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No Grandi Navi a Venezia spettacolarizza la protesta: ieri lancio di uova e finto abbordaggio

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Festa 'No Grandi Navi': 2.000 ballano e cantano sulle rive delle Zattere e le navi partono da Venezia più tardi per una volta

No Grandi Navi a Venezia: uno slogan che riecheggia su Venezia martellante come il ritornello di un tormentone. Poi, una volta l’anno, di norma a settembre, i sostenitori di questo orientamento scendono in piazza (in fondamenta) per manifestare pacificamente questa contrarietà nei confronti delle navi da crociera che violentano la laguna.

No Grandi Navi a Venezia è oggi anche categoria sociale, oltre che slogan. Contraddistingue le persone che si muovono per protestare raggruppando residenti “storici”, gente amante della voga, della laguna e del suo ecosistema, studenti, centri sociali, libere associazioni e via dicendo. “Attivisti” che con il tempo hanno anche imparato come protestare lecitamente dopo aver passato anche guai giudiziari per le loro manifestazioni contro le “Grandi Navi”.

Ieri, domenica 30 settembre, è andata in scena l’ennesima protesta e, probabilmente, il numero dei presenti manifestanti era superiore delle precedenti. Effetto di reazione dei liberi cittadini per gli attacchi subiti anche a colpi di denunce? Non si sa. E’ certo però
che lo slogan “Via le navi dalla laguna” ieri è stato urlato da oltre duemila persone (per gli organizzatori, circa cinquecento per la questura) ed è forse il raggruppamento più numeroso da quando si è formato questo movimento, e cioè ormai da più di dieci anni.

Il “No” – viene ribadito – vale per il canale della Giudecca, per l’opzione Marghera o per il canale Vittorio Emanuele.
Il “No” è un “senza se” e “senza ma”. Semplicemente: «No alle Grandi Navi a Venezia». Gente, fischietti, pentole e cucchiai sulle rive, altri in mezzo del canale in barchino.
La novità di quest’anno è il lancio di uova. Platonico e simbolico, comunque, dato che il dispositivo di sicurezza della questura, tra moto d’acqua e lance lagunari e della capitaneria di porto, non ha fatto avvicinare nessuno.

In termini pratici, quest’anno è andata in scena un’azione di disturbo dei “No Grandi Navi” di Venezia lungo il Canale della Giudecca che ha simulato un finto “abbordaggio”. In realtà si è trattato di una sorta di ‘scorta’ alle navi in uscita dal Terminale crociere di passaggio per il braccio d’acqua tra la Giudecca e le Zattere facendo un po’ di confusione.

I manifestanti hanno acceso un po’ di fumogeni, hanno sparato qualche petardo luminoso, da qualche barca è partito anche qualche uovo all’indirizzo della fiancata delle navi. Il tutto sotto gli occhi della polizia, che con i propri mezzi ha mantenuto le piccole barche a distanza di sicurezza, in un paio di casi azionando anche l’idrante di bordo.

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La prima a essere presa di mira, per qualche centinaio di metri, è stata la “Msc Musica”, uscita dal terminal intorno alle ore 16.00. Le si sono subito affiancate alcune delle imbarcazioni, a remi e a motore, che si erano radunate partendo dalla Giudecca fino al ‘presidio’ lungo le Zattere.

Sono state in tutto una cinquantina le imbarcazioni che hanno risposto all’appello degli organizzatori. Prima si è svolta una regata lungo il Canale della Giudecca, al centro del quale sono state poste alcune installazioni galleggianti, con palloncini e finte ‘mine’.

Il presidio della manifestazione è stato posto lungo le Zattere, con alcuni gazebo informativi e musicali. Sempre sulla fondamenta sono stati allestiti ormeggi galleggianti e punti di ristoro.

Quest’ultima iniziativa ha chiuso una due giorni organizzata dai comitati ‘del no’ che ieri hanno tenuto un’assemblea ai Magazzini del Sale, soprattutto per esprimere il proprio disappunto nei confronti del Governo, colpevole di aver compiuto troppi voltafaccia sulla questione.

Al centro, come si sa, l’opposizione totale dei “No Navi” all’entrata di qualunque crociera nel contesto lagunare, e pure all’ipotesi, concordata nel Comitatone del novembre dello scorso anno, di indirizzare “I giganti del mare” oltre 55 mila tonnellata di stazza per il Canale dei Petroli attraverso la Bocca di porto di Malamocco, per attraccare a Marghera.

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