Caro Direttore, ho seguito, con l’attenzione che merita, il servizio odierno di Luca Colombo sul ventennale dell’incendio del Teatro La Fenice. Colombo è giornalista che stimo per preparazione e stile.
Tuttavia, anche se l’addebito non può essergli rivolto direttamente, mi trovo costretto a lamentare un paio di appunti laddove si parla di “incuria e negligenza” da parte di tutte le Direzioni ( Comune e Fenice ) ed inoltre di un Pubblico Ministero definito, testualmente, un “mastino” per la sua pervicacia.
Su quest’ultimo ho già detto e scritto tutto ciò che pensavo, anche se più delle mie parole, vale il giudizio del dr. Ennio Fortuna, apparso sul vostro quotidiano, nei giorni a seguire la definitiva sentenza di assoluzione di terzo grado… e ciò basta ed avanza.
Non posso giudicare corretta, inoltre, l’assenza di un interlocutore laddove si tratta di presunte negligenze da parte delle varie Direzioni.
Infatti, se fossi stato interpellato, avrei precisato, ad esempio, che il sottoscritto, nella sua qualità di Segretario Generale, aveva predisposto, e quindi diramato, tramite la pubblicazione nella apposita bacheca, ben tredici ordini di servizio, con i quali veniva disposto il divieto tassativo di accedere ai cantieri di lavoro e quindi la commistione tra cantieri ed il rimanente dei locali del Teatro..
Ordini di servizio che furono successivamente revocati dal Sovrintendente dell’epoca che intendeva, al contrario, mantenere la postazione del suo ufficio nelle Sale Apollinee ( zona cantiere). Oggi, dopo vent’anni di “distacco dalla mia casa”, mi sono sentito doppiamente offeso.
Gianeselli Iginio
ex Segretario Generale Teatro La Fenice
31/01/2016