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Coronavirus: a Parigi mascherine anche per strada. Così neanche con il lockdown

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Coronavirus: a Parigi mascherine anche per strada. Così neanche con il lockdown

Coronavirus: Parigi mette la mascherina e studia i piani per un nuovo lockdown. La notizia confermata dalle agenzie mentre giunge anche l’eco di restrizioni anche in Germania, con stadi vuoti per l’intero anno 2020.

E’ boom di contagi in Francia, d’altronde, una situazione che supera ormai i 6 mila casi al giorno ed oggi, venerdì, alle 8 scatta un provvedimento senza precedenti a Parigi: tutti in mascherina in tutte le strade della capitale e in buona parte della Banlieue, come non si era visto neppure durante il lockdown.

Multe di 135 euro a chiunque avrà il volto scoperto, anche se in bici, in monopattino o in motorino.

Ma alla nuova impennata della pandemia è tutta l’Europa a reagire con misure forti: stadi vuoti almeno fino a fine anno in Germania, mascherine obbligatorie nelle scuole spagnole fin dalla prima elementare.

Il premier francese Jean Castex si è presentato giovedì mattina in conferenza stampa attorniato dai ministri dell’Educazione, Jean-Michel Blanquer, e della Salute, Olivier Véran. Tutti rigorosamente in mascherina, a sforzarsi di presentare ai francesi una ripresa “normale” dopo le vacanze. Ma invece di parlare del “piano di rilancio” come si auspicava, le quasi tre ore di comunicazione sono state dedicate alla nuova offensiva del virus nel Paese, dove i contagi sono in salita ormai da fine luglio.

Fino a ieri le “zone rosse” erano le regioni di Parigi e Marsiglia, quelle con oltre 50 positivi su 100.000 abitanti, un livello “importante ma molto lontano – ha provato a rassicurare Castex – dalla grave situazione di inizio anno, quando il tasso di incidenza era di 1.000 positivi su 100.000”.

Ora invece la cartina di Francia è nuovamente tornata a colorarsi: altri 19 dipartimenti sono “rossi”, un po’ in tutto il Paese.

Per ora, la situazione dei ricoveri e delle rianimazioni è tranquillizzante, i numeri sono stabili o in lievissimo aumento. Ma la Francia, con oltre 30.000 morti, non vuole più rischiare niente: “Nuovi piani di lockdown locali o globali sono pronti – ha annunciato Castex – il nostro sistema ospedaliero è pronto anche ad una nuova ondata di pazienti, in termini di letti, mascherine, farmaci, rianimatori. Ma il nostro obiettivo è fare del tutto per evitare una nuova chiusura”.

Véran, che quel periodo tra febbraio e maggio l’ha vissuto in prima linea, ha ripreso a snocciolare le cifre del sistema ospedaliero. Provando, stavolta, a tranquillizzare i francesi: dai 5.000 letti in rianimazione con cui si era presentata la Francia all’emergenza Covid-19 si è passati ora a 12.000. Si faticava a fare i tamponi, stavolta si viaggia al ritmo di 830.000 a settimana e a settembre la velocità di crociera sarà di 1 milione ogni 7 giorni. E le mascherine che mancavano, al punto da spingere le autorità a dire che non servivano, ora sono state ordinate a pioggia: 4 miliardi fra produttori francesi e cinesi.

Quanto alla scuola, che apre la prossima settimana, Blanquer ha ribadito i principi chiave: “Tutti i bambini devono tornare in classe”. Con la mascherina a partire dalla 1/a media (o 11 anni), lavandosi le mani e distanziandosi. Ma a volto scoperto non dovranno stare neppure durante la ricreazione.

Gli adulti, professori, bidelli, maestri, saranno tutti permanentemente in mascherina, anche quelli della scuola materna.

Insomma, la Francia ripiomba nel clima di emergenza ancora prima dell’autunno e le critiche non mancano. Da Marsiglia, la sindaca Michelle Rubirola, in una conferenza stampa al fianco di Eric Raoult, il dottor clorochina, ha sfidato Castex: “Usa due pesi e due misure, parla di lockdown a Marsiglia e non a Parigi”.

Dal web, la protesta sale soprattutto per la decisione di imporre la mascherina generalizzata nelle strade di Parigi, con la sola eccezione di chi circola in auto: “Dopo tanti bei discorsi, viene penalizzato chi sceglie la bicicletta, il monopattino o va a piedi”, è la critica più frequente.

La Germania invece, dove si registra una media di 1.500 casi al giorno, è tornata sui suoi passi quanto alla riapertura degli stadi: rimarranno chiusi ai tifosi almeno fino alla fine dell’anno.

Giro di vite sugli assembramenti e sulle mascherine, con l’annuncio di sanzioni più pesanti.

Mascherina fin dalla prima elementare in Spagna, dove tutti gli allievi torneranno nelle classi, vuote ormai da marzo.
Da due settimane, il Paese fa registrare un tasso di 190 casi su 100.000 abitanti, il più alto dell’Unione europea.

Tornano a salire i contagi anche in Gran Bretagna: 1.522 casi nelle ultime 24 ore, per il secondo giorno di fila oltre quota mille dopo settimane di rallentamento.

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