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Case di riposo di nuovo a rischio con la ripresa del Covid

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Gli anziani con le loro fragilità, i vecchi che vivono nelle case di Riposo, nelle Residenze, come oggi si preferisce chiamarle, il prezzo della pandemia l’hanno pagato tutto, anche con la vita.
L’hanno pagato in termini di salute e di dolore causato dalla lontananza dai loro cari. Fino a un mese fa, dopo il lungo periodo d’isolamento, uno spiraglio di vita, un alito di speranza ha consentito ai parenti, di far visita agli ospiti, di uscire con loro.
Con le dovute turnazioni e cautele e i previsti distanziamenti, si è aperto un auspicio, alimentato dai dati sulla pandemia che sembravano incoraggianti e in grado di nutrire la speranza di chi, tutti i giorni, spera di rivedere i figli, i nipoti, anche da lontano, per conservare nella mente e nel cuore quei volti amati.

Quelle visite erano e sono l’unico farmaco che lenisce la solitudine di una vita anziana, che vive con altri vecchi che soffrono e spesso muoiono per nostalgia, rimpianto e sindrome da abbandono.
Ora si spera che quelle occasioni, che sono come l’acqua per gli assetati, non rischino di essere interrotte a causa di una nuova e generalizzata ondata di contagi che potrebbe influire negativamente, di rimando, sulla salute degli ospiti delle Residenze.

Una grande cautela dunque, guiderà ora le scelte dei sanitari, del personale, delle famiglie, dei responsabili delle Rsa in primis, affinché la situazione continui a essere monitorata e i contagi, evitati.

A sostegno della prevenzione, le persone anziane sono state sottoposte, con il consenso dei familiari, alla terza dose vaccinale di sostegno, fondamentale per la difesa della loro salute, come raccomanda il direttore dei servizi socio sanitari Massimo Zuin, per evitare quel che è accaduto nella Casa di Riposo Santa Maria del Rosario di Mestre, dove l’infezione ha colpito, pur con sintomi lievi, sette anziani e due operatori, tutti vaccinati dai primi mesi dell’anno.
Gli aumenti continui dei casi sono di un certo rilievo, tale che non consente distrazioni, eppure in provincia di Venezia ci sono 50 mila persone che potrebbero prenotare la terza dose di vaccino contro il Covid, ma che non l’hanno ancora fatto.

Per ora nelle Rsa la terza dose vaccinale è stata somministrata a 1.965 ospiti su 2412, corrispondenti all’82% di chi era nei tempi previsti e la poteva ricevere e al 61,3% sul totale degli ospiti che sono 3.209.

Il vaccino è il fondamentale presidio di salute per gli anziani ospiti, sostengono i dirigenti dell’Usl3: ” La campagna vaccinale ha permesso alle Residenze e ai nostri anziani ricoverati e ai dipendenti, di uscire dall’incubo di un’epidemia pervasiva e purtroppo in grado di causare molti lutti. Oggi la somministrazione della terza dose intende proseguire quell’azione, con la stessa garanzia di efficacia”.

Nelle tre strutture del Centro Nazaret a Zelarino, dell’Antica Scuola dei Battuti in Via Spalti a Mestre e del Centro Relaxxi di Noale, tra gli altri, si sono avviate, da Ottobre le prime somministrazioni.

Gli ospiti delle 31 strutture del territorio dell’Ulss 3 – vengono sottoposti al vaccino grazie all’azione coordinata dell’Ulss 3 Serenissima e delle Direzioni dei Centri Servizi Anziani. “Sofferenza, lutti, disagi, isolamento: la vaccinazione – rileva il Direttore Generale dell’Ulss 3 Serenissima, Edgardo Contato – ci permette di non dover affrontare le sofferenze che il virus ha portato in passato dentro le strutture che accolgono gli anziani. Per questo è necessario che tutti, anche i familiari, collaborino per rendere agili e veloci le operazioni di somministrazione della terza dose”.

Con i dovuti accorgimenti, ad oggi, continuano le visite ai parenti. E anche le uscite, come previsto dall’ordinanza del Ministero alla Salute del maggio scorso, sempre garantendo il tracciamento delle persone con cui l’anziano viene a contatto.

Il presidente dell’Ipav Luigi Polesel, alla dirigenza dei cinque Centri servizi per persone non autosufficienti (831 posti letto e oltre 700 lavoratori), invita alla massima collaborazione le famiglie, il personale che ha sempre lavorato con grande umanità e disponibilità verso gli ospiti, ad agire in modo tale da permettere a chi vive in una Casa di riposo di non ammalarsi e di poter godere della presenza dei familiari, indispensabile al loro mondo degli affetti e per lenire la solitudine.

E’ certo, però, che se i rialzi continueranno con il brusco trend di risalita, sarà necessaria una revisione, come confermano a “mezza bocca” operatori di “rsa“.

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