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Zaia torna in videoconferenza ogni giorno. Ordinanza per il test rapido antigenico. «Diremo addio al tampone confermativo»

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Zaia torna in diretta ogni giorno. Ordinanza per il test rapido antigenico. «Diremo addio al tampone confermativo»

«Da lunedì ricominciano le riunioni del coordinamento nazionale del dottor Angelo Borrelli della protezione civile e io sarò poi impegnato tutti i giorni in videoconferenza», annuncia il presidente Luca Zaia venerdì prima di firmare l’ordinanza per i test rapidi nella scuola.

Ci sono 191 positivi in più nelle ultime 24 ore in Veneto. Nel bollettino precedente, con oltre 300 contagi registrati, «abbiamo una registrazione di dati, in alcuni comuni, successiva e cumulativa – spiega – anche se i casi erano stati diagnosticati in precedenza. Come è accaduto per Comelico (Belluno). I positivi totali a oggi in regione sono 4027 e 9858 le persone in isolamento, ma non tutte positive». Si tratta di coloro che sono stati sottoposti a misure di quarantena. In terapia intensiva ci sono 29 persone. I sintomatici positivi sono 176: 4,37% (su 4027).

L’ordinanza per le scuole

L’ordinanza prevede misure connesse alla ripresa delle attività scolastiche in presenza. «Oggi portiamo dei protocolli che riguardano, da un lato la gestione delle scuole, mutuando i vecchi piani di prevenzione come le campagne vaccinali: entriamo con personale qualificato per fare nelle classi i test rapidi. Dall’altro chiediamo anche modifiche rispetto agli atteggiamenti. Non si va più a isolamento fiduciario di tutta la classe, ma si testano i compagni che rimangono a scuola. Abbiamo sbloccato la partita dei tamponi rapidi – afferma Zaia – lo abbiamo chiesto noi, ne abbiamo 500 mila in magazzino e abbiamo chiuso la gara per il Lazio, il Friuli, il Trentino Alto Adige, il Piemonte, la Liguria, la Lombardia e l’Emilia Romagna; milioni di pezzi. La gara c’è, la commissione che si riunisce per l’aggiudicazione la prossima settimana». A oggi ci sono in regione 171 classi in isolamento, 187 positivi: lo 0,03%.

In questa ordinanza vengono attribuiti tra l’altro gratuitamente test rapidi a tutti i medici e pediatri «che vogliono far parte della squadra, sulla base di una valutazione che facciamo con i nostri ingegneri clinici e una dotazione minima rimpinguabile dalle Ulss, a chiamata – spiega il presidente -. A test rapido positivo si va a conferma con tampone. Contiamo di chiudere sta partita del doppio test perché è ormai asseverato che la sensibilità dei test rapidi è funzionante ed è accreditato».

Il test in diretta

Il dottor Rigoli effettuata una prova in diretta del “test tampone rapido”, o “baby tampone”, che verrà introdotto per ordinanza nelle scuole e nella sanità in Veneto, spiega, parla della possibilità di auto-somministrazione per rilevare l’antigene. «È un sistema innovativo per la sensibilità del metodo, poiché ora viene amplificato il segnale, legato all’antigene appunto, avvicinandosi alle performance della biologia molecolare, utilizzando lo stesso stecco del tampone, unicamente nel naso, e non in profondità. Partiremo con i test rapidi a saponetta, (non a pungidito) poi passeremo a questi strumenti anche nelle scuole. Probabile la partenza la prossima settimana nelle aule di tutte le scuole dove si verificano le positività».

Il protocollo

C’è un nuovo protocollo, illustrato dalla dottoressa Russo, capo della direzione prevenzione della Regione del Veneto, per gestire i contatti dei positivi nelle scuole. Con un bambino positivo in classe, tutti vanno in isolamento, da 0 a 6 anni, ma vengono tutti testati. Se il positivo è di seconda elementare o più, c’è il referente Covid all’interno della classe e un referente nel team sanitario dell’Ulss, che esegue i tamponi.

C’è una valutazione dell’affidabilità del rispetto delle regole sulla distanza interpersonale e delle pratiche di igiene respiratoria. Poi si fa il tampone. Se non ci sono casi secondari, la classe non viene messa in quarantena e i ragazzi continuano la frequenza, a condizione che vengano rafforzati comportamenti preventivi e responsabili a scuola e nella cerchia delle frequentazioni al di fuori.

Ad esempio viene prescritta la mascherina anche in condizione statica; vengono evitate attività in comune come ginnastica e laboratori; la ricreazione viene fatta per gruppi. La famiglia nei 14 giorni successivi alla comparsa di qualsiasi sintomo avvisa il servizio di sanità pubblica e il medico, oltre a provvedere alla misurazione della temperatura corporea, evitando gli eventi sociali. Non oltre 10 giorni dopo il contatto con il positivo viene fatto un secondo tampone. In questo modo viene garantita la continuità scolastica.

Il ritorno in comunità

Nel caso di insegnante positivo, vengono tracciati i contatti e tenuti sotto controllo il comportamento extra scolastico e l’auto sorveglianza. Il contatto del contatto non è soggetto a isolamento (nel caso dei genitori del bambino messo in quarantena). Per la riammissione a scuola, la persone con sintomatologie non riconducibili a Covid, non rimangono a casa. In caso di sospetto il medico prescrive il test. Eliminata l’autodichiarazione. «Abbiamo – dice Russo – introdotto la certificazione o la giustificazione scolastica se il Covid non c’entra».

Antonella Gasparini

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