SOCIETA' | Aree cittadine periferiche, abbandonate o improduttive. Tante le idee, soluzioni e proposte di politici e pianificatori. Fra queste quella degli ORTI URBANI
Un nuovo modello di produzione alimentare urbana, che associa insieme uomo-ambiente-paesaggio, e produzione di cibo. Un concetto nato nel XXI sec. in Olanda, dove la terra è stata strappata al mare, ed oggi anche qui in Italia, ma per sottrarre terra al cemento, specie dopo il secondo Dopoguerra, quando la rinascita della coltivazione dell'orto, coincide con la crisi economica fino agli anni Sessanta e Settanta, quando l'orto in città divenne simbolo di una condizione sociale ed economica inferiore.Orti urbani, dunque, oppure detti orti sociali: valorizzano la socialità e l'auto-mantenimento dei cittadini delle categorie sociali più emarginate dell'odierna società , aiutandole a mantenere un'attività ed a socializzare con i vicini. Giardinaggio e coltivazione di ortofrutta, senza scopo di lucro; localizzazione diffusa in aree verdi di proprietà comunale, sebbene in vicinanza alle aree residenziali in modo da favorire l'accessibilità anche pedonale e rafforzare il sentimento di appartenenza.
Diverse le Amministrazioni italiane ed estere che si stanno muovendo in questa direzione e, tra queste, la città di Padova che ha proposto, per la seconda volta, il progetto ORTI URBANI, mirando a riqualificare alcune aree cittadine, favorendo anche una maggiore interazione sociale tra gli abitanti. Quest'anno sono stati assegnati 550 lotti urbani a chi ne ha fatto richiesta, a soli 70 euro l'anno.
Ce ne ha parlato il dott. Micalizzi Andrea, Assessore a Manutenzioni, Provveditorato, Verde Pubblico, Parchi e Giardini, arredo Urbano e Acque Fluviali del comune di Padova, indicandoci quali i criteri seguiti per l'individuazione e l'assegnazione delle aree in oggetto.
Luisa Doriana Lombardo
[11/03/2012]
