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Cobas di Venezia: non si può morire di lavoro

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I Cobas di Venezia esprimono dolore e rabbia per la morte del lavoratore della Seam, cooperativa in appalto della GLS, nota multinazionale delle spedizioni ,travolto da un camion durante una manifestazione di lotta per i diritti e salario presso il magazzino GLS di Piacenza.

Sappiamo che i blocchi e le lotte della logistica e trasporti sono dure, purtroppo in questo paese ci stanno facendo tornare indietro di 100 anni, al caporalato, al cottimo, ai diritti negati, ai ritmi di lavoro sempre piu’ forsennati, a stipendi che nel campo della logistica rasentano il minimo della soprportabilita’.
La logistica in ITALIA manca DI legalità e rispetto della dignità del lavoro, in troppi magazzini sparsi nelle periferie e negli Interporti delle nostre città.

Troppi cittadini comuni i non sanno che dentro a quei luoghi di lavoro lo sfruttamento è altissimo, in specie perchè vi sono tante e tanti lavoratrici /ori stranieri che accettano, pur di lavorare, situazioni DI ESTREMO PRECARIATO, ricattati da datori di lavoro come cooperative, consorzi e clienti che guadagnano cifre astronomiche, evadono tasse (con metodi legalizzati, stravolgendo il vero senso del termine cooperativo e riducendolo a mero spazio di vantaggio fiscale e non rispettano neppure i contratti nazionali, che sono peraltro , sotto il punto di vista salariale e di diritti , i piu’ scadenti d’italia ) cambiano appalto su appalti, con scatole cinesi, che nascono e muoiono in continuazione , pur essendo sempre le stesse persone a gestire l’affare e usando forza lavoro pagate sempre meno, che ad ogni subentro riceve meno salario, perde anzianita’ contrattuale, quindi neppure il magro aumento dei livelli di anzianita’……

Grazie alle lotte degli ultimi anni della logistica e trasporti stanno iniziando a cambiare le cose, i datori di lavoro si trovano di fronte improvvisamente la solidarieta’ trasversale di lavoratori italiani e stranieri che , invece di farsi la guerra al ribasso e alla disperazione, alzano la testa e chiedono DIGNITA’ E DIRITTI, non solo salariale ma anche alla malattia , alle ferie che fino a poco tempo fa non venivano riconosciuti per nulla.

Le lotte , fatte dai lavoratori, italiani ma soprattutto da alcuni stranieri, (che in questo caso ci stanno insegnando come sui diritti non si deve tornare indietro, pur se sarebbero molto piu’ ricattabili, in quanto sotto minaccia di non vedersi rinnovati i permessi di soggiorno) stanno provocando una serie di reazioni violente, prima con la continua e sempre piu’ esplicita richiesta , da parte delle multinazionali, di intervento delle forze dell’ordine, sia come in questo caso con un tentativo di mettere lavoratori contro lavoratori, camionisti invitati , secondo le testimonianze gia’ verbalizzate , a sfondare i presidi di protesta sindacale.

Senza addentrarci nelle dinamiche dell’incidente, chiediamo che la magistratura svolga al piu’ presto il suo compito e stabilisca le responsabilita’, non solo di chi materialmente ha tolto la vita a un lavoratore, ma soprattutto di chi lo ha autorizzato a salire su un mezzo e anche il solo pensare di sabotare e sfondare la protesta dei lavoratori.

Ricordiamolo tutti, in questo paese esiste ancora una COSTITUZIONE (anche se qualcuno vorrebbe annullarla a suo piacimento!) e il diritto a manifestare liberamente.

Le lotte sono dure ma vanno fatte, ma la morte non non la accettiamo, MAI LO ACCETTEREMO, non si può essere martiri solo perché devi avere ciò che ti spetta in un paese di diritto e troppi lavoratori hanno rinunciato a tenere alta la testa e si fanno ricattare.

Chiediamo pubblicamente a tutti i sindacati che si fermino unitariamente le fabbriche,senza se e senza ma.

X LA SEGRETERIA COBAS PROV VE
PESCOPAGANO SANDRO

16/09/2016

(foto di repertorio)

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