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Musei Civici Veneziani, grave attacco a lavoratrici e lavoratori

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Nei Musei Civici Veneziani si aggrava l’attacco alle lavoratrici e ai lavoratori dei servizi in appalto, con l’annuncio delle cooperative Coopculture e Socio Culturale della disdetta dei contratti integrativi aziendali.

Ancora una volta l’unica strategia che le aziende intendono attuare è quella della distruzione dei salari e dei diritti dei lavoratori (già duramente colpiti in occasione del precedente cambio d’appalto e con la cassa integrazione che si protrae da quasi due anni). Solo per restare nel territorio veneziano, non è diverso da ciò che accade in AVM, dove i lavoratori da mesi combattano con coraggio contro la protervia aziendale e la vergognosa complicità (per non dire il mandato) della giunta comunale.

Contro questa prospettiva a nulla valgono le ipocrite prese di posizione di forze politiche come il PD, da sempre conniventi col sistema criminoso degli appalti e che hanno addirittura contribuito attivamente alla privatizzazione del servizio con la creazione nel 2008 della Fondazione Musei (che ha poi implementato proprio quel sistema di appalti).

Allo stesso modo a nulla serviranno le doglianze delle burocrazie sindacali e le peregrinazioni tra un’istituzione borghese e l’altra nella speranza di un intervento risolutore: quelle istituzioni esistono per garantire i diritti degli sfruttatori, non quelli degli sfruttati.

Il Partito Comunista dei Lavoratori si schiera coerentemente ed incondizionatamente al fianco dei dipendenti delle cooperative, invitandoli ad usare tutta la loro forza organizzata, al di là di ogni distinzione sindacale, per respingere l’aggressione padronale e li chiama ad unire la loro battaglia con le altre vertenze in corso, a cominciare proprio da quella di AVM, per una mobilitazione generale dei lavoratori di Venezia a difesa dei proprio diritti, dei propri salari e dei servizi di pubblica utilità.

Una mobilitazione che finalmente metta in discussione la loro indegna condizione lavorativa – quella dei bassi salari, della precarietà permanente, degli appalti al ribasso – e che abbia il coraggio di arrivare ad usare parole d’ordine chiare, forti e ineludibili, come la cancellazione di ogni forma di privatizzazione (comprese le fondazioni museali come quella veneziana) e delle esternalizzazioni, con l’assunzione diretta di tutto il personale.

Partito Comunista dei Lavoratori
Sezione di Venezia Pietro Tresso

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2 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. MA come, con 30 milioni di turisti a Venezia, di cui buona parte visita i Musei, non ci sono soldi per pagare decentemente i lavoratori e per assumerli come dipendenti del Comune che preferisce risparmiare (secondo me si può parlare direttamente di sfruttamento indegno!) dando in appalto i servizi a Cooperative che pagano una miseria di dipendenti?
    Ma non si vergogna? Tutto il mondo lo dovrebbe sapere!
    MA come si fa ad arrivare a tanto, con i miliardi che Venezia incassa dai turisti?
    E intanto vedo invece le vetrerie vengono finanziate con tre milioni di euro, dopo che più di qualcuna, da quanto leggo su:
    ilgazzettino.it/nordest/venezia/vetrerie_murano_scoperta_mega_evasione_dieci_indagati_cambiavalute-3730670.html )
    è stata “pizzicata” ad evadere milioni di euro (anche 4 milioni per una sola vetreria!)
    Ma siamo alla follia! La vergogna dei furbi premiati e gli onesti tartassati fino a dove arriva?
    Comune: è ora di cambiare, ed assumere i dipendenti dei Musei Civici come dipendenti comunali a tutti gli effetti, e di opporsi ai finanziamenti, con soldi di chi le tasse le paga fin troppo, a società che ne hanno pagate pochette!
    Basta sfruttamenti e furbate!
    Prof. Fabio Mozzatto.

  2. Buongiorno, purtroppo I lavoratori dei Musei Civici Veneziani vivono una situazione di reale e grave precarietà da anni. La maggior parte di essi sono del tutto sfiduciati ma anche divisi dalla sostanziale pochezza di una deteriorata politica sindacale, che si è mostrata più volte fortemente divisa al suo interno da personalismi vari. Per intenderci, il tono di questa lettera, riflette totalmente quel j’accuse che si sente da anni. È colpa del comune, della fondazione, delle cooperative, dei sindacati, del Pd, di tutti, tranne del soggetto che stila il comunicato del momento. Certo, proporre l’unità dei lavoratori, la loro mobilitazione, peró chi dovrebbe unire, unisca, chi rilancia la mobilitazione dei lavoratori la organizzi. Serve supporto, servono proposte, organizzazione. Quando l’avversario è forte, serve che un soggetto sindacale e/o politico, come in questo caso, che tracci una strada, al fine di ricostruire un clima di fiducia nei lavoratori. Organizzate, come forza diversa, un’assemblea pubblica. Non basta invitare alla mobilitazione, già è autunno, senza la concretezza, questo comunicato sarà a breve una foglia morta. Magari grazie a voi qualcosa cambierà. Grazie davvero.
    Una crítica costruttiva.

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