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Pordenone: immigrati protestano perché vogliono wifi

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immigrati per strada con telefonino nostra

A Pordenone immigrati ai quali è garantita l’ospitalità si sono lamentati per il mancato rispetto, a loro dire, di alcuni diritti fondamentali come il wi fi: forse è il caso di spiegare agli immigrati che arrivano nella nostra terra che esistono dei limiti nel pretendere diritti che tali non sono.

Il Wi Fi non è un diritto e non rientra tra gli obblighi di chi dà accoglienza e ospitalità. Chi fugge dalla fame, dai pericoli della guerra o da malattie, si accontenta di ben altri standard di assistenza e non penso metta al primo punto Internet.

Ma questa protesta, per altro ricorrente, che torna di tanto negli angoli più disparati della penisola italica talvolta con altre richieste bizzarre come accadde in Brianza quando oltre al Wi Fi gli immigrati pretendevano persino delle biciclette, offre lo spunto per altre considerazioni: cosa accadrà quando lo stato italiano non potrà più sostenere le spese per l’accoglienza? Come reagiranno gli immigrati che oggi ospitiamo?

Prima o poi bisognerà prendere in considerazione anche questo aspetto: il dopo emergenza. Il dopo emergenza in una realtà che ha gravi problemi occupazionali e che non riesce a vedere la via d’uscita da una crisi economica epocale. Nessun pasto è gratis e se finissero i soldi?

Già oggi, la spesa dell’accoglienza è elevata, forse fin troppo. Secondo l’Istat la soglia di povertà assoluta per una famiglia di tre persone nel Nord Italia in un’area metropolitana con oltre 250 mila abitanti s’attesta a 1007 €. Tale soglia scende a 650.10 € per una sola persona sempre nel Nord Italia.

Un immigrato costa alla collettività 35 € al giorno che danno 1.050 € al mese, dunque siamo ad una cifra superiore alla soglia di povertà assoluta prevista per un italiano sebbene sia da ricordare che buona parte dei 35 € viene incassata dai signori del business dell’accoglienza, gli unici che oggi non possono parlare di crisi economica.

Chi costa alla collettività circa 1.050 € al mese pretende di avere il wi fi gratis. E chi si abitua a vivere, o sopravvivere, grazie all’accoglienza della comunità cosa farà quando non solo non ci sarà il wi fi, ma non ci saranno nemmeno i soldi per pagare alloggi, vestiario e cibo?

Roberto Ciambetti

26/07/20156

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