Venezia, 12 giugno 2016, “esplosione” della protesta dei residenti contro i “mostri della laguna”: trombe, fischietti, cartelli, slogan, dalla fondamenta delle Zattere e da quella della Giudecca. Poi, al culmine, anche tuffi in acqua a scopo dimostrativo soprattutto, ma anche con la recondita intenzione di ostacolare per qualche secondo l’uscita delle grandi navi da crociera dalla Marittima delle 18.
La giustizia fa però il suo corso ed ora sono sotto processo 16 persone tra cui Tommaso Cacciari e altri 15 manifestanti.
L’accusa nei loro confronti è quella di interruzione di servizio pubblico, ovvero violazione dell’articolo 340 del codice penale, che prevede pene fino a tre anni.
Ieri prima udienza davanti al giudice Stefano Manduzio, il tempo di verificare i primi atti e riscontrare che andavano perfezionate ulteriori notifiche e rinvio al 5 ottobre.
Gli attivisti del comitato No Grandi Navi a Venezia avevano già fatto la conoscenza delle aule di tribunale per le loro manifestazioni, ma finora senza condanne. La famosa “battaglia navale” con le forze dell’ordine davanti alla Salute del 2012, ad esempio, con pericolosi incroci di natanti in acqua e getto di idranti per disperdere i manifestanti imbarcati era finita con una manciata di assoluzioni.