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Medici e infermieri obbligati a vaccinarsi

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Medici, infermieri e personale sanitario in genere che lavora a contatto con i malati? Dovrà vaccinarsi per forza, si sta diventando l’obbligo. E’ la principale novità contenuta nel dl in arrivo assieme a quella dello “scudo penale” per i vaccinatori: una sorta di “immunità” per medici e infermieri impegnati nelle somministrazioni, fatti salvi i casi di colpa grave.
L’obbligo di vaccinarsi al personale sanitario sarà contenuto nel documento in una forma non ancora definita: in mancanza, si potrà incorrere in sospensione o forse persino nel licenziamento. Sono queste le sanzioni allo studio previste per il personale sanitario che pur essendo a contatto con i malati decide di non vaccinarsi.
Quello che è certo è che il governo si appresta a schierare con fermezza un’altra arma nella battaglia al Covid 19. L’obbligo di vaccinazione per medici e infermieri che sinora hanno rifiutato l’immunizzazione pare essere presto introdotto con un decreto.
Ci sta lavorando in prima battuta la ministra della Giustizia Marta Cartabia, che da giudice costituzionale firmò una delle sentenze con cui la Consulta ha sostenuto la legittimità dell’obbligo vaccinale. Ma assieme ai ministri della Salute e del Lavoro e alla presidenza del Consiglio. Per ora c’è solo una bozza, ma il provvedimento potrebbe approdare presto al Consiglio dei ministri, forse già la prossima settimana.

L’obbligo di vaccinazione non è cosa da poco: se è vero che tra i camici bianchi i no vax sono una minoranza, è evidente che non si possono sottovalutare, proprio per i pericoli a cui espongono i loro pazienti.
E nei casi più gravi, il loro posto di lavoro potrebbe diventare a rischio, visto che tra le ipotesi, ancora tutte da vagliare, ci sarebbero anche la sospensione dal lavoro e forse perfino il licenziamento.
Il tema era sul tappeto da un po’. Dieci giorni fa lo aveva rilanciato con forza il governatore della Liguria Giovanni Toti. E nel governo si era aperta una riflessione.
Adesso il premier ha rotto gli indugi dando un’accelerazione. “Il governo intende intervenire: non va bene che operatori sanitari non vaccinati siano a contatto con malati”, ha detto Mario Draghi annunciando il provvedimento. Un intervento mirato alla “quota residuale” di operatori sanitari che non hanno aderito alla campagna vaccinale, come ha spiegato il ministro della Salute Roberto Speranza, evidenziando che invece la “stragrande maggioranza ha risposto con esempio”.
Sono infatti mosche bianche medici e infermieri che hanno rifiutato il vaccino. Tra i medici ospedalieri la stima oscilla tra 1.140 e 2.280 su un totale di 114.000, il che vuole dire che sono tra l’1 e il 2% del totale.

Chi rifiuta il vaccino tra gli infermieri dipendenti dal Servizio sanitario nazionale sono invece un centinaio su un totale di 254mila, dicono i dati dei vari ordini professionali. E’ a queste due categorie che guarda il decreto. un decreto che introdurrà l’obbligo di vaccinazione non per tutti gli operatori sanitari ma solo per quelli che sono a diretto contatto con i pazienti. Potrebbe riguardare dunque – ma è ancora tutto da vedere – oltre a chi lavora in corsia, anche i medici di famiglia.
Per evitare il proliferare di contenziosi, si sta anche studiando l’ipotesi di un cambio di mansioni per chi continua a rifiutare il vaccino, come alternativa alle sanzioni che si stanno ancora definendo e avranno una gradualità.
La cornice dell’intervento è nelle sentenze della Consulta, che con più pronunce ha già riconosciuto la possibilità di imporre l’obbligo vaccinale. Una delle ultime è proprio quella firmata da Cartabia, con la quale vennero bocciate tutte le questioni sollevate dalla Regione Veneto contro l’obbligo di vaccinazione per l’iscrizione a scuola, reintrodotto nel 2017 dalla legge voluta dal ministro Beatrice Lorenzin. Allora la Corte ritenne “non irragionevole” in quello specifico contesto (c’era un ‘epidemia di morbillo) il sacrificio della libera autodeterminazione individuale in nome della “tutela degli altri beni costituzionali coinvolti”, a partire dalla salute individuale e collettiva.

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(foto da archivio)

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