che subiscono i danni del turismo di quelli che si pappano tutta la lauta torta.

  14. Caro signore/signora lei non ha la benché minima idea di Venezia e del suo tessuto sociale ma mi sembra che dopotutto ci invidi perché siamo nati nella città più magica del mondo e tra acque alte, servizi minimi, difficoltà economiche insistiamo a viverci.Il suo livore non ci tocca. Buone feste a lei comunque.(Noi veneziani amiamo le tradizioni e siamo educati).

  15. Beh guardi, se dobbiamo parlare del petrolchimico, sarà pur stato un polo importante, ma é anche stata la causa di piú di un centinaio di morti sospette, ed é stato anche la causa dello spopolamento della città, che é avvenuto a partire dagli anni 60. Qui a Venezia prima di questo esodo, abitavano più di 160 Mila persone, ora siamo in 50 Mila, isole comprese. Se poi parliamo d’industrializzazione, c’è un altro punto importante che lei non ha citato, che era il polo industriale dell’isola della Giudecca, dove c’erano fabbriche come la Junghans, e stabilimenti come quello dell’istituto Luce. Tornando poi al petrolchimico, bisogna anche dire che è stato anche causa, di un inquinamento ambientale, che ha fatto sì che l’ecosistema lagunare, (che é molto fragile), l’ha modificato irreversibilmente. Comunque come le é già stato detto, questa é una città che ha sempre accolto, e che anzi nella sua storia, e ancora ora ha sempre cercato d’imparare qualcosa di nuovo da chi viene a soggiornarci. Purtroppo in questa città, s’è puntato molto su una monocultura turistica, che per certi versi non é più in grado d’esser sostenuta, in quanto la domanda é sempre più alta, quando in realtà bisognerebbe offrire un servizio qualitativamente migliore, cosa che per ora “grazie” anche alla politica aberrante di codesto sindaco non si può attuare. Un altro punto fondamentale, che servirebbe per rilanciare l’economia veneziana, sarebbe quello di mettere fine all’esositá dei proprietari d’immobili, perché dobbiamo tener conto che ora un veneziano, o italiano che sia, non ha disponibilità economiche per andare sostenere i costi, cosa che invece uno straniero può permettersi, e difatti quasi l’80% delle attività ora sono in mano ad extracomunitari. Vede, prima di scrivere lettere come questa, bisognerebbe informarsi, e se no addirittura addentrarsi, così da capire bene di cosa si sta parlando.

  16. Bei unseren Besuchen in Venedig
    erleben wir immer die wunderbare ” Serinissima”
    …. und das
    ist für uns bleibend.
    Wir kommen immer gerne
    wieder und freuen uns auch
    auf die Begegnungen mit
    unseren “Amici al banco. ”
    Buon natale e anno nuovo.
    Federico Mosello
    &
    Dolce Renata

  17. È bene che chi non vive l esperienza Venezia intimamente si risparmi commenti per lo meno inappropriati. Abbiamo svenduto la nostra città (sarebbe più opportuno dire che l hanno svenuta) esclusivamente per o tornaconto personali o per tornaconti di grossi gruppi finanziari. Palazzi storici svenduti trasformati in albergo, le lobby dei gondolieri e dei motoscafisti che fanno quello che vogliono, negozi che vendono cianfrusaglie, la fabbrica del vetro e del merletto sempre più allo sbando, il vero artigianato praticamente scomparso . E ai Veneziani di tutto questo sfacelo cosa resta? Niente. Pertanto non date colpe inesistenti ai veneziani.

  18. Non capisco chi spreme i turisti a Venezia, B/B a 20 euro a notte, caffè al bar o pasticceria a 1,10 €, pizze al taglio a 1,80€, magneti nei negozi Bangladesh a 0,40€ . Tre supermercati COOP due CONAD con gli stessi prezzi in tutta Italia. Giro in vaporetto per il Canal Grande di un ora 7 euro, giro in gondola di lusso di mezz’ora a 70 euro ma dov’è che il turista viene spremuto?
    Siete rimasti agli anni 70 forse.
    Matteo Napoletano

  19. E’ un non veneziano e un ignorante che scrive! Saprebbe altrimenti che chi ci mangia sono per la gran parte non veneziani…In ogni caso poi lo sfruttamento e la distruzione della citta’ se anche cosi’ fosse non sarebbe ammissibile

  20. Intanto Lei che scrive, caro o cara R.R., se viene nella MIA (e di tutti i veneziani) Venezia sarà ben accolta se entra in punta di piedi, da ospite quale è, così come faccio io se vado da ospite, rispettosamente, in una qualche città d’arte o località turistica. Gli insegnamenti che Lei vorrebbe impartire, da ‘foresta/o’, lasciano il tempo che trovano. Più trascurabili ancora, se invece dovessero provenire da persona che a Venezia è nata e/o ci vive. I veneziani hanno il sacrosanto diritto di avere più diritti sulla loro città di chi Veneziano non è. Venezia potrebbe benissimo ricreare un tessuto urbano a uso e consumo dei suoi abitanti, con un turismo ben calibrato e ben pensato. Ben vengano anche nuovi abitanti da fuori, non sarebbe difficile trovare 100 mila persone desiderose di venire a vivere a Venezia, su 7 miliardi di terrestri. E allora rifiorirebbero negozi di vicinato, sale cinematografiche, librerie, campi sportivi, ecc. Ma manca la volontà politica di farlo. Checchè lei ne dica, è una esigua minoranza, ma potentissima economicamente, a decidere le sorti della città. Sono più quelli che subiscono i danni del turismo di quelli che si pappano tutta la lauta torta. Ma un sindaco inetto, farneticante e incapace, come politico, ma pieno di conflitti di interesse, cinico speculatore, eletto da poveri dissennati, non può che favorire l andazzo per mangiare più che può, finché può.

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