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La profezia politica di Esopo. La favola diventa una metafora della vita che cerca soluzioni. Di Apostolos Apostolou

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La profezia politica di Esopo. La favola diventa una metafora della vita che cerca soluzioni

Semiotica o semiologia è la disciplina che studia la natura dei segni. La semiotica è un fenomeno del nostro secolo ma le sue origine sono lontanissime nel tempo. Esamina la regia dei segni con un segno che ne interpreta un altro, un simbolo che vuole interpretare. Esamina la tripartizione dei segni o dei simboli in indici, icone e simboli a seconda che abbiano un rapporto di contiguità di similarità o convenzionale con loro referente.

Il simbolo ha un significato che lo trascende, quindi, è importante trovare ciò che si trova dietro di esso. Nelle storie, nelle favole, nei miti i simboli hanno un alto potere nella comprensione degli esseri umani. La potenza dei simboli essere interpretati per decifrare il suo significato. Ci sono diverse aree della realtà e della cultura che hanno un alto contenuto di simboli, questo è il caso, ad esempio, della religione che utilizza simboli come mezzo di espressione spirituale. 

Che cosa è la favola? Secondo la teoria di letteratura la favola è narrazione in versi o in prosa con fine implicitamente o esplicitamente didascalico. Si differenzia dalla fiaba per il suo fine pedagogico e per esserci pervenuta mediante una tradizione scritta. Con il mito possiamo dire che hanno la stessa struttura quanto riguarda una pedagogica liberatrice. Secondo Mircea Eliade, « […] il mito è considerato come una storia sacra e quindi una « storia vera », perché si riferisce sempre a delle realtà.» (Mito e realtà, Torino, Borla, 1966, p.28). La parola mito deriva dal greco “mythos” che significa parola, discorso, racconto, mentre la parola mitologia designa l’insieme dei miti tramandati da un popolo ma anche gli studi scientifici sul mito stesso. Il mito è il bisogno di spiegare la realtà, di superare e risolvere una contraddizione della natura, è spiegazione di un rito, di un atto formale che corrisponde ad esigenze della tribù, è struttura delle credenze di un gruppo, di un “Ethnos”.

La favola, come il mito, di solito, ha una grande diffusione. Cosi ci sono miti che meritano l’ attenzione e favole che hanno una verità profonda anche hanno una rivoluzionaria a ben vedere. Il termine italiano «favola» deriva dal termine latino ” fabula “, derivante a sua volta dal verbo ” far, faris ” = dire, raccontare. Il termine latino « fabula » indicava in origine una narrazione di fatti inventati. Gli inizi della favola occidentale coincidono con la produzione del greco Esopo, imitato a Roma da Fedro. Siccome la morale non è scissa dalla politica, cosi la politica non può stare lontano dalle favole. Perché la morale è condensata quasi sempre nella favola. Cosi abbiamo molte favole che descrivono la politica e le prospettive dei cittadini.

Ecco: La favola di Fedro con titolo il lupo e l’agnello.

Un lupo e un agnello, spinti dalla sete, si ritrovarono a bere nello stesso ruscello. Il lupo era più a monte, mentre l’agnello beveva a una certa distanza, verso valle. La fame però spinse il lupo ad attaccar briga e allora disse: “Perché osi intorbidarmi l’acqua?” 
L’agnello tremando rispose: “Come posso fare questo se l’acqua scorre da te a me?”
“E’ vero, ma tu sei mesi fa mi hai insultato con brutte parole”.
“Impossibile, sei mesi fa non ero ancora nato”.
“Allora” riprese il lupo “fu certamente tuo padre a rivolgermi tutte quelle villanie”.
Quindi saltò addosso all’agnello e se lo mangiò.

Questo racconto è rivolto a tutti coloro che opprimono i giusti nascondendosi dietro falsi pretesti. Ma anche descrive il riporto tra oppressori e oppressi. Nel rapporto tra oppressori e oppressi esiste però una grande contraddizione che spesso impedisce ai secondi di realizzare una filosofia liberatrice. Questa contraddizione consiste nel fatto che gli oppressi ospitano in sé l’oppressore, vivono un dualismo in cui essere significa apparire e quindi somigliare all’oppressore. Per liberarsi, gli oppressi devono innanzitutto prendere coscienza di questa contraddizione.

