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Ius Soli, aderisco allo sciopero della fame per sollecitare voto

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Ius Soli, aderisco allo sciopero della fame per sollecitare voto

Carissimi, sento il dovere di aggiungere qualcosa alla mia adesione alla staffetta dello sciopero della fame.

Vorrei provare ad inventarmi anello di una catena che ha voglia di incatenarsi, di dire, argomentare le ragioni e persino il diritto di questo voto parlamentare che direbbe ai bambini:ci siete, quindi vi rispettiamo in quanto nati e vissuti in Italia

Non è poi così difficile, ciò che quei bambini diverranno in futuro dipenderà dall’aria che respirano, dalla nostra responsabilità nei confronti loro e delle loro famiglie.

Le forze che ci rimangono, per chi ha già visto tanto e quelle che si rinnovano in chi crede ad un futuro possibile, meno cinico e indifferente verso quei bambini che non conoscono, che non capiscono e che trattano da potenziali nemici…

Finché c’è fiato proviamo ad opporci.

andreina corso

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  1. Fuoriscena.0
    Nowhere

    Lo scrittore Hanif Kureishi ha letto in perfetto inglese un suo racconto sulla storia d’amore di due migranti Asha (ex gestore di un bar di sua proprietà nel suo Paese d’origine) e Haaji ( più giovane di Asha ed anche meno scura di pelle rispetto a lui) in una sala gremita messa a disposizione dalla splendida sede di Spazio Emergency nell’isola della Giudecca nell’ambito del Festival Luigi Nono, svoltosi appunto alla Giudecca il giorno di sabato 7 ottobre 2017 alle ore 18 sul tema: “intolleranza oggi”.
    Avrei parlato dei Boscimani in Botswana, dei Pigmei in Congo, degli Eschimesi in Groenlandia, degli Indios del Brasile e dell’Argentina, degli Aborigeni dell’Australia, dei Maori della Nuova Zelanda, che tanta paura fanno quando giocano a rubgy in Europa, dei Masai del Kenia e della Tanzania. Tutti popoli primitivi , privi di scrittura, che trasmettono la loro cultura oralmente di generazione in generazione, in via di estinzione e rigorosamente non migranti, ma residenziali anche se in qualche caso nomadi e legittimamente restii a partecipare la loro cultura, i loro usi e costumi agli esploratori apportatori di malattie come il morbillo, che ha decimato in passato ed estinto al presente il popolo dei Fueghini abitanti nell’estremità della Patagonia nella loro Terra del Fuoco, studiati dal naturalista Charles Darwin, autore dell’evoluzione della specie, poco studiato e molto frainteso dagli studiosi italiani.
    Sarei stato troppo a lungo a parlare per cui mi sono astenuto per non tediare l’uditorio ed ho preferito leggermi attentamente il racconto con la traduzione controllata da Serena Nono, figlia di Luigi Nono dal titolo affascinante nella sua ambiguità di tempo/spazio: Nowhere.
    Di lei mi fido e credo che smentisca il luogo comune che qualsiasi “traduzione” sia logicamente anche un “tradimento” per il semplice fatto che se per un’ipotesi non tanto assurda e campata per aria un’Haaji incinta per opera di un Asha perito come capitò ad Icaro nell’Egeo, fosse soccorsa nel mar Mediterraneo non più Nostrum ( da tempo immemorabile ormai non è solo nostro) e issata sulla piattaforma della nave caccia torpediniera “Cavour” colà inviata per controllare il traffico di passeggeri e di merci e ivi nascesse il figlio; il neonato, anche se maschio, sarebbe un “italiano” a pieno titolo, anche se fosse destinato ad essere mancino e sul campo da gioco del pallone si comportasse in futuro come Mariolino Corso dell’Inter, che, da fermo, faceva cadere la palla, qual foglia morta, nel sette della porta difesa da Buffon portiere milanista, avo di Gigi, l’attuale capitano e senatore della Nazionale di calcio dell’Italia.
    Come testimone porto il suo allenatore, lo spagnolo Helenio Herrera, sepolto nel cimitero dell’isola di San Michele di Venezia perché aveva sposato una nobildonna veneziana.
    Non mi si può considerare come un “morto che cammina” solo per il semplice fatto che all’entrata del mio appartamento ho messo un vaso di fiori di crisantemi ( evidentemente non sono superstizioso ) e neanche per il fatto, di maggior implicazione politica, che sostengo che se lo “ius soli” non ha i numeri sufficienti nell’attuale legislatura, la XVII dal fine-febbraio 2013 all’inizio di primavera del 2018, ce l’avrà nella prossima, che andrà dal 2018 al 2023.
    Cammino ergo sono uno dei tanti camminantes che camminano con me nel “Knowhere” più che nel “Nowhere”, a cui darei come massimo riconoscimento il premio Nobel per la letteratura.
    Dal “Nowhere” camminando con fatica e sudore si giunge quindi al “Knowhere” partecipativo, coinvolgente, pieno di incognite e non per questo meno affascinante.
    Se proprio volete che utilizzi le lingue morte, non mi tiro indietro.
    Dall’hic et nunch all’hic e la gnosi (conoscenza in italiano).

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