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Pazzie Social: mamma ferma la bambina sul terrazzo: “Ma cosa fai?”. Sul telefonino: “Ti devi buttare”

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E’ incredibile come questi messaggi e questi interlocutori social si insinuino arrivando a parlare direttamente alle coscienze dei piccoli e dei fragili plagiandoli.
Al punto che quelle voci “misteriose” sono le uniche che il soggetto ascolta, alla fine, tenendo tutto il resto del mondo al di fuori da questo rapporto “particolare” e “affascinante”.
Per fortuna nell’ultimo episodio è intervenuta la mamma della bambina prima che tutto si trasformasse in una tragedia.
“Ma cosa fai?” ha urlato la madre,

forse già in modalità “massima attenzione” per i drammatici fatti di questi giorni (due i bambini suicidati per soffocamento, la prima di 10 anni a Palermo e il secondo qualche giorno dopo a Bari).
La madre blocca la figlia sul terrazzo condominiale di un palazzo condominiale.
Siamo nella periferia di Roma.
Al genitore non era sfuggito l’anomalo comportamento della figlia che sembrava attendere istruzioni con il cellulare in mano o forse decidere il momento per eseguire il “suggerimento”.
Le istruzioni arrivavano da un interlocutore sconosciuto via social network.
Una persona

con cui la minore aveva cominciato un rapporto basato su messaggi.
All’inizio le confidenze sulle difficoltà con la famiglia, con i compagni di scuola.
Poi lo sconosciuto ha cominciato a chiederle delle “prove” in ordine di crescente gravità: “Oggi salta la scuola”, “Oggi ruba dei soldi dal portafoglio dei tuoi genitori”.
Fino a quella suprema ieri, in una piena situazione di plagio:
“Se sei degna di vivere non buttarti, altrimenti per rinascere devi farlo”. Firmato: “l’apostolo di Dio”.
La madre capisce e abbraccia la figlia, la salva cercando di scuoterla da quel torpore

e la porta in ospedale.
Il telefonino è preso in carico dai carabinieri.
La traccia è su Instagram e la speranza è quella di riuscire a identificare al più presto l’ “apostolo di Dio” per fargli assaggiare per una volta, parafrasando la Parola, “Quello che lui voleva fare agli altri…”.

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