Un’altra favola che parla di valore della libertà è : Il lupo e il cane (Lups ad canem) è la settima favola del terzo libro delle Fabulae di Fedro, scritte nel primo secolo d.C. Un lupo molto magro e affamato incontra nel bosco un cane allegro e grassottello. I due si mettono a passeggiare e il lupo gli chiede come mai sia così pasciuto e lindo, dato che lui si considera il predatore più temuto della zona, e il cane gli risponde che ha un buon padrone. Infatti il cane custodisce il portone ogni notte, per impedir che i ladri possano entrare nella nobile casa e il padrone ricompensa il suo fedele con abbondanti pasti. Il lupo meravigliato esprime il desiderio di volersi trovare in una situazione simile e il cane lo invita nella sua casa. Camminando, il lupo si accorge che il cane ha la pelliccia del collo rovinata e gli chiede il motivo; l’altro risponde che ciò è a causa del collare che il padrone gli mette il giorno per rimanere in casa e gli toglie la notte per fare la guardia; ma cerca di rinfrancarlo ricordandogli i sontuosi servizi che il lupo riceverà. Ma il lupo offeso dichiara che preferisce mille volte andare a zonzo dove vuole, piuttosto che essere governato da qualcuno con collari e roba simile.
Esiste anche un’altra favola di Esopo con significato molto attuale per la situazione politica oggi in Europa. Il titolo è  “I bambini disgiunti del contadino”.

I figli di un contadino vivono in discordia e disunione. Le sue esortazioni erano inutili per farli spostare dei sentimenti, così si è deciso di insegnare loro una lezione con l’esperienza. Li ha chiamati e ha detto loro di portargli un fascio di bastoncini.
Adempiuto l’ordine, egli ha dato loro le aste del fascio e disse loro di romperle; Ma nonostante tutti i loro sforzi, non riuscirono.

Poi sciolse il mazzo e diede loro i bastoni uno ad uno; i figli li ha rotto facilmente. “Che hai lì!” ha detto il padre. “Sì anche voi, figli miei, rimanendo Uniti, come loro sarete invincibili prima dei loro nemici; ma essendo divisi sarete sconfitti facilmente. (La frase magica che abbiamo bisogno oggi in una Europa che abbiamo perso la sovranità nelle molte aree, è  quando Esopo dice : ( Ἀτὰρ οὖν καὶ ὑμεῖς, ὦ παῖδες, ἐὰν μὲν ὁμοφρονῆτε, ἀχείρωτοι τοῖς ἐχθροῖς ἔσεσθε• ἐὰν δὲ στασιάζητε, εὐάλωτοι. Cioè non dimenticate mai che la forza sta nell’unione.)

Morale della favola: è più dolce essere liberi e poveri, che ben curati ma trattenuti. Fino a che punto siete disposti a barattare la vostra libertà, le vostre idee, anche il vostro credo religioso, a fronte di un’opulente ricchezza? Perché come dice Theodor Adorno nella «Minima moralia», la libertà non sta nello scegliere tra bianco e nero, ma nel sottrarsi a questa scelta prescritta. Quello che conta nella vita è la libertà, poiché essa è il fine ultimo di ogni nostra azione per quanto strano possa sembrare e non è detto che la si raggiunga. È la capacità di determinare secondo un’autonomia scelta dei fini e dei mezzi adatti a conseguirli. Se una persona che ha barattato tutto, persino le proprie libertà personali, ad esempio la libertà di parola o la libertà politica, in cambio di ricchezze più o meno ingenti è felice perché ha raggiunto il suo fine ultimo, pur barattando le proprie libertà in cambio di ricchezza.

E la terza favola è la rana e il bue, anche una favola di Fedro. Una volta una rana vide un bue in un prato. Presa dall’invidia per quell’imponenza prese a gonfiare la sua pelle rugosa. Chiese poi ai suoi piccoli se era diventata più grande del bue. Essi risposero di no. Subito riprese a gonfiarsi con maggiore sforzo e di nuovo chiese chi fosse più grande. Quelli risposero: “Il bue”. Sdegnata, volendo gonfiarsi sempre più, scoppiò e mori. Quando gli uomini piccoli vogliono imitare i grandi, finiscono male. Un’ altra ermeneutica della favola parla di ceti sociali. I ceti sociali sono espressione indicante la posizione occupata da un dato gruppo nel sistema della stratificazione sociale. La grandissima uniformità sociale, sfortunatamente è  la base della società.

Per questo, è possibile affermare che le favole sono fortemente educative; sono, infatti, utilizzate in tutto il mondo e rappresentano una delle più antiche forme di comunicazione. La trama della favola è resa interessante dal fatto che il protagonista abbia un problema da risolvere e viene aiutato da un personaggio che dà degli aiuti o degli strumenti.
La favola e i miti vogliono raccontare la lotta contro le differenze quotidiane facendole scoprire all’individuo. E attraverso la trattazione di temi delle favole troviamo risposte alla vita.
Con altre parole possiamo dire che la favola diventa una metafora della vita che cerca soluzioni.

Apostolos Apostolou.
Docente di Filosofia.

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