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DUE ANIMALI, NINETTO E NINUCCIO, AMICI DELL’UOMO, ASSETATI D’AMORE PER LUI, PORTANO LA SALVEZZA, SCONFIGGENDO IL VIRUS di Angelica Palmieri

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Ninetto e Ninuccio erano rispettivamente un cane e un asino. Da quando nonno Nino era scomparso si chiamavano con disprezzo “Schifo e Schifezza.
Si chiamavano così tra loro :”Ma che puzzolente sei diventato, sei una vera Schifezza” diceva il cane all’asino dimagrito fino all’osso. E l’ asino al cane “Senti chi parla , sei tu uno Schifo!”
In effetti si facevano pena entrambi a causa della fame che li attanagliava dal giorno in cui nonno Nino non si era più visto.
Nonno Nino era stato per loro una specie di padre. Ogni giorno portava loro acqua e cibo e talvolta anche leccornie a base di castagne, poi li faceva uscire dal minuscolo recinto e via su per le montagne a scorrazzare per sentieri e boschi di castagni! Fino a che, stanchi ma soddisfatti tornavano al recinto.
Nonno Nino si sedeva su un masso, tirava fuori dalla tasca un pugno di castagne, le sbucciava, le mangiava di gusto e intanto raccontava di Garibaldi e dei garibaldini che avevano contribuito a fare l ‘unità d’Italia .
Schifo e Schifezza, anzi no, non si chiamavano così allora, ma Ninetto e Ninuccio, così li aveva battezzati nonno Nino, ascoltavano rapiti, e pur non capendo le parole, ne comprendevano il senso.
A quei tempi avevano una vita agiata: buon cibo, acqua fresca, ma soprattutto coccole: erano carezze, strofinate di muso e viso simili a baci, imboccate di pezzi di torta di castagne dolci e talvolta sentivano nonno Nino dire con voce accorata “Vi voglio bene come figli!” Ninetto e Ninuccio, a sentirlo, si commuovevano fino alle lacrime e accostavano il muso al viso suo come per baciarlo di un bacio speciale fatto di amore infinito, il perfetto sentire tra uomo e animale.

Tale era stata l’esistenza di Ninetto e Ninuccio fino alla fine di febbraio quando nonno Nino era cambiato diradando improvvisamente le cure per Ninetto e Ninuccio. I due l’avevano atteso con la pazienza cocciuta legata alla convinzione che il loro legame fosse eterno, ma si sbagliavano.
Erano diventati anche litigiosi tra loro e durante il giorno si bisticciavano criticandosi a vicenda per l’ aspetto miserevole dovuto a fame, sporcizia e abbandono.
Avevano perso il gusto di chiamarsi Ninetto e Ninuccio e sgarbatamente si offendevano con “Schifo e Schifezza”. Però di notte si ritrovavano amici e, puntando il muso verso il cielo, cantavano all’unisono ragli potenti e latrati lunghi e disperati, sperando che il nonno li sentisse e tornasse così come la montagna faceva ritornare i loro pianti con l’eco.
Ma si era a maggio e nonno Nino ancora non si vedeva… Per l’inerzia e la debolezza, i due si stavano appisolando quando sentirono una voce simile a quella di nonno Nino.
“Ehi, voi due , datevi una mossa! Nel paese di Castagna si è diffuso un virus che non lascia scampo a nessuno e ha fatto morire anche nonno Nino!”
“Maledetto -disse l’asino-dimmi dove sta e gli darò un calcio” Maledetto-disse il cane-dimmi dove sta e gli darò un morso” “Magari fosse così semplice ! Purtroppo il morbo non si vede perché non ha forma ! E’ come me invisibile e potente ” aggiunse la voce.
“A proposito, tu chi sei?” dissero i due alzando il muso in alto
“Sono Fiabatore, il costruttore di fiabe e se farete ciò che vi dirò anche voi avrete fama eterna!
“Eh sì” annuirono Ninetto e Ninuccio.

Nonno Nino ci diceva che anche noi come lui abbiamo un’anima che è eterna e forse un giorno lo rivedremo!”
La voce misteriosa si fece imperiosa “Dovrete recarvi all’albero di tutte le virtù umane. Voi gli porterete il mio ordine e lui vi darà le virtù”.
Detto fatto fece scendere una foglia arrotolata come un messaggio, a cui la coda dell’asino subito fece un bel nodo “Ma come faremo a trovare l’albero? – chiese Ninetto.
“Lo troverai fiutando durante il viaggio questo profumo, che scenderà ora sul tuo naso. È il profumo delle virtù che annuserai durante il viaggio.
E Ninetto annusò qualcosa di inebriante. “Allora siamo diventati eroici come i garibaldini di Garibaldi, anche noi salveremo il paese di Castagna-disse con importanza Ninuccio.
“Sì ma come conosceremo le virtù? – chiese perplesso il cane.
“Saranno invisibili, stanno su un grande albero senza rami, vi seguiranno e porteranno la salute al paese”.
“Se sono invisibili, almeno un nome ce l’hanno così potremo chiamarle! – osservò l ‘asino “Certo, si chiamano: Sapienza , Scienza, Bontà, Gentilezza, Coraggio, volontà… Ma voi non preoccupatevi perché loro vi seguiranno comunque!”
I due animali si misero in viaggio con convinzione che li spingeva a correre di fretta.
Ninetto fiutava diretto la pista e Ninuccio lo seguiva. Zampata di qua e zampata di là giunsero a un albero senza rami e si fermarono.
L’asino slego ‘dalla coda il messaggio di Fiabatore e immediatamente si diffuse intorno un profumo intensissimo. Ninetto disse a Ninuccio “Ci siamo , ora torniamo indietro. Le virtù ci seguiranno per ordine di Fiabatore”.
Durante il ritorno i due si sentivano importanti per la missione compiuta.

Ninetto pensava “Chissà come sarebbe orgoglioso di me, nonno Nino e intanto si commuoveva.
Ninuccio raddrizzava le lunghe orecchie e si ascoltava contento: “Chissà se l’uomo non darà più dell’asino a chi sbaglia!
Perché ora noi asini abbiamo dimostrato all’uomo che non siamo poi tanto asini!”
Con questi pensieri giunsero finalmente a Castagna.
“Bravi, avete portato al paese la salvezza-sarete i personaggi di una fiaba dedicata a voi!-li lodò Fiabatore.
Non si vedeva , non si sentiva nulla , ma nel petto degli abitanti di Castagna le virtù si insinuarono e scacciarono per sempre il virus.
Questo fu ciò che accadde a Castagna per merito dei due animali che amavano tanto l’uomo!
Ninetto e Ninuccio furono trattati come eroi: Ninetto godette di tanti buoni bocconcini e Ninuccio biada e fieno in abbondanza e di notte, quando dormivano, sentivano una specie di dolce carezza sognando.

 

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