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Acqua piena di acqua – Il dolore che scorre nel fiume chiamato vita

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Famiglia, luogo di condivisione dei bei momenti, ma purtroppo spesso, di quelli più difficili, delle tragedie e dello smarrimento. Lo sanno bene le protagoniste del secondo romanzo dell’avvocatessa e scrittrice Cinzia della Ciana, ”Acqua piena di acqua” (Edizioni Effigi, pagg.192, 14€).

La storia di Anna, Letizia e Lodovica. Anna è la figlia, la seconda è la madre, nonché nonna di Lodovica. La mattina del 1 gennaio 1961, Anna si sveglia, e con un brutto presentimento in corpo, corre dalla madre: la trova lungo distesa al fondo della tromba delle scale del loro condominio. Un suicidio o una morte accidentale? Il dubbio assale la figlia, che alla soglia del matrimonio sprofonda nello stesso dolore che attanagliava Letizia: nell’acqua piena di acqua tinta di pece.

”La vita è male peggiore della morte” questa la frase che meglio di tutte spiega cos’è quella ”bestia” inerpicatasi nell’anima delle protagoniste, che tanto le ha fatte star male. La depressione, il dolore per una vita fatta di scelte sbagliate, delusioni, di giudizi e pregiudizi, di vergogna e profondo senso di turbamento.

L’acqua, uno degli elementi della natura più limpidi, che sa però anche essere profonda, sporca (tinta di pece), potente, travolgente, può lasciare ”dei lividi nell’anima” con il suo violento scorrere. Le protagoniste non riescono ad essere impermeabili ed impenetrabili ad essa e si fanno risucchiare in un vortice che le porta al fondo.

La colpa? Si guarda al passato, si torna indietro attraverso flashback, sguardi puntati all’infanzia e adolescenza di Letizia, fino alla nascita della figlia: un percorso, un fiume di vita immerso nel dolore. La circolarità, le voragini spingono il lettore a ripercorre più e più volte l’esistenza delle due, esattamente come acqua piena di acqua.

Donna è ancora la figura femminile, ad essere al centro della vicenda. Com’èra già accaduto per il precedente romanzo dell’autrice, ”Quadri di donne di quadri”, affida il ruolo delle protagoniste alle donne. Prima Anna e attraverso le sue parole, la figura della madre Letizia e della figlia, Lodovica, che a sua volta vuol far luce, cercare di risalire da quelle acque torbide e fonde.

Non è certo di felicità il clima che si respira in questo romanzo, in grado di far breccia nel cuore del lettore fin da subito. Impossibile non affezionarsi alle protagoniste, non provare per loro empatia (non sarà solo l’acqua del titolo a posarsi sui loro occhi!) e lasciarsi trasportare dalla corrente narrativa.

Straziante, ossessivo, come l’ossessione stessa che si sviluppa e avviluppa, Acqua piena di acqua è un romanzo familiare con il sapore salato della sua stessa storia, una trama dai risvolti amari, fatta di ricordi sparsi e sogni, anzi, incubi. Un romanzo profondo, che va a toccare le corde del cuore, regalando emozioni, sensazioni e sentimenti unici.

Alice Bianco

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