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Veneto: contagi, decessi e punto sulle vaccinazioni di sabato 17 aprile

Il presidente Zaia soddisfatto per le riaperture: "I fatti ci dicono che abbiamo lo stesso numero di pazienti del marzo 2020, quando c'era il lockdown mentre adesso le fabbriche sono tutte aperte e le strade piene di gente. Le zone rosse ormai esistono solo sulla carta. E poi siamo diversi anche noi".

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Covid in Veneto: contagi, decessi e punto sulle vaccinazioni sulla base delle informazioni comunicate dalle Regione Veneto sabato 17 aprile.
Resta sempre intorno alla soglia dei 1.000 nuovi casi al giorno l’andamento dei contagi Covid in Veneto.
Nelle ultime 24 ore i positivi al tampone sono stati 940.
Oggi si contano purtroppo anche altri 24 decessi.
ieri i decessi dichiarati erano stati 11.
Il numero dei ricoveri dei malati Covid nei normali reparti medici è oggi di 1.520 (-89).
Stabile l’occupazione dei posti letto nelle terapie intensive con 261 degenti ricoverati.
I soggetti attualmente positivi in regione sono 26.643 (-1.689).

Procedono senza indugi anche le vaccinazioni in Veneto.
Sono 25.037 le dosi di vaccino somministrate nella nostra regione nelle ultime 24 ore.
Il dato di oggi porta il totale a 1.268.680.
L’aumento delle prime dosi è di 13.095 unità (902.306 complessive), mentre sono 11.942 i cicli completati in più (366.374).
Il totale delle prime dosi somministrate riguarda il 18,5% della popolazione, quello dei cicli completati il 7,5%.
L’87,8% degli over80 si è già visto somministrare almeno un vaccino.

Luca Zaia ha così commentato l’ipotesi delle prossime aperture imminenti: “È un’ottima decisione perché prende atto della realtà. Il problema non è essere aperturisti o chiusuristi a prescindere, ma guardare i fatti. E i fatti ci dicono che abbiamo lo stesso numero di pazienti del marzo 2020, quando c’era il lockdown mentre adesso le fabbriche sono tutte aperte e le strade piene di gente. Le zone rosse ormai esistono solo sulla carta. E poi siamo diversi anche noi”.

Il governatore del Veneto ha così parlato su La Stampa: “La Lega, con il suo segretario – fa presente – ha sollevato la questione. Posto che la verità in tasca non l’ha nessuno, tra i due fondamentalismi c’era lo spazio per il buon senso ed è quello che abbiamo cercato di trovare. Salvini ha sempre detto che, dati permettendo, in sicurezza, bisognava gettare il cuore oltre l’ostacolo e riaprire quel che era possibile. Mi sembra che sia quel che sta succedendo. Le linee guida sulla riapertura sono state scritte dalle regioni col coordinamento del Veneto”. “Dall’inizio della pandemia – osserva – è cambiato il sistema sanitario. Abbiamo il doppio dei posti in terapia intensiva, i dispositivi di protezione individuale, i vaccini, gli anticorpi monoclonali, dei protocolli di cura innovativi. E soprattutto conosciamo il nemico”.

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