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Donna si invaghisce e invia tutti i suoi soldi ad un misterioso ingegnere. Erano 5 stranieri a Vicenza

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La pandemia ha aumentato la solitudine e Facebook, complice, tesse la tela di un odioso imbroglio che coinvolge una donna di cinquantasei anni di Veroli, vittima di un raggiro che le è costato, oltre all’umiliazione, dodicimila euro.
Il fatto risale allo scorso febbraio e a tramare la frode sono cinque uomini: quattro nigeriani poco più che ventenni e un ghanese di 52 anni, che si scoprirà poi, vivono nel vicentino.

La donna si fa coinvolgere da un tale che dice di chiamarsi Michael Amalia, le foto che le invia mostrano un bell’uomo, elegante: dice di essere un facoltoso ingegnere petrolifero e che una nave lo sta portando in giro per il mondo, per ragioni di lavoro.

Dopo qualche mese, il principe dice alla principessa che presto si conosceranno e che lui ha intenzione di stabilire con lei, un rapporto solido e duraturo. Il sogno trova conferma nel cuore della donna, che gli crede, ha bisogno di credergli e di non spegnere quella fiammella che sosteneva le sue attese sentimentali.

Come resistere all’illusione?
E venne il giorno che le parole escono dal dialogo amoroso e s’impigliano sulla parola “denaro”. Le dice che doveva ricevere una somma ingente dall’Inghilterra ma che non si fidava di tenerli nella nave, quindi li avrebbe spediti a lei, per meglio proteggerli. Un’altra attestazione di stima che rinforza la fiducia della donna nel suo virtuale eroe.

Ahi! I pacchi, le spedizioni, quanti inghippi! Il signor Amalia informa la cinquantaseienne che il pacco con il denaro è stato bloccato alla dogana di Fiumicino e che per sbloccarlo, erano necessari 870 euro che lei gli spedisce subito su carta Postepay. Non s’insospettisce nemmeno quando le chiede altri soldi, che a più riprese lei gli invia attraverso bonifici, e su conti correnti diversi, fino a raggiungere la cifra di 12.000 euro, che corrisponde a tutto quel che aveva risparmiato.

Il finto ingegnere petrolifero, avrebbe continuato a ingannare la donna, se non fosse intervenuto il di lei cugino, che valutando le caratteristiche della vicenda, ha subito capito che si trattava di una truffa, di una trappola ai danni di chi aveva offerto fiducia e amore.

Un risveglio amaro e una denuncia alla Polizia postale di Frosinone, hanno dato un volto e un perché ai raggiri subiti. Tutti e cinque i malviventi complici, vivono nel vicentino e già erano noti alle forze dell’ordine per furti, falsificazioni di documenti. I conti correnti sequestrati dalla polizia erano vuoti.

Il vuoto più grande sta nel cuore della signora di Veroli, indegnamente offeso da chi ha potuto usare un sentimento innocente e vero, manipolarlo con perfidia e spietatezza, di cui dovranno dar conto davanti a un giudice.

La polizia postale non cessa mai di dare consigli su come difendersi da questo tipo di reato: i suggerimenti sono sempre quelli di essere cauti con le persone che non si conoscono fisicamente, di chiedere un parere a un amico nel caso si abbia il sospetto di chattare con un falso profilo, di non fidarsi di chi chiede denaro con insistenza, perché al di là del monitor ci può essere chiunque». E soprattutto rivolgersi alla polizia. Un modo pratico e veloce è chiaramente quello di rivolgersi al commissariato di ps on line (www. commissariatodips.it) per avere le prime indicazioni su cosa fare o anche andare in qualsiasi ufficio di polizia. Senza vergognarsi.

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  1. naturalmente trattandosi di una donna, la truffata ha tutta la solidarietà del mondo. Discorso diverso per il truffato che è andato pure in Africa per conoscere la sua presunta nuova compagna, trattandosi di un maschio i giornali hanno pubblicato nome, cognome, foto e indirizzo mettendolo alla berlina. La truffata è da proteggere, il truffato è da perculare

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