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Coronavirus, i dati di martedì sera. Numeri in crescita in Veneto

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I nuovi casi di coronavirus in Italia sono 13.318 nelle ultime 24 ore, per un totale dall’inizio dell’emergenza di 1.977.318.
I morti crescono invece purtroppo di 628 in un giorno, aumento che porta il totale a 69.842
In Veneto la situazione resta poco rosea dato che si registrano 3.082 nuovi contagi Covid e 150 decessi nelle ultime 24 ore.
In Veneto i dati complessivi vengono così aggiornati a 222.588 infetti dall’inizio dell’epidemia, e 5.631 morti (tra ospedali e case di riposo).
I ricoveri in Veneto provocano ancora una alta pressione sugli ospedali: nei reparti non critici sono ricoverati 2.907 malati Covid (+6), nelle terapie intensive 379 (+4).
I soggetti positivi attualmente

crescono a loro volta arrivando ora a 102.578 (+1.104).
La curva dell’epidemia di Covid-19 sta risalendo, in generale, in Europa a partire dal periodo compreso tra la fine novembre e l’inizio di dicembre.
Il Covid 2, la variante del virus SarsCoV2 isolata in Gran Bretagna, non si può escludere al momento come responsabile in questa ripresa nella circolazione del virus, accanto alle attività pre-natalizie.
Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘Mauro Picone’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac) fa questo tipo di analisi: “Si osserva un’inversione di tendenza (rispetto ad un calo previsto, ndr) in cinque Paesi europei”, osserva Sebastiani, e la coincidenza nei tempi “farebbe pensare a una causa comune, come la maggiore mobilità delle persone dovuta alle attività pre-natalizie. Alla luce delle recenti notizie sulla variante del virus, si potrebbe però ipotizzare che anche questa possa avere un ruolo, ma – rileva il matematico – per averne la certezza sono necessari ulteriori ricerche e studi retrospettivi in ambito medico”.
L’analisi dei nuovi contagi

ha considerato l’andamento della curva epidemica osservato da fine settembre-inizio ottobre in Gran Bretagna, Germania, Francia, Italia e Spagna e, con alcune piccole differenze, si nota una prima crescita esponenziale all’inizio dell’autunno seguita da un picco e da una discesa e poi dalla nuova salita che si sta registrando in quest’ultimo periodo.
In Italia, per esempio, a settembre c’era una crescita lineare, che a partire dal 27 settembre ha subito una brusca accelerazione, trasformandosi in una crescita esponenziale; i provvedimenti introdotti hanno quindi portato al picco del 13 novembre e a una discesa che si è interrotta il 9 dicembre, quando la curva epidemica è tornata a salire.
La Gran Bretagna, dopo una crescita lineare avvenuta a settembre, a partire dal 25 settembre ha registrato un progressivo aumento dei casi; l’introduzione di misure di contenimento ha fatto raggiungere il picco il 13 novembre e poi nuovamente scendere la curva, che però ha ripreso a salire dal 1 dicembre.
La Germania, allo stesso modo, ha registrato

la crescita lineare di settembre che si è interrotta con l’aumento registrato a partire dal 27 settembre e giunto al picco il 4 novembre dopo le misure; anche in questo caso dopo la discesa la curva sta risalendo ormai dal 28 novembre.
La Francia ha visto una crescita lineare che si è interrotta il 29 settembre, quando ha cominciato a salire fino a raggiungere il picco il 3 novembre per avere uno stop grazie alle misure; la discesa si è interrotta il 2 dicembre e adesso la curva è tornata a salire.
La Spagna ha avuto una situazione tranquilla in estate che si è protratta fino al 7 ottobre, quando una crescita rapida ha raggiunto il picco il 1 novembre prima di vedere uno stop grazie alle misure, ma dopo la discesa la curva è tornata a salire dal 7 dicembre.
Le cause delle nuove diffusioni per l’aumento dei casi di fine settembre-inizio ottobre e di inizio dicembre sono più o meno note, ossia l’inizio delle attività lavorative e scolastiche nel primo caso e le attività pre-natalizie nel secondo, ma resta sempre incombente l’impatto della variazione del virus.

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