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Furto in Piazza San Marco con i fumogeni: una delle ‘menti’ faceva il muratore

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Il capo manteneva una basso profilo, ma per il colpo a San Marco si era sostituito ad un altro componente della banda, ‘compromesso’ perché sorpreso il giorno prima in possesso di fumogeni.
Il secondo leader era abile a non lasciare alcuna traccia, e si spostava con mezzi di fortuna dalla Finlandia, dove lavorava come muratore.
Sono loro le menti di una banda composta da 7 elementi, tutti originari dell’ Estonia, che ha tentato di rapinare una gioielleria di piazza San Marco il 17 marzo 2017.
Un colpo “hollywoodiano“, con due bombe fumogene piazzate in prossimità del campanile di San Marco e di calle del Cappello per sviare l’attenzione di turisti e forze dell’ordine, e assicurarsi la fuga.

Sono alcuni dei dettagli dell’operazione, che ha visto collaborare i Carabinieri di Venezia con le forze dell’ordine estoni, austriache e francesi, riferiti oggi in conferenza stampa nella sede del Comando provinciale dell’Arma a Venezia.
Gli indagati erano persone specializzate in colpi a gioiellerie di lusso.
Avevano colpito due volte a Bastia (Corsica) e una volta a Innsbruck (Austria), dove in tre erano stati arrestati in flagranza.
Nel mezzo il tentativo fallito nel salotto di Venezia.

Il modus operandi era sempre il medesimo: si presentavano come facoltosi clienti, a volto scoperto; uno bloccava la porta allarmata con un giornale e l’altro, revolver alla mano, si faceva consegnare i gioielli, prima di scappare.
Le similitudini tra le varie rapine hanno portato alla collaborazione tra le forze dell’ordine europee, coordinata dall’ Europol.
Gli arresti, coordinati tra le varie procure, sono stati effettuati con “action day” mirati in Estonia e Finlandia.
Al termine dell’attività investigativa sono stati eseguiti otto provvedimenti cautelari, tra arresti e denunce.
Un componente della banda, quello che piazzò il fumogeno a lato del campanile di San Marco, non è stato ancora rintracciato.

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