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Navigator, la carica dei 50mila. Chi ce la farà troverà lavoro a chi ha il Reddito di cittadinanza

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L’Odissea dei candidati a Navigator. Jannacci “Bisogna andare, ma dov’è che si va e se dobbiamo andare, hai detto te, se bisogna, si va”. “Ma dove vanno i marinai. . .” gli fa eco Francesco de Gregori, a dire, quanto il navigar ispiri gli eventi umani, anche quando si dovranno pilotare quegli esseri umani, senza lavoro e poveri, sperando di non smarrire la rotta e di non affondare.

Ci siamo. È arrivato il giorno della resa dei conti, ancor prima che si siano verificati i criteri e le somme. Il maxi – concorso per chi si è imbarcato sulla nave della speranza per diventare Capitano, Navigator, come si usa dire oggi, attende l’equipaggio alla Nuova Fiera di Roma. Non è Itaca, è Roma e la barca non la porta Ulisse ma Luigi Di Maio.

Sono tanti i candidati, provengono da ogni regione, alcuni hanno viaggiato tutta la notte, per arrivare puntuali, il mattino presto.

Per tre giornate, 53.907 aspiranti a una qualifica di Navigator, che dovrebbe diventare il supporto operativo del reddito di cittadinanza, bramano di superare il concorso, perché i posti assegnati saranno solo 2980 e sanno bene che sarà dura. La loro età oscilla dai 30 ai 40 anni.

Uno su 18 ce la farà e dovrà attrezzarsi per formare e poi trovare un lavoro a chi già percepisce il reddito di cittadinanza. I vincitori di concorso lavoreranno, in zona precariato, fino ad Aprile 2021 e il compenso annuo sarà di 27.338,76 euro lordi, oltre a 300 euro lordi, per spese di viaggio e forfettario.

Le selezioni per i Centri per l’impiego, 5.600 posti, invece, dovranno attendere date future.

A mettersi nei panni dei candidati, si avvertono le difficoltà che dovranno incontrare, già partono svantaggiati dal numero esiguo di posti rispetto la domanda e poi altre questioni affanneranno le loro giornate. Il loro domani è nelle mani avare di quelle benedette cento domande a risposta multipla, cui rispondere in 100 minuti.

Saranno quesiti a carattere culturale, informatico, lavorativo, politico aziendale, sociologico, nonché test psicoattitudinali.

Tre quarti dei candidati sono donne – 39.528 le candidate iscritte – nella metà dei casi si tratta di una persona con età compresa tra i 30 e i 40 anni.

Moltissimi vengono dal Mezzogiorno: sono 29.193, per la gran parte da Campania (9.420) e Sicilia (8.580). Nel proprio curriculum la laurea più frequente (per 16.953 aspiranti) è quella in giurisprudenza, seguita da psicologia (12.080) e scienze economico-aziendali (7.242). (Dati Agenzia Nazionale Politiche attive per il lavoro). Chi va per mare deve stare attento ai naufragi e saper leggere bene le carte d’orientamento del viaggio.

La domanda che oggi ci si pone : basteranno tremila navigator per seguire tutti coloro che avranno diritto al Reddito e aiutarli a trovare un lavoro concreto?

Si stimano 900 lavoratori pro-capite e per ciascuno di loro si dovrà provvedere ai corsi di formazione e alla ricerca di tre proposte di lavoro; i tutor (si potrebbe chiamarli anche così) dovranno accompagnare con la giusta andatura i disoccupati verso una possibile assunzione, inoltre dovranno controllare che siano impegnati nei lavori socialmente utili.

Ma chi si occuperà delle sensazioni, dei pensieri, del travaglio interiore di chi, perdendo il lavoro, va perdendo anche la speranza? Quali sono le competenze di chi si dovrà pur occupare di questo aspetto, per nulla marginale?

Orientamento e controllo sembrano caratterizzare l’impegno dei navigator, che tuttavia si giocano fino in fondo la sfida, pur di poter lavorare, come comprensibile.

Rimane un sapore agro amaro, una sensazione di disagio, quando si pensa che molti giovani e non solo, sono i nuovi assistiti di un’economia che dovrebbe garantire loro lo spazio nel rispettare l’espressione più alta della dignità umana: il lavoro.

I navigatori faranno quello che potranno, gli altri faranno altrettanto.

Andreina Corso

(foto di archivio)

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