Covid, le varianti sono il vero pericolo ora per gli esperti.
“Serve tenere alta la guardia” sulle tre varianti del virus SarsCoV2: gli esperti sono concordi che la variante inglese, come la brasiliana e la sudafricana richiedano la massima attenzione, sebbene i primi dati certificati sulla loro circolazione siano ancora in via di pubblicazione.
E’ “giusto che un politico come Angela Merkel lanci un allarme sulle varianti del virus SarsCoV2: indica una direzione affinché la ricerca possa dimostrare che è una strada da bloccare”, ma sono ancora in via di pubblicazione dati certi sulla circolazione delle tre varianti del virus in Italia, ossia l’inglese, la brasiliana e la sudafricana, osserva il genetista Massimo Zollo dell’Università Federico II di Napoli e coordinatore della Task force Covid-19 del Ceinge-Biotecnologie avanzate.
Al momento, secondo il genetista, “si può solo ipotizzare che le tre varianti siano più aggressive per il fatto che il virus non lo stiamo ancora debellando” e si sa che “la propagazione di questo virus è tale che, grazie alle mutazioni, è più efficiente nell’infettare l’uomo. Da tempo diciamo
che le varianti, di questo come di tutti i virus, sono un problema: per questo si deve insistere nella ricerca”.
Il problema, prosegue, è riuscire a identificare le varianti rapidamente e trovare le contromisure e per fare questo “serve una rete che comprenda pochi centri pubblici altamente qualificati, che abbiamo cioè competenze e strumentazione adeguate”.
E’ giusto alzare il livello di allerta, ma non c’è ragione di essere in allarme secondo il virologo Carlo Perno, direttore dell’Unità di microbiologia dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma: con un’attenta sorveglianza, osserva, sarà possibile cogliere i cambiamenti in atto e reagire prontamente modificando i vaccini.
“Non c’è ragione
di essere in allarme – afferma – perché la gran parte dei vaccini sperimentati sembra essere efficace anche contro le varianti: questo discorso vale soprattutto per quelli di Pfizer e Moderna, mentre c’è qualche dubbio su Astra Zeneca che dovrà essere approfondito con attenzione”.
Per il virologo “bisogna comunque stare in allerta, perché è vero che il virus varia abbastanza poco, ma si sta ancora adattando all’uomo: è in una fase turbolenta e potrebbero uscire ancora nuove varianti”.
Per questo motivo, rileva, “serve un’attenta sorveglianza con sistemi di sequenziamento genetico che permettano di capire se e come il virus varia, in modo da essere pronti a modificare i vaccini”, ed è “importante che il sistema sanitario italiano ed europeo stiano in allerta – conclude Perno – in modo da cogliere eventuali cambiamenti e reagire di conseguenza”.