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Grandi Navi a Venezia, ecco la storia fino ad oggi. Forse stop a giugno

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Grandi Navi a Venezia, ecco la storia fino ad oggi. Forse stop a giugno

Grandi navi a Venezia con “inchino” davanti a San Marco e passaggio nel canale della Giudecca: una storia piena di passi avanti e indietro, proclami, provvedimenti, sospensioni. Una storia che è una bandiera al vento che gira a seconda di chi ci soffia sopra in base agli interessi preminenti in un dato momento.

Venezia nel mondo.
“Nave da crociera semina il panico a Venezia” titola il Figaro in Francia, ma la notizia è stata data anche da Guardian, Telegraph e Indipendent nel Regno Unito. Passando da Bild tedesca, El Pais e El Mundo spagnole, è arrivata fino ad Al Jazeera. New York Times e Washington Post ci hanno fatto aperture e indovinate qual’è la domanda finale che tutti si fanno?
“Ma com’è possibile che nessuno abbia ancora risolto la situazione di cui tutti parlano da anni?”


La storia delle navi da crociera a Venezia.

La storia delle navi a Venezia è lunga e annosa. Vogliamo ripercorrerla?
Tralasciando anni di manifestazioni e contro-reazioni, si può arrivare all’epoca recente dove abbiamo la querelle delle Grandi navi a Venezia che si trascina da almeno sette anni.

Nel 2012, infatti, sull’onda anche dell’impatto emotivo del naufragio della Costa Concordia avvenuto il 13 gennaio, i ministri all’ambiente Corrado Clini e allo sviluppo economico Corrado Passera, emisero il decreto che dava limitazioni ai movimenti delle imbarcazioni da crociera.
Nella laguna di Venezia, in particolare, il decreto disponeva il divieto di transito per le navi superiori a 40 mila tonnellate, ma “non appena le autorità marittime avranno individuato vie alternative di transito”.
In attesa di queste vie alternative, le mastodontiche imbarcazioni continuarono a solcare la rotta interna alla città storica, incuranti delle proteste dei comitati e delle mobilitazioni internazionali.

La sentenza del Tar.
Nel 2015 il Tar del Veneto annullò un’ordinanza della Capitaneria di Porto che limitava l’accesso alle navi al di sopra delle 96 mila tonnellate di stazza.
In quel frangente, però, erano state le stesse compagnie ad “autolimitarsi” nelle more dell’applicazione del decreto Clini-Passera.

Il Comitatone.
E finalmente si giunge al momento cruciale della vicenda. Il 7 novembre 2017 un ‘Comitatone‘ interministeriale per la salvaguardia di Venezia, presieduto da Graziano Del Rio, arrivò a concordare “nell’arco di tre-quattro anni” l’approdo a Marghera di tutte le navi oltre le 55 mila
tonnellate.
Bocciate in quella sede le ipotesi come lo scavo del Canale Contorta Sant’Angelo e quello delle Tresse, o un nuovo terminal al Lido.
Governo, Comune e Regione Veneto adottarono la proposta dell’Autorita’ Portuale: entrata da Malamocco percorrendo il canale dei Petroli e terminal a Marghera.
Le navi con ‘taglie minori’ (55-96 mila tonnellate) dovranno deviare per il Canale Vittorio Emanuele III con approdo in Marittima.

L’algoritmo.
In questa linea, la Capitaneria di Porto aveva messo a punto un algoritmo per selezionare le navi da crociera che avrebbero potuto continuare a sfilare davanti a Piazza San Marco.
Una selezione basata su elementi come la massa di acqua spostata dalla carena, il tipo di propulsore e il carburante con minore percentuale di zolfo, applicato alle navi di stazza superiore alle 40 mila tonnellate e che ha lasciato finora il via libera a quelle fino a 92mila tonnellate.

Panta Rei.
Poi il silenzio del ‘tutto scorre’ con l’acqua del fiume delle intenzioni che non è mai la stessa.
Sul fronte delle navi a Venezia, discussioni, qualche titolo ogni tanto e stop.
Non si è mosso più nulla, infatti, fino ad oggi, quando i rapporti tra il governo gialloverde e gli amministratori locali sono irrigiditi.
Il sindaco Luigi Brugnaro ha incontrato Toninelli nel novembre scorso, semplicemente per dirgli “quello che penso io”, adombrando il sospetto che il ministro pentastellato volesse rallentare la procedura decisionale, forse pressato anche dai comitati “No grandi navi” che sono per l’estromissione “senza se e senza ma” del traffico crocieristico a Venezia che non si dovrebbe semplicemente svolgere punto. Niente nuovi scavi o tragitti alternativi per loro: via le navi da Venezia e basta.
Ma anche questi ultimi, alla fine, accusano Toninelli di essere fin troppo silenzioso.

Oggi.
Domenica dopo il disastro, forse travolto dall’ondata di critiche che giungeva da tutto il mondo, il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli si è lasciato sfuggire: “Entro il mese di giugno la “soluzione definitiva” per allontanare le grandi navi dal percorso Bacino di san Marco-Canale della Giudecca.

Sarà la svolta definitiva?

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