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L’accusa di conflitto di interessi al sindaco di Venezia finisce in tribunale

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Malumore in Consiglio Comunale: dall’articolo uscito su Domani, ai problemi della città.
Non poteva scivolare nell’oblio un articolo come quello scritto sul quotidiano Domani diretto da Stefano Feltri. E si poteva immaginare, supporre, che ci sarebbe stata una reazione.

Pesante da accettare l’accusa di presunto conflitto d’interessi per il Sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, che indignato, si presta a difendersi, a querelare per diffamazione, il Domani: “Stavolta sono andati oltre, hanno gettato fango su di me, è la prima volta che lo faccio in sessant’anni. Ma devo difendere la mia famiglia e le mie aziende», ha dichiarato in Consiglio, ottenendo l’approvazione verbale della sua Giunta.
Una questione delicata, evidentemente, cui si affidano responsabilità e oneri alla semplice verità.

La questione sembra spostarsi giuridicamente in altre sedi.
Il consigliere dei rossoverdi Gianfranco Bettin ha introdotto il problema della mancanza a livello nazionale di una norma vera e propria per il conflitto d’interessi e di una legge sulle querele temerarie.
Si tratta di recepire nell’ordinamento italiano un principio di civiltà più volte sancito dalla Corte europea dei diritti dell’Uomo. Quello, secondo cui, una volta accertata in giudizio la temerarietà della lite, chi ha promosso l’azione deve essere condannato non soltanto alle spese del giudizio, ma anche a una sanzione pecuniaria proporzionale al risarcimento richiesto.

In Consiglio, molti i malumori per le difficoltà incontrate per poter giungere a un confronto con il Sindaco, per il poco tempo a disposizione per il dibattito, e per l’insoddisfazione dei consiglieri di opposizione rispetto le politiche della città.

Troppi i nodi irrisolti per la città, la casa, i trasporti, i plateatici, la qualità della vita a Venezia e Mestre, i cambi di destinazione d’uso in materia urbanistica, la difesa della laguna e la tutela dell’ambiente in generale, sono alcuni dei problemi che a largo raggio investono i bisogni dei cittadini e della città.

Comprensibile, come una mescolanza di questioni, tanto diverse, le une (i problemi di Venezia), l’altra (l’articolo di Domani), non abbiano favorito l’incontro e il dialogo, in Consiglio.

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