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Emanuele Impellizzeri, accusato dell’omicidio di Chiara, si impicca in carcere

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Emanuele Impellizzeri si è ucciso impiccandosi in carcere a Verona.
Il ritrovamento è avvenuto alle prime ore di oggi.
Emanuele Impellizzeri, 38 anni, era stato arrestato con l’accusa di avere ucciso il 5 settembre scorso Chiara Ugolini di 27 anni.
L’omicidio di Chiara era avvenuto nell’appartamento che la ragazza condivideva con il compagno a Calmasino di Bardolino (Verona).
La notizia è stata confermata dal segretario nazionale della Uilpa Polizia Penitenziaria, Gennarino De Fazio.
La scoperta del suicidio risale alle ore 5.30 di questa mattina.
Proprio oggi Impellizzeri sarebbe dovuto essere sottoposto a interrogatorio nell’ambito dell’omicidio di Chiara.

Successivamente, la notizia del suicidio di Impellizzeri è stata confermata all’ANSA dall’avvocato d’ufficio dell’uomo, Mattia Guidato.
Impellizzeri, di origini catanesi e vicino di casa di Chiara Ugolini, era stato arrestato il 6 settembre lungo l’autostrada del Sole nei pressi di Firenze, dopo essere fuggito da Calmasino in sella alla propria motocicletta.
Davanti ai magistrati si era sempre avvalso della facoltà di non rispondere.
Negli ultimi giorni era stato trasferito dal carcere fiorentino di Sollicciano a quello veronese di Montorio, dove stamani è stato trovato impiccato in cella.

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Omicidio Chiara Gualzetti, l’amico confessa: “Me l’ha detto un demone”
chiara uccisa dall'amico a 15 anni net 1240
Chiara Gualzetti è stata uccisa, aveva 15 anni. Ad accoltellarla la mano dell’amico di 16 che ora ha confessato: “ho seguito un demone”.
Lui è lucido e lineare nel raccontare dinamica e fasi dell’assassinio.
Irrazionale, a tratti contraddittorio e perfino delirante nello spiegare i motivi del terribile gesto.
Due volti di un giovanissimo killer, fermato nella notte dai carabinieri dopo un lungo interrogatorio.
Sedicenne, italiano, ora si trova nel carcere del Pratello di Bologna in attesa della convalida.
Ha confessato: è stato lui a uccidere a coltellate l’amica Chiara Gualzetti, coetanea.
La ragazza si era allontanata da casa domenica mattina ed è stata ritrovata senza vita lunedì pomeriggio, il corpo parzialmente nascosto da un cespuglio al limitare di un bosco del parco dell’Abbazia di Monteveglio, a poche centinaia di metri dalla propria abitazione, nel territorio del Comune di Valsamoggia.
La Procura per i minorenni di Bologna guidata da Silvia Marzocchi sta valutando di disporre una consulenza psichiatrica per il giovane.
Nonostante non risulti che in passato il ragazzo sia mai stato seguito da specialisti o in cura, le spiegazioni che ha dato sul movente dell’omicidio sono apparse insensate.

>> vedi anche: Cruento omicidio al parco: donna uccisa mentre prendeva il sole

Il 16enne ha detto di aver agito sulla base di una spinta superiore, una sorta di voce interiore che gli ha detto di uccidere.
“Una presenza demoniaca che lo spingeva a compiere atti sempre più violenti verso le persone”, ha sintetizzato il capitano dei carabinieri di Borgo Panigale, Riccardo Angeletti.
Poi il giovane avrebbe riferito in modo confuso che la ragazza gli aveva espresso la volontà di morire: sul punto si stanno valutando alcune chat.
Inoltre ci sarebbe stato da parte di Chiara un interesse sentimentale nei suoi confronti, non corrisposto.
“Ha detto di essere infastidito dalle avances della giovane ragazza”, ha affermato l’ufficiale dell’Arma.
Lei, secondo alcune fonti era attratta da lui.
Nell’esprimerglielo, avrebbe mescolato amore e desiderio di morte.

