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Aumenti e rilasci degli alloggi Ater, il Prof. Mozzato scrive alle autorità

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Aumenti e rilasci degli alloggi Ater, il Prof. Mozzato scrive alle autorità

Il Prof. Fabio Mozzato (noto come “veneziano “D.O.C”) non smette di farsi sentire nel merito della nuova legge regionale che sta destabilizzando migliaia di nuclei famigliari per l’ipotesi della perdita del bene più prezioso : la casa.

Anche dopo molti decenni di affitti e aumenti regolarmente pagati, infatti, e a fronte di una manutenzione “non sempre presente” negli anni (per voler esser buoni) Ater e alloggi pubblici si trovano ad applicare, con la nuova legge regionale 39/2017, criteri che prevedono in molti casi consistenti aumenti, in altri lo sloggio entro due anni con rilascio dell’abitazione.

Il Prof. Fabio Mozzato oggi scrive alle principali istituzioni del Veneto per l’immediato ritiro della legge e/o per opportune modifiche specificando che non è mosso da motivazioni personali, non avendo alcun problema di casa o di sfratto, nè tantomeno contro l’Ater, bensì per i presupposti della profonda ingiustizia sociale che la nuova legge applicata dalla Giunta di Luca Zaia impone.

Qualche esempio delle categorie di “cattivi” che stanno per essere “puniti”? Genitori che hanno ripreso in casa un figlio o una figlia dopo una separazione, pensionati che hanno messo via la liquidazione o parte di essa per i bisogni della vecchiaia, genitori che hanno un figlio o una figlia che finalmente trova un lavoro dopo il percorso di studi.

Tutto ciò mentre i veri “furbetti” (quelli che non dichiarano i veri redditi) continueranno a pagare una pigione di pochi euro in assoluta tranquillità.

Scrive il Prof. Mozzato nella sua lettera: “… in una società dove i servizi sociali e sanitari stanno diventando progressivamente a pagamento (si provi ad immaginare quanto costa fare la corona di un dente, cosa che la Ulss non rimborsa), o un semplice funerale dignitoso), appare irrisoria la franchigia prevista dall’attuale ISEE sui risparmi: 6.000 euro per una persona, 8.000 per due, e 10.000 per tre E PIU’ persone: quindi una famiglia di 4 persone che vuole garantirsi un futuro e una vecchiaia dignitosa, dovrebbe avere risparmi limitatamente ad appena 2.500 euro per ciascun componente per non subire decadenze o aumento di canoni d’affitto: somma che non copre nemmeno il costo di rifarsi due denti…”

“Nei nuovi contratti, voluti non dai cittadini ma dalla Regione, le Ater addebitano persino l’iva al 10%, cosa che prima non avveniva, che va ad infierire sul costo dell’affitto delle famiglie: cosa inaccettabile. Su un affitto di 2400 euro si sottrarranno ai cittadini altri 240 euro, solo per l’aver cambiato la legge…”

Inoltre, per quanto riguarda la specificità di Venezia Centro Storico: “… il sistema ISEE è studiato per un territorio nazionale standard e non tiene conto della specificità e dei costi della città di Venezia. Appare pacifico anche che il costo della vita a Venezia sia doppio se non triplo rispetto ad altre città, quindi il potere d’acquisto, derivante da salari prevalentemente uguali alle altre città, è pesantemente ridotto…”

Infine: “Appare pacifico che i residenti non avranno alternative abitative in centro storico, se non l’esodo in terraferma…”

La comunicazione del professore si poggia su calcoli e ricche logiche sostanziali a corredo e resta in attesa di riscontro da parte delle autorità che la riceveranno.

Ma tutto ciò avviene mentre si sta diffondendo nella popolazione un sentimento di sfiducia: in molti ritengono che anche questa nuova mossa possa essere tesa a spopolare la città nel minor tempo possibile, e ciò proprio in un’era – mai riscontrata prima – in cui la Regione del Veneto è proiettata alla vendita di tutto ciò che è vendibile del patrimonio pubblico di cui ha competenza.

Oggi, mercoledì 21 agosto, su questo tema andrà in scena la protesta organizzata da Rifondazione Comunista con manifestazione davanti alle sedi Ater: in contemporanea alle ore 10 a Venezia e Verona e alle 10 e 30 a Padova, si terranno presidi sotto le sedi Ater provinciali.

(Il testo integrale della lettera del prof. Mozzato qui)

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