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Attacco a Falcone e Borsellino, ira dell’Fsp Polizia: “Una vergogna in nome del ‘tutto è ammissibile’

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“Siamo letteralmente disgustati, avviliti e stufi di questa società del tutto è lecito, tutto è ammissibile. Non è affatto così, al di là di ogni ipocrita posizione infarcita di insopportabile permissivismo e nauseante libertinismo che arrivi a giustificare il fatto di considerare ‘ospiti’ da mandare in televisione gente che contesta i martiri di questo strano Paese, che produce cd con i proventi di una rapina, che vanta pedigree addirittura criminali”.

“Quel che emerge dalla stampa a proposito della puntata della trasmissione Realiti sui cantanti neomelodici è nauseante. Gli appartenenti alle Forze dell’ordine sono i soli, nei fatti, a difendere senza se e senza ma certi valori. Purtroppo ne abbiamo conferme tristissime ogni giorno che passa, ad ogni passo più giù verso il fondo di un baratro che davvero non arriva mai”.

E’ il commento di Valter Mazzetti, Segretario Generale dell’Fsp Polizia di Stato, dopo le polemiche nate a proposito della trasmissione Realiti in cui un cantante neomelodico catanese che si fa chiamare Scarface e che si vanta di essere nato lo stesso giorno di Al Capone, ha avuto parole offensive parlando del sacrificio di Falcone e Borsellino.

Un altro ospite, poi, ha parlato di uno zio ergastolano (boss al carcere duro per mafia), che scrive le sue canzoni dal carcere, mentre un altro intervistato ha candidamente ammesso di aver finanziato il suo primo cd con i soldi di una rapina.

“Una società – aggiunge Mazzetti – dove mettere un terrorista in cattedra è normalissimo, dove sputare a un poliziotto è un fatto tenue, dove ad ogni illegalità contrastata sono i rappresentanti della legge a finire sotto processo, forse non ci dovremmo meravigliare dell’ospitata televisiva di uno che calpesta la memoria di chi è stato assassinato versando il proprio sangue per lo Stato e per i cittadini. Ma invece no”.

“Non ci indigneremo mai abbastanza di fronte a chi fornisce un microfono a queste persone senza spina dorsale per cui certi valori sono carta straccia su cui scribacchiare le loro indecenti sciocchezze. E attendiamo fiduciosi che qualcuno si scusi, quantomeno con vedove e orfani dei Servitori dello Stato spazzati via dalla violenza della criminalità e oggi oltraggiati dalla violenza dell’incultura, e poi magari anche con quei pazzi che ogni giorno vestono l’uniforme e vanno per strada a servire questo strano, stranissimo Paese”.

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