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Veneto, fatti tutti i vaccini. Zaia: «Siamo i primi. Mi deridevano per le siringhe, oggi me le chiedono»

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Il Veneto ha fatto 24.464 tamponi (rapidi e molecolari) nelle ultime 24 ore. I positivi sono 3.596, incidenza al 14%. I positivi sono 92.176 (da inizio pandemia) i ricoverati 3.367,
2978 in area non critica e 389 in terapia intensiva. «Sembra esserci una lieve inversione di tendenza nei ricoveri, ma una rondine non fa primavera», ha affermato il governatore del Veneto Luca Zaia, aggiornando la situazione Covid. I morti sono 7.157, 43 nelle ultime 24 ore.

L’incontro con il governo

«Avremo due giorni di zona gialla e il fine settimana sarà arancione. Domani capiremo in base all’Rt se il Veneto entrerà in fascia arancione anche dopo – dice Zaia – Ma verrà presa in considerazione l’introduzione, sul piano nazionale, dell’incidenza dei postitivi sui centomila abitanti, probabilmente dopo il 15 gennaio, dopo il nuovo Dpcm. Abbiamo pressione ospedaliera ma la stiamo gestendo. Vedo i probabile la zona rossa: l’Rt è intorno a 1,01. Abbiamo fatto una riunione con il governo e tutti noi governatori, quando ci hanno annunciato il pericolo di una terza ondata, abbiamo detto “ci rimettiamo a quello che decide l’Iss (Istituto superiore della sanità). Vedremo per il resto quale sarà la classificazione».

Cosa è cambiato dalla prima a fase

«Non avevamo i dispositivi – ha affermato il presidente – la diagnostica (a parte il pungidito). Il 20 marzo facevamo 2000 tamponi al giorno, oggi 60 mila. Non avevamo le terapie intensive di oggi. Il 21 febbraio ce n’erano 464: ad oggi con quella quota non avremmo preso in carico tutti i pazienti. Anche il virus è cambiato – ha continuato – perché è mutato, rispetto a marzo e rispetto all’estate. Abbiamo 8 mutazioni, tra cui l’inglese che è la più contagiosa. E abbiamo due varianti solo venete, nel database di quelle nazionali. È cambiato anche lo spirito dei cittadini. A febbraio avevamo paura di morire, oggi il tema è più distante e ospedaliero. La vaccinazione? Siamo i primi in Italia. Oggi finiamo tutti i vaccini. Da domani non abbiamo più vaccini. E le siringhe? Mi deridevano. Oggi me le chiedono a prestito. Ne abbiamo prese un milione e servono tutte». Da domattina arrivano altre 40 mila vaccini. Le scorte sono state somministrate tutte e in provincia di Venezia ne hanno già fatto richiesta. «Speriamo in Moderna, che si conserva a temperatura da frigo, non come il Pfizer che si conserva a -80 gradi ed è più complicato. Se stringiamo i denti le prossime due, tre settimane credo che potremmo vedere qualche risultato incoraggiante», afferma Zaia. La seconda fase della vaccinazione dovrebbe iniziare i primi di febbraio, con il personale dei servizi pubblici.

Il personale

Il bando della protezione civile ha avuto risposta da 24 mila unità sanitarie, di cui 19 mila attivabili tra medici e infermieri. Sono interessate le agenzie di lavoro, le unità sono gestite completamente dal commissario per la sanità nazionale Domenico Arcuri e sono legate all’emergenza.

Le Usca

Sono 97 le equipe regionali, 865 gli infermieri delle Unità di assistenza e cura domiciliare in Veneto. La presa in carico con continuità è forte in regione. Sono nate a marzo e garantiscono l’assistenza ai pazienti non da ricovero in collegamento con i medici di medicina generale. È come avere 180 medici in più. A fine gennaio iniziano le frequenze delle specializzazioni, è probabile alcune unità, che sono i laureati in medicina, vengano perse. Per quanto riguarda le attività, operano per effettuare i tamponi a domicilio, nelle scuole, nei punti tamponi, nelle rsa: oltre il 21% di tutti i tamponi, circa 9 mila al giorno, rapidi e  anche molecolari. Degli oltre 9 mila pazienti assistiti, oltre 2 mila sono seguiti in maniera continuativa in regione. Ogni giorno gli accessi delle Usca sono poco meno di 800 (582 a casa e 36 nelle case di riposo). Nell’ultima finanziaria del governo sono state prorogate.

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