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HOME PAGEArchitettare. Di Luisa Doriana LombardoZaha Hadid. Il potere della forma

Zaha Hadid. Il potere della forma

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[18/10] Tecnologia: oggi perno di tutto, principale protagonista di ogni vita, elemento indispensabile per ogni azione.
Sempre più numerose le città  che come Dubai, oggi paiono seppellire le ardite teorie avanguardistiche di città  come New York che hanno fatto “storia” in tal senso. Specchio di ciò che è già  in atto, questi moderni centri urbani si fanno precursori di quel processo che ci sta indirizzando verso un modo nuovo di concepire e vivere il costruito.

Abituati a spazi regolari, prevalentemente statici nella forma e nel contenuto, siamo adesso indirizzati verso un differente modo di costruire, ove la ricerca teorica e tecnica varca giornalmente nuovi confini.
E' così che progetti sempre più arditi, al limite del concetto di statica, premiano personalità  altrettanto complesse come Zaha Hadid, unica donna nello sconfinato universo architettonico maschile, nonché la sola ad essere stata insignita nel 2004 del Pritzker Architecture Prize. Chi ha avuto la fortuna di trovarsi a Padova qualche tempo fa, si sarà  certamente deliziato alla vista del Palazzo della ragione che fino all’1 marzo 2010, ha ospitato un allestimento che ha tradotto pienamente l’inconfondibile stile di questa protagonista contemporanea.
Non più “classici” pannelli espositivi, quanto forme geometriche che parevano interpretare la fluidità  e la “liquidità ” digitale in chiave architettonica.
Entrando nel salone del palazzo, lo spettatore era come introdotto in uno spazio urbano, fra percorsi che si articolavano fra “campi ondeggianti”; un passaggio fluido a collegamento fra le istallazioni di varia forma ed estensione che riportavano i progetti, i disegni, le fotografie, i modelli ed i prototipi, raggruppati non per cronologia, quanto in funzione al tema che li ha generati.

Una mostra non comune, come anche i progetti esposti, di elevata complessità  architettonica e progettuale, ove appunto gli algoritmi sono i nuovi strumenti di una nuova progettazione digitale.
Disegni dinamici, quelli di Hadid, innovativi nel concetto e nella forma spaziale, arditi e visionari; collegamenti fluidi ed ininterrotti tra l’interno e l’esterno degli edifici; strutture a guscio ove il disegno scultoreo è allineato e relazionato al contesto urbano. Nuove le frontiere della geometria computerizzata: una sfida alla geometria cartesiana. Una modellazione tridimensionale della forma che muterà  il volto degli edifici futuri.

Una mostra che ha dichiarato apertamente che lo sviluppo tecnologico ha portato oggi alla realizzazione di qualsiasi forma geometrica possibile, indipendentemente dal grado di complessità  di questa.
Sono ormai gli algoritmi i “generatori” della forma. Basati su semplici regole, ecco che il risultato formale ottenuto risulterà  imprevedibile, quasi come fosse sviluppato attraverso un processo di creatività , che condurrà  ad un analogo di sintesi formale, più adatto alla risoluzione di un singolo problema progettuale. Ma la geometria euclidea permane ancora nella logica degli algoritmi, sebbene variando la propria condizione: non costituisce più il punto di arrivo del processo progettuale, quanto piuttosto l’elemento generatore di partenza.
Dopo aver attraversato una fase in cui forma e funzione erano spesso volutamente intese come entità  a sé, ci si trova ora in una nuova condizione: la funzione diventa una delle variabili inserite all’interno del processo generativo della forma, mentre quest’ultima, diviene prodotto ultimo del processo basato sugli algoritmi, assumendo in sé le caratteristiche genetiche delle componenti che sono state impostate all’inizio del processo.

In conclusione: Frank Ghary prima, Zaha Hadid dopo (anche se non ultima), tra gli interpreti più significativi nella scena mondiale del decostruttivismo in architettura. Sperimentatrice di nuovi concetti di spazio: alla ricerca di un'estetica visionaria che tocca tutti i campi del design, della dimensione urbana, dei prodotti, degli interni e dell’arredamento.
LEI- avanguardia di un nuova architettura, del futuro delle città  del domani ove la progettazione avrà  come strumento la programmazione, e quest’ultima diventerà  il nuovo “disegno” per gli architetti di un domani che non è ormai così lontano.

Testo di Luisa Doriana Lombardo

Foto e grafica di Luisa Doriana Lombardo

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