Venezia ferita dalla catastrofe dell’acqua alta, ma anche offesa, mortificata.
Incuranti, nella piena ingenua incoscienza delle migliaia di residenti che soffrono e dei danni materiali patiti, c’è chi pensa a riprendersi nel teatro della tragedia. Come nei casi in cui il cinismo e l’esibizionismo spingono patetici di spirito a farsi selfie nei luoghi degli incidenti, magari in prossimità di vittime, lo sciacallaggio mediale dei social spinge le persone a mettersi in posa con sullo sfondo la città ferita gravemente.
Per i turisti presenti in questi giorni il disastro è stato un regalo meraviglioso, un fuori programma di queste dimensioni è unico più che raro. Spesso è diventato una specie di gioco attrezzarsi con stivali, andare a riprendere chi si dava da fare per salvare il salvabile, e immortalarsi in questo scenario straordinario sotto tutti i sensi.
Come la signorina che mercoledì mattina si è fatta fotografare dall’amico a piedi nudi, gambe nude e senza intimo per strada, in mezzo alla gente, in zona Rialto. Non è certo una novità, dispiace solo che succeda.
E’ vero che turisti e gitanti non sono tenuti a condividere le problematiche della città – e lo vediamo tutti i giorni dell’anno quanto il loro disinteresse rasenti il menefreghismo -, ma sensibilizzare le persone con un po’ di cultura sul luogo che vengono a visitare non guasterebbe. Le forme comunicative ci sarebbero.
L’acqua alta a San Marco e la modella in autoreggenti
(Notizia correlata del 20 novembre 2014)
L’acqua alta è tornata, primizia di stagione. L’alta marea ha fatto la sua comparsa ufficiale oggi, dopo le prime ‘avvisaglie’ dei giorni scorsi, con il suo carico di disagio da una parte – anche se fortunatamente il vento di scirocco calato ha fatto abbassare la massima – e intrattenimento (dall’altra).
E tra la gente che si accalcava sulle passerelle, tra pose fotografiche di foto ricordo, e chi spingeva per recarsi a lavoro, compare verso le 11 di questa mattina una donna in impermeabile nero in piazza San Marco che, una volta aperto, si lascia fotografare in autoreggenti, stivali e reggiseno rosso.
Un servizio fotografico, pensano alcuni, mentre altri credono si tratti solo di una messinscena per attirare l’attenzione. Dopo poco infatti, la foto fa il giro dei social network, tra commenti che vanno dall’apprezzamento alla critica per il cattivo gusto.
Ma quanto sono ebeti e anche idioti questi che fate vedere e commentate? certo che costoro sono quelli che ingrassano le tasce di venditori di fumo come i motoscafisti e i gondolieri in primis, e secondi quelli che vendono paccotaglie, ovviamente quanto non c’è l’acqua alta. Chi dice queste cose è figlio di motoscafista e nipote di gondoliere nonchè zio di motoscafista, sono sicuramente veneziano doc, andavo a scuola nel 1951 con l’all’uvione del polesine e questa gente che fate vedere non dovrebbe mettere piede a Venezia, ma pecunia non olet, tra poco avrò esaurita la mia permaneza nel globo terracque, malgrado la mia pur minima resposabilità auguro loro “generazioni giovani” di prosperare. Giampaolo Penso