Le dichiarazioni del 16enne necessitano in ogni caso di un approfondimento di uno specialista, secondo la Procura. Che chiederà la convalida del fermo e la custodia cautelare in carcere e contesta al ragazzo le aggravanti di aver ucciso una persona con meno di 18 anni e la premeditazione.
Gli inquirenti ritengono infatti che avesse un piano, dando appuntamento alla giovane già con l’intenzione di ucciderla e uscendo di casa con un coltello da cucina.
All’inizio le indagini si erano concentrate anche su altre persone, della cerchia di conoscenze dei due.
Ma l’indagato ha riferito di aver fatto tutto da solo e al momento non ci sono motivi per dubitarne.
Le sue dichiarazioni saranno riscontrate punto per punto, ma il suo resoconto è stato preciso.


 

Ha dato appuntamento alla ragazza, l’ha portata ai margini del bosco e l’ha assassinata.
In quel punto il cadavere è rimasto per un giorno, fino quando non è stato trovato lunedì pomeriggio dai volontari attivati dai genitori.
I carabinieri sono arrivati al ragazzo perché era l’ultima persona ad aver incontrato Chiara.
Lo hanno raggiunto a casa e hanno trovato il coltello, ancora sporco di sangue, così come gli abiti usati al momento del fatto.
C’era anche il telefono di Chiara, di cui l’amico voleva disfarsi.
Entrambi i cellulari sono stati sequestrati e saranno disposti accertamenti per ricostruire i rapporti tra i due, i messaggi che si sono scambiati.
L’indagato ha cancellato alcune chat poco prima di essere rintracciato e questo è un altro elemento a suo carico.

Altri messaggi tra i due, forse dal contenuto minaccioso, erano stati segnalati dal padre, già prima del ritrovamento del corpo e anche questi saranno vagliati.
Sarà fatta l’autopsia, per chiarire come e quando Chiara è morta.
“Il mio assistito è molto scosso e si è messo a piena disposizione”, si è limitata a dire l’avvocata Tania Fonzari, difensore di fiducia del minorenne, che gli è stata a fianco tutta la notte fino alle 4.30, quando è stato eseguito il fermo.
“Capiamo il dolore della famiglia – ha aggiunto la legale – Che è il dolore di due famiglie”.
Redazione – 30/06/2021

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Morte misteriosa di Serena Fasan, Procura apre fascicolo per omicidio
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Serena Fasan è la farmacista di 37 anni trovata morta nel trevigiano, ed ora la notizia è confermata: la Procura indaga per omicidio.
Attorno la morte della giovane ruota un giallo.
La farmacista era stata trovata morta in casa.
Voci avevano parlato di segni sul collo della vittima.
Poche ore più tardi uno zio della donna si è tolto la vita gettandosi da un ponte.
La notizia di oggi dice che la Procura della Repubblica di Treviso ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di reato di omicidio volontario.
La morte, avvenuta due notti fa, della farmacista, 37enne di Castelfranco Veneto (Treviso) aveva sconvolto tutta la comunità.
Il fascicolo aperto oggi rappresenta atto dovuto e non ha riferimenti a possibili indiziati.
La donna era stata trovata in casa esanime dal compagno, senza segni riconducibili a circostanze violente sul suo corpo e nell’abitazione.


 

Una risposta agli interrogativi dovrebbe giungere dagli esiti dell’autopsia che la magistratura affiderà probabilmente in giornata.
I Carabinieri, intervenuti nella casa di Fasan assieme al pubblico ministero e al medico legale, non avevano individuato elementi tali da far pensare ad un’aggressione.
non c’erano segni di difesa sulle braccia della vittima né altri indizi di colluttazione.
Tracce anomale riscontrate sul collo, che in un primo tempo avevano suggerito l’ipotesi di uno strangolamento, potrebbero essere invece riconducibili alle energiche manovre di rianimazione praticate dal personale medico, negli inutili tentativi di salvare la donna.

Il corpo dello zio della donna, 55 anni, è stato trovato nelle prime ore di ieri Pieve del Grappa (Treviso), ai piedi di un ponte stradale.
Gli inquirenti escludono, in base alle ricostruzioni dei suoi movimenti, la possibilità che si sia trovato nello stesso luogo della nipote nelle ore in cui è deceduta.
Redazione – 27/08/2021

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