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Chi ha detto che la Francia riparte? Molti i dubbi, intanto stop e campionato finito

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La Francia, così come la Germania, vengono spesso prese ad esempio negli ultimi giorni come modelli da seguire per ‘agevolare’ le riaperture in virtù dell’economia sottostante. Ma siamo davvero sicuri che la Francia, partita dopo di noi in questa guerra contro il virus, sia pronta per ripartire?

Un’ora esatta è servita martedì ad Edouard Philippe per disegnare la fase 2 della Francia, che comincerà l’11 maggio.

Al momento annunciata la riapertura dei negozi, ma non ancora di bar e ristoranti, mentre chiude definitivamente il campionato di calcio.

Attenzione però: si tratta di annunci promessi in una situazione ideale, fatti quindici giorni prima della data reale di ‘fine lockdown’ e, soprattutto, con l’avvertimento che se alla vigilia della data reale i dati non saranno buoni, sarà tutto rinviato.

Davanti al Parlamento, il premier è stato di una precisione chirurgica negli annunci, dopo giorni di polemiche. E ha messo in guardia i francesi perché ha ravvisato “un allentamento” dell’osservanza delle regole anticontagio, i gesti salvavita che hanno imparato tutti a conoscere: “Se gli indicatori non saranno rispettati, non faremo nessuna riapertura l’11 maggio”, ha avvertito Philippe, reduce – stando ai corridoi del Palazzo – da un lungo braccio di ferro con il presidente Emmanuel Macron.

Macron ha insistito per riaprire le scuole contro il parere della maggioranza del Consiglio scientifico che affianca il governo, che avrebbe preferito rinviare a settembre.

Il premier, che era per una linea più prudente, ha strappato soltanto lo “stralcio” dei licei dalla ripartenza a maggio.

I dati confortanti dovranno essere quelli dei nuovi contagi (fra i 1.000 e i 3.000 al giorno su base nazionale, non di più), l’alleggerimento della pressione sugli ospedali e la capacità di effettuare tutti i test virologici necessari.

A quest’ultima condizione – Philippe ha assicurato che l’11 maggio la Francia avrà una capacità di testare 700.000 persone a settimana – si aggiunge quella delle mascherine, che dovranno essere a disposizione di tutti i francesi nelle farmacie.

Il motto della riapertura, indispensabile per non veder “crollare l’economia”, sarà “proteggere, testare, isolare”. Chi risulterà positivo ai test dovrà essere isolato, a casa o in luoghi predisposti ad hoc, hotel ma non solo.

A realizzare questo progetto concorreranno vere e proprie “brigate” in ogni dipartimento, capaci di identificare il maggior numero di “contatti” avuti dal contagiato.

Il grado di riapertura sarà modulato secondo i dati dipartimento per dipartimento: ci saranno i “verdi” – con un’epidemia in flessione – che godranno di aperture più ampie, e i “rossi”, dove le regole della fase 2 saranno più strette.

La riapertura delle scuole sarà “molto graduale”, ha detto Philippe, prima le materne e le elementari dall’11, per alleggerire le famiglie che devono tornare a lavorare (ma su base facoltativa), poi le medie dal 18 cominciando dai dipartimenti “verdi”.

Dei licei si riparlerà a fine maggio.

Mascherine obbligatorie soltanto alle medie, 15 allievi al massimo per ogni classe, ben distanziati.

Riaprono le fabbriche, il telelavoro resta raccomandato per tutti quelli che lo hanno sperimentato con successo in questo periodo, per gli altri raccomandazione di maschere e orari diversificati quanto possibile per il personale.

Tutti i negozi riapriranno tranne i caffè e i bistrot, per i quali si sta pensando a una riapertura nella “fase 3” che – se tutto procederà come previsto – dovrebbe scattare dal 2 giugno.

Sparisce l’autocertificazione, si circolerà liberamente ma entro i 100 chilometri, con raccomandazione agli anziani di “fare più attenzione”, continuando ad uscire il meno possibile. E, soprattutto, “niente week-end fuori”.

Limite agli assembramenti a 10 persone (quindi cene con gli amici consentite) ed estate con eventi sotto le 5.000 presenze.

Ancora chiusi musei (a parte i piccoli che potranno riaprire), cinema, teatri e sale da concerto; luoghi di culto aperti ma senza cerimonie, funerali limitati a 20 persone.

Stagione finita invece per Neymar, Mbappé e compagni: il campionato di Ligue 1, ma anche la Top 14 del rugby, non riprenderà. Sulla classifica finale, la parola passa alle autorità sportive.

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